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ANDREA AGNELLI E LA SETTIMANA DECISIVA PER LA JUVENTUS

di Thomas Bertacchini

Dai primi test della Juventus targata Antonio Conte sono subito emersi i piedi fatati di Andrea Pirlo e la mano del nuovo allenatore. Nel cuore della linea mediana, ora, la Vecchia Signora ha finalmente inserito il giocatore che le sarebbe servito da anni. Ripensando all’ingente esborso economico per l’acquisto di Felipe Melo, a cui venne chiesto di svolgere le stesse mansioni demandate adesso all’ex rossonero, appare evidente come alcuni settimi posti in classifica collezionati da Madama non sono stati soltanto frutto del destino avverso, ma anche - e soprattutto - di scelte sbagliate sin dal momento del loro concepimento, quando dalle idee di mercato si è passati al "progetto". Per poi finire, inevitabilmente, al "fallimento".

Amichevoli estive come quelle disputate dalla Juventus in questi giorni non possono che lasciare in eredità piccoli spunti di discussione, riservando alle positive impressioni raccolte da Conte ("la disponibilità dei ragazzi è totale") lo stimolo per continuare a lavorare sulla strada appena tracciata. Al resto dovrà pensare il club, immettendo nuovi calciatori di caratura internazionale nella rosa bianconera per evitare di trovarsi di fronte ancora sei squadre al termine del prossimo campionato. In questo senso il nuovo tecnico ha recentemente (e giustamente) messo le mani avanti: "Un grande allenatore lo fa sempre la grande società. Oltre ai grandi giocatori, naturalmente: i protagonisti assoluti sono sempre loro, non si è mai un buon generale se non hai grandi soldati".

Alla ricerca dello "spirito Juve" perso da anni, per ora il popolo di fede bianconera che ha invaso Bardonecchia, acquistato abbonamenti a grappoli per seguire la squadra nel nuovo stadio e che anima il web, si stringe intorno alla voglia di vincere di Conte, sperando si tratti dello specchio fedele dell’intenzione di tornare ai vertici del calcio della società nella stagione dell’ennesima rivoluzione. Quella che, a detta degli interpreti sul campo, dovrà necessariamente essere diversa dalle altre. Così come ha recentemente sostenuto Chiellini: "Stagioni anonime come le ultime due, non voglio riviverle". In realtà, correggendo il tiro delle dichiarazioni del centrale difensivo e considerando che "alla Juventus vincere non è importante, è l’unica cosa che conta", l’anonimato dura da molto più tempo.

All’arrivo di ogni week end, in questo periodo, si finisce sempre - in chiave mercato - per "etichettare" la settimana che verrà col nome di un calciatore, annunciando (salvo poi posticiparli in un secondo momento) blitz improvvisi da parte della dirigenza bianconera per chiudere trattative importanti. E’ stato così sia per Aguero che per (Giuseppe) Rossi. La prossima, piaccia o non piaccia, inizierà invece con un avvenimento "certo" che produrrà effetti "certificabili": il Consiglio Federale della FIGC si esprimerà domani in merito all’eventuale revoca dello scudetto assegnato nel 2006 all’Inter. Se la linea della mancanza di competenza (certificata da tempo) dovesse essere confermata, starà alla Juventus muovere i passi successivi per evitare che siano altri, e non lei stessa, a mettere la parola "fine" a questa storia.

A farlo capire a chiare lettere (comparse sul sito ufficiale del club) è stato Andrea Agnelli: "Ribadisco che ogni azione legale sarà esperita a tutela della Juventus, se l’ordinamento sportivo dimostrerà di non essere in grado di garantire ai suoi membri pari dignità ed eguale trattamento".
Se le azioni dovessero seguire le intenzioni dichiarate, per Madama si tratterebbe di un cambio di atteggiamento epocale, che le farebbe prendere le distanze dagli errori e dai segnali di debolezza più volte mostrati in passato.

Il prossimo fine settembre lascerà definitivamente Torino monsieur Blanc, colui il quale affermava di stare "dalla parte dei giocatori che sentono di aver vinto 29 scudetti e non 27", parlava di "terza stella" per poi andare puntualmente in crisi alle prime domande sull’argomento poste da un qualsiasi giornalista. E per un John Elkann che liquidava la questione con un laconico "noi sappiamo quelli che abbiamo vinto", c’era sempre Cobolli Gigli, abile a dividere e suddividere i tifosi juventini in più categorie e a fare i conti in tasca al popolo bianconero ("Non esistono affatto i retroscena che mettono in giro sul nostro conto, ma che ci volete fare: la Juve ha 13 milioni di tifosi solo in Italia e tra loro esistono tifosi di serie A, B e C. Chiaro che io vorrei fossero tutti di serie A, ma non è possibile" - 27 marzo 2008) .

Tra calciomercato e carte bollate, onestà e prescrizione, illeciti strutturali e reali, la settimana che sta per iniziare vedrà Madama protagonista in più campi. Non c’è soltanto un futuro da costruire, ma anche un passato da riscrivere. Unendoli entrambi, la storia della Vecchia Signora potrebbe ufficialmente ricominciare. Il "buco vuoto" (di successi e significati) iniziato dal 2006 non potrà - comunque - più essere riempito; viceversa, il riconoscimento delle ultime vittorie ottenute sul campo dalla Juventus potrà consentire di rendere il giusto merito ad un team lavorativo con pochi eguali nel calcio. Un gruppo creato da Umberto Agnelli.
Che di Andrea, l’attuale Presidente, era il padre.


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