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A MENTE FREDDA - Juve dicci chi sei, Motta tocca a te

di Quintiliano Giampietro

“Non c'è tempo per morire” la storica frase di un giornalista durante la cronaca di una gara olimpica della canoa, idem per la Juve di Motta. Il pugno dello Stoccarda fa ancora male, ma rialzarsi in fretta è l'imperativo, anche perché tra quattro giorni c'è la sfida contro l'Inter. La Partita. Per certi versi della verità. Rispetto alla buia serata di Champions League, difficile stabilire quale sia la cosa più preoccupante. Troppo brutta la squadra di Thiago, ai limiti dell'irriconoscibile. In buona sostanza, tranne qualche sprazzo nella ripresa, mai veramente in partita. I tedeschi sembravano di tre categorie superiori. La certificazione: 22 tiri lo Stoccarda, di cui 10 in porta, contro i 7 della Juve, uno solo nello specchio. Superiorità schiacciante. Come nella corsa e in qualsiasi altro aspetto.

Bisogna capire se per la Juve sia solo un incidente di percorso. Motta e i suoi ragazzi lo capiranno in questi giorni. Il tecnico dovrà lavorare più nella testa dei giocatori che nelle gambe dei giocatori. Per evitare contraccolpi che sarebbero devastanti. Poi l'allenatore dovrà necessariamente fare un esame su stesso, rispetto ad alcune scelte fatte, riguardo alla formazione titolare e nei cambi. Per esempio, Danilo al momento è improponibile. Abbiamo capito perché il brasiliano ha perso posizioni nelle gerarchie di Thiago. Squadra in totale sofferenza, da capire perché Cambiaso non prima, come del resto Locatelli, unico a fare filtro a centrocampo. Poi esce Thuram ed entra Rouhi. Ma Gatti? Dubbi e interrogativi che dovrebbe risolvere solo l'allenatore. Nel frattempo, testa bassa e pedalare. Domenica c'è l'Inter. Test decisivo per misurare il carattere della squadra e soprattutto stabilire il vero identikit della nuova Juve.


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