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1985-2025, Bonini celebra i 40 anni dell'Intercontinentale: "Il sogno, le trombette, il portafortuna e Milano. Non ci siamo mai persi di vista"

di Mirko Di Natale

Il tempo, per un attimo, si ferma. Il nastro si riavvolge fino a quell'indimenticabile pomeriggio vissuto quarant'anni fa, quando la Juventus alzò al cielo di Tokyo la prima Coppa Intercontinentale vinta nella storia. La redazione di TuttoJuve.com ha voluto rivivere tutti quei fantastici momenti con chi era in campo in quell'8 dicembre, Massimo Bonini

Da dove vogliamo cominciare questo racconto?

"Lo cominciamo dall'inizio. Per un calciatore, soprattutto per me, il sogno era di diventare campione mondiale. Purtroppo con la mia Nazionale (il San Marino ndr) era impossibile, dunque mi concentrai sul vincere a livello di club. Era la mia massima aspirazione. La partita è stata molto tirata, ma fantastica. L'Argentinos Jr era una squadra davvero forte, che passò in vantaggio per due volte e ci mise in grande difficoltà. Non ci arrendemmo mai".

In cosa fu particolare questo match?

"Lo ricordo molto bene: orario nuovo per noi (si giocò a mezzogiorno ndr), campo impraticabile e il tifo era fatto di queste trombette che suonavano sempre nello stesso modo. Era tutto inusuale, eravamo abituati a vivere i momenti della partita e invece così era tutto monotono. Non eravamo abituati. Fu, come dicevo, una partita splendida: andammo sotto due volte, li rimontammo e ci fu annullato anche un gol fantastico a Platini".

Parli di tutto ciò come se fosse accaduto ieri, invece sono passati 40 anni.

"Mi sono dimenticato di quasi tutte le partite giocate, ma di questa no. Conservo un ricordo davvero speciale. Fu una partita lunghissima, coi tempi supplementari che non sembravano finire mai, sul filo del rasoio in cui potevano vincere entrambe. La vincemmo ai rigori con il merito di Tacconi che fu bravissimo a respingere due loro tiri". 

Si vocifera che ci fosse un portafortuna tra di voi, o sbaglio?

"Sì, questa è un'altra storia che va raccontata. Sul pullman mentre andavamo a fare allenamento, ma in realtà quasi sempre, c'era tra noi un ragazzo di nazionalità giapponese che era la nostra ombra. Era molto giovane, poteva avere massimo diciott'anni e per noi fu una sorta di portafortuna. Lo invitammo a venirci a trovare e la settimana dopo arrivò davvero a Torino, ricordo di averlo ospitato a casa mia per due o tre giorni e di averci passato del tempo insieme. La cosa bella è che Ema, qualche settimana dopo, in occasione di un match a Bologna, mi venne a trovare al Dall'Ara! Fantastico".

Ripensando a quel gol annullato a Platini, col Var l'avreste vinta uguale?

"Difficile da dire, ma eravamo talmente forte dai. Quel gol annullato resta tutt'ora un mistero, era regolarissimo e solo per la bellezza doveva essere convalidato. Ma poi come si buttò a terra Michel fu fantastico, quell'esultanza la poteva pensare soltanto lui. Fu una cosa troppo simpatica".

E, al di là di questo episodio, tutti da casa gioirono per voi.

"Macché, non fu così. Non tutti ci videro in tv".

Ah no? Nel senso che non venne trasmessa in televisione?

"Venne trasmessa, sì, ma solo nella zona di Milano. Ci furono molti juventini del nord che si spostarono verso Milano, altri invece rimasero a casa in attesa di notizie. A ripensarci oggi, fu paradossale".

Qualche settimana fa, come già accennato, siete ospiti della Juventus proprio per celebrare il quarantesimo anniversario dell'Intercontinentale. Ci puoi raccontare come è andato questo incontro?

"E' stato bellissimo stare di nuovo insieme, sembrava di non esserci mai persi di vista. Eppure sono passati tantissimi anni. Ho rivisto quel feeling che avevamo all'epoca, quel feeling e quell'unità tra tutti noi. Ma sai cos'altro abbiamo commentato? I campi! Fantastici, noi dovevamo attraversare la strada per andarci ad allenare e invece loro possono usufurire di tantissimi campi che sono uno più bello dell'altro. Ma poi la palestra, ma quante attrezzature! Abbiamo fatto un grosso in bocca al lupo ai ragazzi di oggi, con la speranza che possano far tornare grande la nostra Juventus".

Si ringrazia Massimo Bonini per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.


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