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Scirea, Mariella a RBN: “Giovani seguite l'esempio di Gaetano. Juve seconda famiglia. Alla dirigenza bianconera dico...”

di Quintiliano Giampietro

Ieri trentacinquesimo anniversario della scomparsa di Scirea, morto in seguito ad un incidente in Polonia dove si trovava per seguire un'avversaria della Juve. Tantissime come sempre le testimonianze di affetto per l'ex fuoriclasse e capitano bianconero, esempio di lealtà sportivo e grande uomo anche fuori dal calcio. Gaetano è uno dei pochissimi ad essere amato trasversalmente da tutte le tifoserie. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve è intervenuta Mariella Cavanna, vedova di Scirea. Ricordi, aneddoti su Boniperti, Platini e un messaggio ai giovani.

L'anniversario della morte di Gaetano è sempre un momento di grandi emozioni: “Sono passati 35 anni da quel tragico giorno, ma questa resta una giornata sempre triste , ma allo stesso tempo densa di grandi emozioni. Ho ricevuto telefonate e messaggi di amici e anche di persone conosciute da poco. Tantissimi hanno voluto ricordare Gaetano, un mix di commozione e soddisfazione". Il nome di Scirea riesce  ad unire tutte le tifoserie e Mariella spera possa essere da esempio per le nuove generazioni: “Ancora oggi al cimitero di Morsasco, questo piccolo paese del basso Monferrato, tante persone lasciano sciarpe di squadre diverse, pregano e danno un saluto a Gaetano. Questo significa che lui ha lasciato un segno importante nello sport e in generale nella vita, andando oltre la fede calcistica della gente. Vorrei avesse lasciato i valori importanti che oggi i giovani non riconoscono. Sono cose che vanno oltre il discorso meramente calcistico: famiglia, umiltà, lavoro, tutti elementi fondamentali per Gaetano. Platini dalla Francia portava sempre le ostriche, ma lui non le mangiava per non tradire un certo tipo di alimentazione da professionista qual era. Per lui la Juve era come una seconda famiglia”.

Nel podcast l'intervento integrale


Mariella Scirea ospite a "Fuori di Juve"