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Da venti anni, è il patrimonio del calcio mondiale: semplicemente Gianluigi Buffon

di Caterina Baffoni

Nel calcio, si sa, quello che più conta è vincere e per farlo, al termine dei 90 minuti, occorre aver realizzato almeno un goal in più del proprio avversario. Ovvio.

La tattica, l'atteggiamento in campo, la propensione ad offendere, sono ovviamente delle caratteristiche importanti per ottenere una vittoria, sudata, meritata o meno, ma un ruolo essenziale è ricoperto dalla difesa e soprattutto dall'estremo difensore, colui che per primo difende al massimo i colori della maglia: il portiere.

Vi sono bravi portieri, poi ci sono quelli esperti, infine, i fuoriclasse: quei giocatori che da soli possono fare la differenza e determinare il risultato finale di un match.  E poi, c'è Gianluigi Buffon: un asso, un fantasista tra i pali, un portiere dotato di una tecnica perfetta, bravo con i piedi, reattivo, ottimo in tutte le mosse fondamentali : uscita alta, uscita bassa, tuffo, posizionamento tra i pali e bloccare la palla.  Si tratta di un patrimonio del calcio mondiale, e non lo scopriamo certamente oggi. Che si sia riaffermato ogni anno, mentre tutti lo davano per finito, vogliamo gridarlo a voce alta.

Un grande portiere ma anche un grande uomo capace di mettere d’accordo tutti i tifosi italiani: il portiere italiano più forte di tutti i tempi.

Nato a Carrara il 28 gennaio 1978, Gianluigi Buffon è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Parma, nelle quali approdò nel 1991 dal Bonascola per il costo di 15 milioni di lire. Fino ad allora Gianluigi aveva ricoperto il ruolo di centrocampista, ma nel 1992, complice l'assenza di entrambi i portieri, fu costretto a giocare in porta. Ed è da questo momento che venne scritta la storia del portiere più forte del mondo. Chiamatelo caso, oppure destino, fatto sta che 3 anni dopo, causa l'infortunio di Bucci, Gigi fece il suo esordio in prima squadra nella partita Parma-Milan, il 19 novembre 1995, terminata 0-0: alla fine del match il portierone di Carrara fu il migliore in campo, andando a meritarsi il posto di titolare per tutta la stagione successiva. Nella partita successiva, Parma-Juventus, disputata il 26 novembre 1995 e terminata con il risultato di 1-1, Buffon subì il suo primo gol in serie A, proprio da quella squadra che gli ha permesso di entrare nella storia del calcio, la Juventus.

Dopo 6 stagioni con la maglia del Parma, Buffon approdò alla corte della Vecchia Signora nel 2001, per la cifra record di 75 miliardi di lire, tutt'oggi la cifra più alta mai spesa dalla Juve per un calciatore. Alla corte degli Agnelli ha disputato 12 stagioni (compresa quella in corso), collezionando la bellezza di 14 trofei: 7 campionati, 5 supercoppe italiane, una coppa Italia e un campionato di serie B. A Torino Gigi Buffon ha vissuto tante bellissime esperienze, ma anche molte delusioni, come la finale di Champions League persa nel 2003 contro il Milan e la retrocessione nel 2006 in serie B dopo lo scandalo di Calciopoli. La sua decisione di restare, insieme ad altre bandiere della squadra, l'ha reso idolo della tifoseria bianconera, secondo soltanto ad Alessandro Del Piero. Dall'addio di Pinturicchio,  Buffon è divenuto il capitano della Juve.

Con 123 presenze all'attivo, Gianluigi Buffon è il terzo tra i giocatori che hanno collezionato più presenze con la maglia azzurra. Nel 2006 è stato uno dei maggior protagonisti della vittoria dei Mondiali di calcio in Germania, fatto che gli ha permesso di candidarsi per il Pallone d'oro, trofeo vinto poi da Fabio Cannavaro. Dal 2010, dopo l'addio al calcio giocato di Cannavaro, Buffon è divenuto anche il capitano della nazionale. Una leggende vivente.

 

L'IFFHS, Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio, ha inoltre premiato Gianluigi Buffon come miglior portiere in attività per ben 4 volte, oltre al premio di miglior portiere del decennio 2000-2010, di miglior portiere del quarto di secolo 1987-2011 e di miglior portiere del XXI secolo.

Unico neo nel suo palmarès è dato dal fatto di non aver ancora vinto una Champions League: è l'unico trofeo che manca nella bacheca del portierone di Carrara, ma siamo certi che farà di tutto per vincere da capitano della Juve l'ambita “coppa con le orecchie”, prima di ritirarsi dal mondo del calcio giocato.

Un giocatore infinito, che compirà a partire dal 23 Agosto contro l'Udinese, 20 anni da professionista. Carico per altre sfide.

Ormai, leader incontrastato di bianconeri e Nazionale, a 37 anni Gigi riparte in questa settimana con tanti nuovi traguardi e più responsabilità.

Leader massimo, ora più che mai. Che Gigi Buffon fosse il Capo dello spogliatoio Juve non ci sono mai stati dubbi. Ma in questa stagione, almeno inizialmente, peseranno non poco le assenze di pilastri come Andrea Pirlo e Carlos Tevez, gente che per personalità e carisma poteva tranquillamente supportare quasi alla pari il Capitano. Già scelti gli eredi, dna rigorosamente bianconero: corso accelerato e "promozioni" in vista per Giorgio Chiellini e Claudio Marchisio; il vertice del battaglione bianconero va mantenuto granitico.
Ma ad aprirsi è soprattutto l’ennesimo capitolo della leggenda: col numero 1 sulle spalle, juventino doc, ma campione di tutti. Volto e portiere che il mondo ci invidia ormai da venti anni. Sì, proprio venti sono gli anni di calcio professionistico: Gigi li festeggerà in pieno autunno. Un esordio da predestinato, 19 novembre 1995: dentro a 17 anni a difendere la porta del Parma contro il grande Milan di Fabio Capello; finisce 0-0, miracoli a raffica, la sensazione immediata di essere di fronte a un marziano. Da allora è stato un crescendo irresistibile, pieno di gloria e con rarissime sbavature: esaltante l’imprudente teenager parmigiano, inimitabile il Superman campione del mondo nel 2006, ancora ai vertici internazionali (37 anni compiuti a gennaio) che nessuno riesce a insidiare sia nel club bianconero sia in Nazionale.

 Gigi, ormai icona bianconera. Mostro sul piano tecnico, ma anche dai profondi valori dello sport, visto che insieme all'altro monumento juventino, Del Piero, non esitò un istante a scegliere di giocare in B nel 2006. Le sue parate decisive ha regalato tanti punti alla Juventus, che però gli ha regalato una seconda giovinezza, con una squadra che è tornata a vincere prima del previsto e con un atteggiamento di assoluta fiducia anche quando lo aspettava durante la convalescenza. Una grande ingiustizia sportiva, è stata senz'altro quella di non avere vinto il pallone d'oro nel Mondiale 2006: torneo in cui Buffon non fu decisivo (per i blues lo calciò fuori Trezeguet), mentre durante il match aveva effettuato una parata eccezionale su Zidane tenendo gli azzurri in partita in finale. Ma è anche il campione della comunicazione, perchè sempre, anche nei momenti più difficili, gli è uscita dalla bocca la frase più appropriata per mandare messaggi positivo o critici all'indirizzo di chiunque, anche se stesso, senza mai inciampare nella banalità. 

Semplicemente, Gianluigi Buffon.


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