.

DEL NERI, LA JUVE ED I "PARTICOLARI IMPORTANTI"

di Thomas Bertacchini

Guardando la classifica dall’alto verso il basso e scorrendo il calendario, si può vedere come il Milan - in questa stagione - abbia già affrontato Juventus, Napoli, Lazio, Roma e Palermo, vale a dire le cinque formazioni più vicine ai rossoneri nelle primissime posizioni. In questi scontri diretti gli uomini di Allegri hanno accumulato due vittorie, due sconfitte ed un pareggio. Un po’ poco, almeno per ora, per una squadra che dovrebbe dominare il campionato.

La disfatta nell’anticipo di ieri contro i giallorossi coincide - guarda caso - con una gara nella quale Ibrahimovic non è riuscito a mettere il suo nome nel tabellino dei marcatori, a differenza di Borriello che, con il classico goal dell’ex, ha permesso alla Roma di sbancare Milano.
Lo svedese, viceversa, aveva segnato nelle altre quattro partite: inutile ai fini del risultato finale quello realizzato contro la Juventus; decisivo in occasione del pareggio in trasferta contro la Lazio (1-1, 22 settembre), nel 2-1 finale contro il Napoli allo stadio "San Paolo" (25 ottobre) e nel vantaggio sul Palermo prima dell’ultima marcatura di Robihno a "San Siro" (3-1, 10 novembre).
Se in più dovessimo aggiungere il derby contro l’Inter (14 novembre), basterebbe annotare l’ennesima rete vincente di Ibrahimovic nell’1-0 finale.

A leggere i numeri relativi alle partite dei rossoneri, acquista ancora più peso la dichiarazione di Giuseppe Marotta di pochi giorni fa: "Milan più forte? Il campionato è ancora lungo, ma se il Milan è Ibra-dipendente noi puntiamo di più sull'organizzazione di squadra, tanto che abbiamo mandato in goal tanti giocatori diversi".
Alla Juventus che ancora detiene il primato del miglior attacco della serie A (31 reti segnate in 16 gare disputate) si chiede oggi la terza vittoria consecutiva dopo le ultime due ottenute contro il Catania e la Lazio. In questa stagione sarebbe una novità assoluta, e capiterebbe proprio nel momento giusto: nella trasferta in Sicilia gli uomini di Del Neri dovevano dare una risposta importante ai rossoneri dopo il loro 3-0 interno sul Brescia, e ne venne fuori un successo in un campo rimasto imbattuto per quasi un anno (dal 13 dicembre 2009); contro i biancocelesti c’era un secondo posto in classifica da agguantare ed un Diavolo da non far scappare, ed ecco la volata finale di Krasic per una vittoria che definire emozionante è dire poco; contro il Chievo si presenta adesso l’opportunità di avvicinarsi ulteriormente al Milan in classifica, proprio quando si parlava della squadra di Allegri come la sicura vincitrice del titolo (platonico) di campione d’inverno.

Fa piacere pensare che la rincorsa della Vecchia Signora sia coincisa con la sua ultima sconfitta, quella subita lo scorso 23 settembre. Sempre Marotta, nel corso di una recente intervista trasmessa su "Juve Channel", nel rispondere alla domanda "L’entusiasmo la sorprende?" (riferita, ovviamente, all’ambiente bianconero), ha dichiarato: "Lo sento, è palpabile. Tutto è cominciato con la sconfitta interna contro il Palermo: è una rarità essere chiamati sotto la curva dopo un ko. E’ una cultura diversa nel calcio italiano sempre esasperato. La gente crede nel progetto Agnelli". Per i tifosi juventini, quelli che vengono ripetutamente dipinti dagli organi di informazione come brutti, cattivi e "squalificati", è una dolce musica per le loro orecchie.

Complice l’eliminazione dall’Europa League, adesso Del Neri avrà più tempo per "poter lavorare con calma su quei particolari che sono importanti nel nostro modo di vedere il calcio". Un vantaggio verso le rivali nelle prime posizioni in classifica. Milan compreso, ovviamente. Che si troverà a dover affrontare il Tottenham nella gara di ritorno valida per gli ottavi di finale della Champions League il 9 marzo 2011, pochi giorni dopo aver disputato la partita di campionato contro la Juventus allo stadio "Olimpico" di Torino (si svolgerà - con ogni probabilità - il sabato precedente).

E mentre le squadre impegnate nelle manifestazioni europee riprenderanno i loro cammini il prossimo febbraio, l’Inter torna da Abu Dhabi con una Coppa del Mondo in più, ma - probabilmente - con un allenatore in meno. Tanto tuonò su Benitez, che alla fine l’allenatore esplose: accusato dal mondo intero di tutto quanto di negativo è capitato ai nerazzurri in questi primi mesi della stagione, ha saputo aspettare il momento giusto per rispondere a tono, togliendosi tutti i sassolini dalle scarpe. Non si è dimenticato neanche di Rui Faria, il preparatore atletico e collaboratore di Mourinho, che poco più di due settimane fa aveva ironizzato sul suo operato: "L’ultima stagione ha portato tituli e autostima. Di spremuto, forse c’è solo una cosa. Da un punto di vista scientifico, la causa principale di questi infortuni può essere la preparazione. Perché è l’unica cosa cambiata rispetto all’anno scorso: giocatori, medici e calcio italiano sono gli stessi. E poi, scusi, prepararsi significa anche recuperare. Se una squadra è un po’ stanca te ne accorgi a inizio stagione: programmi la preparazione con questo obiettivo. Com’è possibile dopo 5 mesi parlare di squadra stanca? È il contrario: se fosse stata stanca, 5 mesi sarebbero stati sufficienti per recuperare" .
Nell’esplosione di Benitez nell’immediato dopo gara, c’è stato spazio per affrontare anche questo argomento: "Voglio capire cosa fanno i giocatori. Questi ragazzi arrivano da due anni senza fare palestra e per compensare il lavoro atletico ci vanno, e allora nascono i problemi e gli infortuni".
Un bell’ambiente, non c’è che dire. A quanto pare Mourihno non era l’unico tecnico a non essere "pirla" nella Milano nerazzurra. Qualcuno se ne sta accorgendo soltanto adesso.

Questo è un altro vantaggio psicologico per gli uomini di Del Neri rispetto ad una delle avversarie dirette. Da sfruttare. Cominciando da Verona, se possibile.
 


Altre notizie
PUBBLICITÀ