E' tornato Amauri
Amauri è di nuovo lui, Del Piero torna a inventare calcio e la Juve vince ancora. Il menu perfetto che ogni tifoso bianconero avrebbe gradito degustare alla vigilia, è servito dagli uomini di Alberto Zaccheroni. Di questi tempi una doppia vittoria consecutiva vale oro, ancor di più se la seconda matura in ambito europeo dove i ricordi del pessimo girone di Champions bruciano ancora parecchio. Il risultato dice tanto sulla condizione ritrovata, soprattutto quella mentale di Amauri, letale nelle due uniche occasioni avute a disposizione, entrambe nate da gesti tecnici sublimi di un Del Piero in formato grandi notte europee. Se a ciò si aggiunge la capacità di soffrire, addirittura quella di saper ribaltare un risultato come già successo contro il Genoa, altra merce rara della Juve versione 2009/2010, allora forse è proprio il caso di sussurrare che la grande ammalata del calcio italiano abbia intrapreso la giusta cura. Nessuna guarigione totale, sia chiaro: tanto ancora manca per arrivare ai livelli di qualità desiderati e altrettanti uomini, soprattutto Felipe Melo e Sissoko, appaiono a corto di condizione. Peraltro anche stasera si è palesata quella sofferenza nello gestire il vantaggio, nella capacità di tenere corta la squadra e di non soffrire la velocità dei cambi di gioco avversari (specialità di scuola Ajax). Tanta sofferenza dicevamo, all'inizio quando al 17' sembrava avvicinarsi l'ennesima serata di passione con il gol del vantaggio dei lancieri firmato Sulejmani (ennesimo gol subito su contropiede nato da calcio d'angolo a proprio favore, non può essere più un caso…), alla fine con il palo centrato da De Jong. Per una sera la dea bendata asseconda Madama che porta a casa una vittoria di nervi e cuore. Quei nervi che Amauri riesce a scaricare con tutta la veemenza dei due stacchi di testa con cui spera di aver definitivamente allontanato i fantasmi del recente passato. La poca vena di Diego per una volta passerà in secondo piano perché a illuminare la scena ci ha pensato Del Piero, sublime nell'interpretare il ruolo di raccordo di qualità tra mediana e attacco, supplendo anche a certe assenze del brasiliano. Adesso Zaccheroni avrà a disposizione forse poco tempo per preparare la trasferta di Bologna ma avrà ritrovato almeno in parte una virtù della squadra che sembrava ormai persa: la voglia di credere in se stessi e di ricordarsi il sapore dolce della vittoria ritrovata.