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A MODENA DENTRO DIEGO, FUORI LE POLEMICHE

di Thomas Bertacchini

"Diego o Del Piero?". Un dubbio che Del Neri aveva già sciolto al momento del suo arrivo a Torino: giocherà la meritocrazia.
Ancora oggi si continua a parlare del dualismo tra i due giocatori, in un attacco dove il nuovo allenatore bianconero ha ripetuto più volte che "non farà mai giocare due punte e un trequartista".
E che il posto di attaccante centrale "se lo giocheranno Amauri e Trezeguet".

Gli undici scesi in campo a Dublino, nell’incontro di andata contro lo Shamrock Rovers, si ritroveranno titolari stasera a Modena.
Diego più avanti, in campo, rispetto alla posizione ricoperta nella scorsa stagione: dai "duetti" al dualismo con Del Piero; dal rappresentare - entrambi - due terzi del reparto offensivo della squadra, ad essere in ballottaggio per un unico posto (in attesa del rientro di Iaquinta) da seconda punta.

Si continua e si continuerà a parlare di questo ancora per un po’. Almeno sino a quando non ci si stancherà di farlo, oppure fino al momento in cui non "farà più notizia". Molto probabilmente sino a quando il percorso calcistico italiano di Diego avrà una sua naturale conclusione: consacrazione (definitiva) o cessione.

Allora si tornerà a discutere di argomenti più "sostanziosi", perché i problemi da superare per passare dalla settima posizione ottenuta in campionato nella scorsa stagione alle prime (obiettivo della società) nella prossima, non possono essere riassunti - alla vigilia di ogni incontro dei bianconeri - nell’analizzare la bontà della scelta di Del Neri di affidare una maglia da titolare nel reparto offensivo ad un giocatore piuttosto che ad un altro: c’è un rosa da completare, da migliorare qualitativamente e da "aggiustare" quantitativamente tramite le cessioni di quei calciatori che a più riprese sono stati invitati a togliere il disturbo. E, soprattutto, una mentalità vincente da riconquistare.

Via Giovinco (in bocca al lupo), a breve dovrebbero seguirlo altri.
"Stiamo parlando di un calciatore che giocherà i Mondiali, è ovvio che ci vorrà una squadra di livello, altrimenti onoreremo il contratto con i bianconeri, in assoluta tranquillità e mantenendo gli ottimi rapporti con la società, più in là ne sapremo di più".
Era il 4 maggio scorso, quando Sergio Fortunato, agente di Mauro German Camoranesi, pronunciò queste parole.
Oggi è il 5 di agosto, e i contatti più avviati per un suo addio sono quelli rappresentati (salvo ulteriori sorprese) dal Birmingham. Conditi, quasi certamente, dalla richiesta di una buonuscita da presentare alla Juventus.

Mentre Del Piero occupò la sedia accanto a Del Neri nel corso della conferenza stampa di vigilia dell’incontro di Dublino, questa volta il compito è capitato a Claudio Marchisio, una delle travi sulle quali la nuova Juventus cercherà di costruire la struttura della squadra del futuro. Dall’Irlanda a Modena, ma - soprattutto - dallo stadio "San Vito" di Cosenza (teatro dell’amichevole dei bianconeri contro il Lione) al "Braglia" di stasera, passando per i ritiri di Pinzolo e Varese e da Rovereto (gara contro l’Al Nassr): ovunque vada, la Vecchia Signora fa il pienone. Di amore e di entusiasmo.

Perché il problema non è chi giocherà tra Del Piero e Diego (fermo restando che il mercato, anche in entrata, non è ancora concluso), ma rimane quello di dare in pasto a milioni di tifosi bianconeri un qualcosa di simile alla "vera" Juventus il più presto possibile.
Il resto sono solo parole. Che non contano nulla, portano polemiche inutili e, soprattutto, non ti fanno vincere niente.
 


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