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È proprio vero che non tutte le maglie pesano allo stesso modo

di Andrea Losapio

L'exploit di Moise Kean con la maglia della Fiorentina apre a un interrogativo. Non avendo un vice Vlahovic, può essere un rimpianto per la Juventus? La risposta è: no. Non perché Kean non possa essere uno dei migliori giocatori italiani, giocando anche per un top club. Spalletti lo ha sempre considerato come il miglior attaccante che aveva, pure in momenti bui, quando non segnava mai con la maglia della Juventus. Appunto, questione di peso, la casacca bianconera ce l'ha e, soprattutto, nelle passate stagioni  c'erano alternative e papabili titolari che non potevano essere spostati da quel ruolo, da Vlahovic in giù.

Non ne abbiamo riprova, ma se è vero che Kean sarebbe stata un'alternativa ottima per Vlahovic, dall'altra parte non sarebbe stato il titolare. Quindi non avrebbe avuto il minutaggio che sta trovando alla Fiorentina, dove era stato accolto pure con scetticismo, sia per quanto riguarda la parte tecnica sia quella fuori dal campo. Certo, non fa bene vedere il club viola davanti - anche solo per un punto - con Kean che ha sorpassato Vlahovic  nel numero dei gol segnati. Ma questo è un altro discorso che, almeno in questo momento, non ha ragione d'essere. I cavalli buoni si vedono alla fine della corsa.

Ricapitolando: è pacifico storcere il naso quando Kean fa una tripletta come quella di ieri, da grande numero nove. Però delle tante cessioni effettuate quest'estate è l'unico a fare la differenza. Neanche Chiesa, "svenduto" al Liverpool, sta facendo pensare ad avere sbagliato le scelte. Attendendo però gennaio con impazienza per il nuovo attaccante.


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