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E COSI' LA JUVE E' TORNATA AL PUNTO DI PARTENZA...

di Thomas Bertacchini

Lo scorso campionato era capitato in prossimità di Natale, in questo alla vigilia di Pasqua: per due volte, a distanza di poco tempo, il Catania si è presentato allo stadio "Olimpico" di Torino per incontrare la Juventus nelle immediate vicinanze di una delle festività proprie della religione cristiana, ed in entrambe le occasioni non è accaduto che tornasse in Sicilia a mani vuote.

Domenica 20 dicembre 2009 vinse con il risultato di 2-1, proprio come nel film "Al bar dello sport", girato nel 1983 con Lino Banfi nelle vesti di protagonista principale. Nella finzione cinematografica il goal decisivo di Aldo Cantarutti regalò un inaspettato tredici miliardario (c’erano ancora le vecchie lire) all’attore di origine pugliese, che non credeva ad una possibile vittoria esterna del Catania contro la Vecchia Signora dato che mise "2" in schedina su quella partita soltanto per aver seguito l’imbeccata di un altro giocatore incallito, interpretato da Jerry Calà. Nella realtà dei fatti, invece, fu l’argentino Izco a consentire ai siciliani di ottenere un successo che sotto la Mole mancava dal lontano 1963. Uno dei tanti tabù sfatati dalla Juventus nel corso degli ultimi cinque anni.

Martinez, quando ancora non vestiva la maglia bianconera, portò in vantaggio gli ospiti su calcio di rigore, Salihamidzic siglò il momentaneo pareggio nella ripresa e Izco - come detto - chiuse il conto a tre minuti dalla fine dell’incontro. Il Catania si presentò a Torino da ultimo in classifica, avendo totalizzato la miseria di nove punti in sedici giornate di campionato. Arrivava, oltretutto, da tre sconfitte consecutive.
Quella gara certificò il fallimento di un’intera stagione quando ancora mancavano cinque mesi alla sua conclusione. La Juventus aveva dato il meglio di sé nel recente incontro casalingo contro l’Inter (2-1, del 5 dicembre), in compenso aveva perso le altre cinque partite disputate in quel periodo: Bordeaux e Bayern Monaco in Champions League (con la conseguente eliminazione dal torneo), Cagliari, Bari e - appunto - Catania in serie A. Come obiettivi le restavano ancora la coppa Italia e l’Europa League, ma ciò non bastò per placare l’ira di buona parte del pubblico bianconero presente allo stadio "Olimpico".

Fuori dall’impianto torinese il pullman della squadra venne accolto con un fitto lancio di palle di neve e uova; al suo interno i sostenitori intonarono cori in favore dell’arrivo di Andrea Agnelli, schierandosi apertamente contro la dirigenza ed alcuni giocatori.
Il giorno che precedette la gara Ciro Ferrara, al momento ancora allenatore della Juventus, dichiarò: "Non è una conferenza stampa d’addio, anche perché, se in campionato abbiamo fatto degli errori, non siamo stati gli unici e siamo ancora in gioco. Ma dobbiamo sbagliare meno, in generale e soprattutto rispetto a chi ci precede".

Trascorso poco più di un anno, due allenatori e dopo molte altre sconfitte, la musica non è cambiata. Il pareggio ottenuto domenica scorsa ha tolto a Madama le residue speranze di raggiungere un quarto posto in classifica che - visto l’andamento della stagione - avrebbe avuto il sapore di un’impresa. Il campionato ha emesso il primo verdetto definitivo: la retrocessione del Bari, ultimo con sole quattro vittorie racimolate in otto mesi. Una di queste, ovviamente, con la Vecchia Signora, abile a rendere felici, prima o poi, tutti quelli che hanno la fortuna di incontrarla sulla propria strada.
Tutti, tranne i suoi sostenitori.

La nuova Juventus ha aperto il suo cantiere in estate con l’obbligo morale di lasciarsi alle spalle i ventisette punti di distacco accumulati al termine della scorsa stagione dall’Inter vincitrice del tricolore; attualmente sono ventuno quelli che la separano dal Milan prossimo alla conquista dello scudetto. Mancano ancora quattro giornate al termine della manifestazione, e se i rossoneri non dovessero rallentare il loro ritmo sino all’ultima partita non è da escludere che la classifica finale possa diventare per i bianconeri una copia esatta di quella precedente.

Nella sostanza dei fatti cambierebbe poco o nulla, così come si rasenterebbe il ridicolo se l’eventuale raggiungimento di una sesta (o di una quinta) posizione venisse spacciato come un piccolo passo in avanti rispetto al recente passato.

Nelle considerazioni estive della nuova dirigenza quello che sta per avviarsi alla sua conclusione doveva essere un anno di transizione, i tifosi avrebbero dovuto capirlo e portare pazienza dato che il raggiungimento di traguardi importanti sarebbe potuto avvenire solamente per gradi, considerando le difficoltà nell’operare sulle macerie rimaste dopo quattro anni di gestione della società ad opera di Jean Claude Blanc.
Senza dimenticare i reali valori espressi sul campo, era quindi difficile ipotizzare un balzo dal settimo posto al primo, motivo per il quale - a malincuore - il raggiungimento di un piazzamento che consentisse alla Juventus la possibilità di partecipare alla prossima edizione della Champions League poteva considerarsi l’obiettivo maggiormente alla portata del club.

Ricacciata da dove era partita, Madama potrà ricominciare la prossima stagione senza l’assillo di dover promettere qualcosa a qualcuno: alle sue parole, ormai, non crede più nessuno.
Cerchi anzitutto di arrivare al giro di boa del campionato senza aver mollato le redini: rispetto agli ultimi anni sarebbe già un risultato importante.
E si tenga stretto Del Piero: a quanto pare non dovrà continuare a spiegare soltanto ai suoi compagni di squadra cos’è la Juventus…