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CONTE integrale: "Il Milan passeggia su tutti, Juve favorita solo per il suo nome. Raggiunto il 1° step. Pirlo out? Fiducia nel sostituto. Risparmiare i diffidati? Non mi interessa niente, ma in difesa..."

di Redazione TuttoJuve

Alla vigilia della sfida casalinga contro il Cesena, l'allenatore della Juventus, Antonio Conte, si è presentato alle 10:00 in punto al Media Center di Vinovo per rispondere alle tante domande dei giornalisti. Ecco la trascrizione integrale ed in tempo reale della conferenza stampa, a cura della redazione di TuttoJuve.com:

"Buongiorno a tutti".

Buongiorno Antonio. Allegri ha detto che la Juve è sempre più favorita. Ti chiedo: sta bluffando, o è come quando si gioca a palla avvelenata, che nessuno è favorito?
"Mah...questo non lo so. Io so soltanto che il Milan l'anno scorso ha vinto lo scudetto e quindi Allegri è ripartito su una base che ha vinto lo scudetto. Una base importante e chi vince l'anno prima lo scudetto non può dire: 'Vediamo che succede l'anno prossimo'. La differenza sostanziale penso che stia lì. Noi, invece, veniamoda due settimi posti, non da uno, da due, e penso che sicuramente per il nome, la Juventus, è giusto sempre che stia nel lotto delle favorite, però per i fatti accaduti ultimamente secondo me non era giusto inserire - tra virgolette - la Juventus tra le favorite. Così come non è stato inserito il Palermo che è arrivato ottavo. Così come non è stata inserita l'Udinese che è arrivata quarta. Ripeto, poi, al di là di questo, è giusto guardare sempre in casa nostra. io nel momento in cui sono diventato allenatore della Juventus mi sono posto degli step. Il primo step era quello di tornare ad essere competitivi. Che significa tornare ad essere competitivi? Tornare ad avere credibilità agli occhi dei nostri tifosi, tornare ad avere credibilità agli occhi degli avversari. Io penso che questo step lo abbiamo raggiunto e non era facile. Adesso c'è il secondo step e poi ce ne saranno altri. Il secondo step qual è? Mantenere la competitività. Cosa che negli anni passati non si è riusciti. Quest'anno invece dobbiamo essere bravi. Adesso abbiamo dimostrato di essere competitivi, adesso dobbiamo mantenere questa competitività. Come? Continuando a mantenere la giusta concentrazione, la giusta attenzione, la voglia, la giusta determinazione, questa grande organizzazione che abbiamo, questa crescita da parte di tutti quanti i calciatori e confermarci nei piani alti della classifica. Poi ci sarà un altro step. Però, come dico, quando si costruisce, anche l'ingegnere che prende un progetto, si pone degli step: io mi sono posto questi step. Il primo siamo riusciti a raggiungerlo anche in poco tempo, adesso il secondo step è quello di mantenere questa competitività, lasciando stare cosa dicono gli altri, lasciando stare. Penso che ognuno debba guardare in casa propria e noi guardiamo in casa nostra, perchè ognuno conosce i propri pregi e i propri difetti, quindi...niente. Punto".

Contro Inter, Napoli e Lazio si dice che le motivazioni si trovano da sole. Contro il Cesena bisogna forse stimolare in maniera diversa. Tu prima di Napoli e Lazio avevi detto che la partita più importante era quella che arrivava prima, quella con la Lazio. In questo caso, visto che dopo c'è la Roma, il fatto di avere così tanti diffidati ti può far pensare a qualche cambio?
"Ma non mi interessa, non mi interessa niente. I tre punti di Cesena sono come i tre punti con la Roma. Cioè, è pensare un qualcosa che deve ancora venire e magari perdo qualcosa che devo conquistare domani. Per noi la partita - tra virgolette - della vita è sempre la prossima, quindi quella col Cesena, perchè non è detto da nessuna parte che abbiamo tre punti in tasca. E qui torniamo al discorso del secondo step: quello di confermarci competitivi in tutto, nell'atteggiamento, e anche in una gara nella quale guardando la classifica si affrontano la prima e la penultima. Sembrerebbe tutto facile, invece io dico che vincendo col Cesena daremmo sicuramente grande valore alla vittoria con la Lazio ed al pareggio contro il Napoli; non vincendo col Cesena, ridimensioneremmo di tanto queste due trasferte insidiose che abbiamo affrontato. Noi però affrontiamo questo secondo step. Rimanere competitivi significa mantenere le zone alte della classifica e domani c'è un impegno importante contro una squadra che non ha nulla da perdere. Abbiamo noi da perdere tutto, perchè tutti si aspettano che domani la Juventus passeggi, ma in serie A, tranne il Milan, che sta passeggiando ultimamente su tutti, non vedo grandi passeggiate. Ecco, tornando al Milan, quello che tra virgolette mi lascia esterrefatto, al di là che nelle ultime otto partite ne ha vinte sette e pareggiata una, è come le ha vinte. Tranne il primo tempo di Lecce, dove ha rimontato poi quattro gol nel secondo tempo, ha vinto passeggiando".

Quanto pesa l'assenza di Pirlo? E' un giocatore insostituibile?
"Sappiamo tutti l'importanza di Andrea. Quando parlo di Pirlo, mi piace parlare più dell'uomo che del calciatore, perchè il calciatore lo conoscono un po' tutti, io invece ho avuto la fortuna, visto che lo alleno, di conoscerlo e lo sto conoscendo anche come uomo. Quindi sicuramente è un giocatore importante per noi, sotto tutti i punti di vista, però sono convinto anche che chi giocherà domani insieme alla squadra cercherà di non far rimpiangere questa assenza, sapendo che Andrea resta un punto di riferimento importante. Però ho grande fiducia in chi sostituirà Andrea, perchè ci sarà anche una squadra che invece di fare 100 quando c'era Andrea, farà 120 per cercare di mettere anche nelle migliori condizioni chi entra a fare benissimo". 

Forse stavi per finire il concetto sul Milan. Cos'è che ti lascia esterrefatto? La forza di questo Milan o l'arrendevolezza di certe squadre che quando arrivano davanti al Milan sembrano sciogliersi troppo velocemente?
"No, è la forza del Milan. Non penso che...nessuna squadra è arrendevole. Anzi. Chi affronta le grandi squadre le affronta sempre con grande furore, con grande piglio, preparando la partita in maniera dettagliata. Ma non è che sto a scoprire l'acqua calda quando parlo del Milan. Parlando del Milan ho detto... signori, il Milan per noi deve essere un motivo di orgoglio, perchè vedere il Milan giocarsi in casa la partita col Barcellona, tenere testa alla squadra più forte del mondo, deve comunque essere un motivo d'orgoglio e di soddisfazione per l'intero movimento calcistico italiano, che in questo momento è in grande difficoltà a livello europeo. Quest'anno, grazie al Milan, grazie al Napoli, grazie all'Inter, speriamo, speriamo - ma lo dico seriamente, non è che voglia gufare qualcuno - di riuscire a portare tre squadre al secondo turno, visto che ultimamente ne avevamo quattro e ne abbiamo perse tre. In coppa Uefa si stenta sempre, ma anche in coppa Uefa sembra che comunque ci sia la volontà e la speranza che tutte quante possano superare il turno. Ma perchè? Perchè fa bene a tutto il movimento calcistico, che - non nascondiamo  - è in crisi. Invece vedere che in Europa ci stiamo riprendendo sicuramente ci dà forza, perchè significa che stiamo tornando ad essere competitivi e questo è molto importante. Ripeto, non vedo perchè io non debba elogiare il lavoro altrui. L'ho fatto anche col Napoli, quindi ...se le cose vengono fatte bene, è giusto che si dica bravo. Non sempre si deve attaccare qualcuno. Il Milan sta facendo le cose per bene, complimenti al Milan perchè ha la squadra forte, la gufata, non gufata...queste sono cose da bar. Io parlo di calcio e ho elogiato il Napoli così come elogio il Milan, perchè sta facendo delle cose importanti. Noi ci siamo incamminati e speriamo di farle pure noi, quanto prima".   

Tu dici di pensare una gara alla volta e può essere giusto. Però in questo caso le diffide possono crearti un problema, perchè nella malaugurata sorte che saltassero tutti e due, sia Chiellini che Bonucci, rimarresti senza un centrale. O meglio, c'è un centrale come Sorensen, che però ha zero minuti in questo campionato. Questo ti può far riflettere un attimino in previsione della gara successiva?
"Sì, il reparto difensivo sicuramente è l'unica cosa che mi riflettere".

Volevo chiederti Antonio qual è il terzo step...
"Il terzo step io... prima di oggi non conoscevate neanche il primo, no? (ride, ndr). Quindi già avervi svelato il primo e aver iniziato a parlare del secondo, io penso che basti e avanzi oggi".

Si è parlato tanto della reazione negli spogliatoi, a livello di testa. Oggi nel calcio moderno cosa conta di più, la tattica oppure motivare la testa dei giocatori?
"Questa è una bella domanda. Penso che nel calcio di oggi - ma sempre - siano importanti tanti aspetti, basti pensare che noi quando facciamo il corso a Coverciano, la psicologia viene messa tra le materie da studiare. Un allenatore al di là di essere prepararato nel discorso tecnico, tattico e fisico, secondo me deve essere preparato anche sotto il profilo psicologico, deve essere preparato quindi sotto il profilo della gestione, perchè non va sottovalutato questo aspetto, che diventa fondamentale in tutte le situazioni: sia nelle situazioni positive, quando c'è da dare qualche bastonata se c'è troppa euforia, sia nelle situazioni negative, quando bisogna capire perchè scaturiscono; se è per mancanza di volontà o di voglia, è un discorso, se per altre situazioni, è un altro. Come quella di Napoli, perchè secondo me il primo tempo di Napoli non deve far pensare che non ci fosse voglia e determinazione. Sicuramente il Napoli, rispetto a noi, si stava giocando la partita della vita e noi eravamo un po' più soft rispetto a loro, ma è bastato parlare, dire due cose, aggiustarci anche con i movimenti, per sistemare le cose. Il calcio non è matematica, tante volte dice sul 2-0, 'hai sbagliato tutto, hai sbagliato modulo, hai sbagliato calciatore, hai sbagliato tutto, adesso ricambia tutto e ricambia i giocatori'. Magari ci sono dei momenti in cui l'allenatore si rende conto che ci sono delle cose sbagliate, ma a Napoli non c'era nulla di sbagliato, niente di tutto questo, e la dimostrazione è che io sono tornato in campo con la stessa formazione, con lo stesso modulo e le cose sono cambiate. Poi al di là del discorso fisico o non fisico, anche noi arrivavamo da una partita giocata sabato all'Olimpico e non certo contro l'ultima; anche noi venivamo da due giorni - tra virgolette - di recupero come il Napoli, quindi non è che il Napoli fosse avvantaggiato rispetto a noi da un punto di vista fisico perchè aveva una partita in più. Saremmo stati più avvantaggiati se l'avessimo giocata prima del rinvio. Stavolta, a livello fisico, eravamo di parigrado".(redazione TuttoJuve.com)

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