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C'è una soluzione per l'assenza di Vlahovic. O provare con la Next Gen

di Andrea Losapio

Prima o poi doveva accadere. Sarebbe stato troppo bello che Vlahovic non avesse mai niente, nemmeno un raffreddore. Alla fine è arrivato un problema muscolare, la cui entità va anche valutata, che di fatto toglie il numero nove dalla circolazione. Anzi, per aumentare ancora più il carico, toglie l'unico numero nove della rosa dalla circolazione. Perché Milik continua a essere un desaparecido - tornerà a dicembre? Così si sussurra - e l'intenzione è quella di adattare Timothy Weah. Che, però, non è come il padre George, ma è più una seconda punta, un giocatore di movimento e che allarga la difesa avversaria. Insomma, l'ariete non c'è.

Ed è evidentemente un problema nel momento in cui ci sono partite di importanza alta se non altissima. Il Milan è già un banco di prova che potrebbe portare grattacapi: vincere significherebbe andare a più nove, virtualmente più sei visto che i rossoneri devono recuperare con il Bologna. Perdere li vedrebbe avvicinare e, soprattutto, perdere contatto con la vetta che è sì distante due punti, ma in mezzo ha cinque squadre e qualcuna, anche solo per il calcolo delle probabilità, si porterà a casa punti.

Così la soluzione è sì, Weah, oppure sperare che qualcuno arrivi dalla Next Gen e faccia come Savona. La sensazione è che i ruoli siano diversi, così come la preparazione. Per dirne uno, Mancini è stato pagato due anni fa più di due milioni, eppure non ha ancora segnato in C in questa annata. Ci sarebbe Afena-Gyan, che di campionati in A ne ha già fatti. Ma non all'altezza della Juventus.


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