
Se dovessimo fare un parallelismo con il mondo calcistico,potremmo tranquillamente
associare Sportitalia all'Udinese della famiglia Pozzo. Sì, perché dati Auditel alla mano, possiamo tranquillamente emettere la seguente sentenza: l'emittente milanese è diventata a tutti gli effetti il canale tematico dedicato allo sport più seguito in chiaro, pur non essendo munita di risorse monetarie illimitate. In merito abbiamo contattato proprio il giornalista conduttore televisivo, irpino, classe '83.
Che ci ha spiegato tutti i dettagli di questo enorme successo. ALLORA direttore: con la nuova annata calcistica è iniziata su Sportitalia una nuova trasmissione che si intitola "Che DomenicA". Quando e come è nata quest'idea? L'idea nasce dalla voglia di creare un programma alternativo. Negli ultimi anni abbiamo intrapreso più sfide e le abbiamo vinte.
Ci aspettavamo grandi riscontri, ma non così strepitosi. E, proprio per questo motivo, abbiamo ideato e creato questa nuovo progetto. Consci del fatto che abbiamo tutte le qualità per poter far bene. QUAL è lo staff che compone questa tramissione?
E' uno staff di primissima qualità. Abbiamo due grandi tecnici che portano al nome
di Delio Rossi e Claudio Gentile, inoltre ci sono tre grandissimi giornalisti che sono: Alberto Cerruti, nonché prima firma della Gazzetta dello Sport, Alfredo Pedullà nostro
grandissimo esperto di calciomercato e, per concludere, Giancarlo Padovan che voi di Calcio Gp conoscete molto bene (sorride, ndr). Senza contare che ogni settimana avremo anche un tesserato in attività. CON l'uscita di scena di Controcampo la sua trasmissione avrà il compito di coglierne l'eredità per quanto concerne la televisione in chiaro. Una bella responsabilità sia per lei in quanto ideatore e conduttore di questo nuovo progetto,
che per Sportitalia in generale. La responsabilità non mi spaventa.
Se nel corso degli anni abbiamo raggiunto ottimi risultati è perché siamo in grado di dire la nostra in ogni circostanza, per cui sono pronto a "fare la guerra con le
pistole ad acqua". Controcampo era il più temibile dei concorrenti, visto che
avevano un target simile al nostro che varia dai vent'anni a cinquant'anni d'età. Ecco,
noi dovremo essere bravi a sfruttare quest'occasione. UN'ALTRA bella novità (inusuale per i telespettatori di Sportitalia), è l'apertura al pubblico a "Che DomenicA". Un modo per
far sentire vicino il canale ai propri fedelissimi? Ho richiesto espressamente la presenza
del pubblico. Con l'inclusione di questo elemento anch'io posso dare di più. Posso interagire e giocare con loro, la presenza attiva del telespettatore presente in sala ti dà ritmi. E' un ospite in più che mi diverte. DAL 6 febbraio 2004 è nato un mostro. In
sei anni e mezzo di vita Sportitalia è riuscita a diventare una chiave primaria per il
classico telespettatore amante dello sport in generale. Qual è il segreto di questo rapido
successo? Il merito principale va dato a una persona: Bruno Bogarelli. Editore-direttore di questo canale. E' l'unica persona con cui non ho mai litigato nella mia vita. E' un grandissimo professionista che sa fare televisione nel vero senso della parola. Sa fare TV da cento mila euro con mille euro di budget. Inoltre, per usare un linguaggio calcistico, è un allenatore. Se in rosa ha il classico numero dieci gli offre libertà. Con lui ho trovato piena disponibilità e grande professionalità, tra noi c'è
un ottimo rapporto. PASSIAMO alla Juventus. Il mercato conseguito dal duo Marotta-Paratici in questa sessione estiva l'ha convinta? Al 65-70 per cento sì. Se l'obiettivo della Juventus è quello di vincere lo scudetto, non credo a questa possibilità. Se invece la Vecchia Signora ha l'intenzione di puntare al terzo posto se la può giocare. In termini globali: il mercato mi ha convinto abbastanza.
ANNATA calcistica nuova, allenatore nuovo.
Antonio Conte secondo lei è l'uomo giusto per poter far rinascere la Vecchia Signora?
Conte è un allenatore bravo, un tecnico preparato. Ha sicuramente un carattere molto
forte, e questo potrebbe essere un rischio.
Soprattutto se dovesse scontrarsi con i senatori che compongono la rosa juventina.
I bianconeri, da pochi giorni, hanno inaugurato il nuovo stadio. Il club torinese è diventato il primo ad avere un impianto di proprietà in Italia. Un motivo di vanto e
per la stessa società e per l'intero calcio italiano? Per la società è sicuramente un motivo di vanto, per il calcio italiano no; se solo un club nella massima serie può vantare di avere uno stadio di proprietà significa che qualcosa non funziona. Speriamo che la Juventus possa essere d'esempio. Ora i bianconeri hanno un gioiellino da far sfruttare al meglio. QUESTA annata si preannuncia come l'ultima nelle fila juventine per Alessandro Del Piero. Sarà strano vedere una Juventus senza l'uomo di Conegliano?
Risponderei semplicemente: gli anni passano per tutti. Del Piero è un signore, è stato
ed è tuttora un grandissimo, rispecchia in pieno la juventinità. Il problema vero, però,
sarà un altro: sostituirlo degnamente.