Brutti ma buoni. E ci sono altre quattro partite facili
È forse il momento migliore della Juventus degli ultimi anni. O meglio, da quando Massimiliano Allegri vinceva con il minimo scarto, ma veniva comunque criticato per il proprio atteggiamento attendista. Non quello che ha fatto Spalletti ieri sera, va detto, ma con la fortuna degli audaci. Perché il colpo di testa di Moreo è finito sulla traversa, quello di Tramoni sul palo, entrambe le volte con Di Gregorio che ha potuto solamente soffiare e sperare che il pallone non andasse dentro. Sarebbe finita comunque con la vittoria del Pisa? Non è dato sapere. Certamente la Juve avrebbe fatto più fatica a recuperare il risultato.
Brutti, i bianconeri, sono stati brutti. Fino all'ora di gioco, quando è scattato qualcosa con l'entrata di Zhegrova. Un paio di sgasate, tre o quattro imbucate fino a quella decisiva. Poi, appunto, un'altra volta la fortuna per la carambola che finisce sulla gamba di Kalulu, poi su quella di Calabresi per l'uno a zero che spedisce tutto in discesa.
I problemi ci sono, ma come vaticinava Woody Allen in match point è meglio essere fortunati che bravi, nella vita. Ora ci sono quattro partite in cui basterebbe essere bravi - o meglio, più bravi degli altri - per sperare di arrivare alla sfida del prossimo 25 gennaio con il Napoli con l'odore di altissima classifica nelle narici.