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Dopo Yildiz c'è da salvare Vlahovic. Perché la pressione rischia di bruciarlo

di Andrea Losapio

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Lo è per Yildiz, soprattutto in virtù della numero dieci e di un ingaggio che è stato aumentato di molto, arrivando al milione e mezzo, forse il più alto della Serie A per un teenager. Le sue prestazioni sono in miglioramento dopo una fase di appannamento, ma resta da capire se le pressioni subite possono essere state un freno alla sua evoluzione, visto che partendo dalla panchina la situazione è decisamente cambiata.

Si può dire che dopo avere salvato il soldato Yildiz, ora serve aiutare Dusan Vlahovic. I suoi milioni di stipendio sono 12, ben otto volte quello di Yildiz, in virtù di un bonus alla firma spalmato sugli ultimi due anni di contratto. In più c'è questa questione sul banco, perché fra venti mesi scadrà e non c'è ancora un accordo per il prolungamento. Il rischio di un Chiesa bis non è ancora concreto, ma nemmeno sottovalutabile.

Il problema contingente è che la pressione rischia di bruciarlo. Un gol su otto segnati finora è stato siglato allo Stadium. È la cartina tornasole di chi ha tutte le attese su di sé, perché guadagnando così tanto dev'essere deputato a fare la differenza in ogni occasione. O almeno questa è l'idea. 


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