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Nesti: "Dalla Torino di Alberto Angela, alla Torino del calcio"

di Redazione TuttoJuve

Carlo Nesti dedica un lungo post su facebook alla Torino nobile decaduta. Le sue parole: "Negli anni 70-80-90, brillavano calcio, pallavolo e pallacanestro. Gli Agnelli, Boniperti, Pianelli, Nebiolo e Nizzola erano grandi dirigenti. Nel nuovo secolo, 9 scudetti della Juve, 5 titoli mondiali della Ferrari (= Fiat), Torino 2006 e le Atp Finals, nonostante organizzazioni impeccabili, non sono bastati per frenare il declino. Esiste, in particolare, una simultanea DISAFFEZIONE dei tifosi di Juve e Toro, nei riguardi delle rispettive proprietà. E, di soffrire insieme, non era mai successo...

LA MIA ESPERIENZA PERSONALE

TORINO: CULLA DI RADIO E TELEVISIONE

La decadenza della Rai di Torino, le vendite di John Elkann, da Iveco a Gedi, e la parabola discendente di Juve e Toro, sono lo specchio della crisi della città di Torino, che fu capitale di tutto... e perse tutto, come una NOBILE DERUBATA.

1989: IO VERSO IL FESTIVAL DI SANREMO?

MA NOOOOOOO! ED È L'INIZIO DELLA FINE DELLA RAI DI TORINO

VORREI SAPERE, DOPO 36 ANNI, PERCHÉ?

1989: dopo ben 15 puntate, conservate in registrazioni tremebonde, come questa, finisce il programma di Rai Uno "Itala. Pechino-Parigi, l'avventura continua", l'unico vissuto, da me, come CONDUTTORE.

Ho appena 34 anni, non esiste nessuno, nel mondo, a conduŕre un programma così prestigioso, per la Rete Ammiraglia, in "tenera età";

sono stato destinato a temi turistico-motoristici, a me sconosciuti;

ho salvato la trasmissione, garantendo qualcosa come mezzo milione di telespettatori, sempre ignari (grazie!) di quando sarebbe andato in onda il programma: ogni volta in un giorno... o meglio, una notte diversa, intorno alle 24,00.

A quel punto, vengo convocato a Roma, in Viale Mazzini, dal capostruttura responsabile della fascia oraria. A Torino, tutti mi salutano, sventolando i fazzoletti, perché prevedono un futuro, come minimo, alla Carlo Conti e Fabrizio Frizzi. Se no, perché mi avrebbero chiamato, ovviamente, totalmente rimborsato?

Trascorro l'intero viaggio, pensando: ma se, un giorno, condurrò il Festival di Sanremo, dovrò abbandonare le telecronache di calcio! Oh no... questo no... anche perché, fra un anno, ci sono i Mondiali in Italia!

Quando arrivo, in Viale Mazzini, accade qualcosa di sconcertante. Il dirigente Rai mi fa attendere circa 30 minuti, esce dall'ufficio, mi stringe la mano, e se ne va.

Guardo la segretaria, impietrito. E lei allarga le braccia, come dire: "Eh... cose che capitano... anche nelle migliori famiglie...".

Mentre fuggo al più presto, verso l'aeroporto, immagino che sarei disposto a prendere anche il volo per il Mozambico, pur di tagliare la corda. Ma il problema non è mio. Dal Festival di Sanremo, passerò al Festival di Poirino, ma chissenefrega! Tanto, sono lanciato nelle mie telecronache...

Il problema vero è la Rai di Torino, città dove sono nati auto, sport, giornalismo, calcio, cinema, moda, radio, televisione, tecnologia, e soprattutto L'ITALIA. Studi enormi, e bellissimi, rimangono disabitati, salvo un po' di TV dei ragazzi, e un po' di Piero Angela.

È la fine della Rai di Torino, a livello nazionale, ma formidabile, tuttora, a livello regionale (Francesco Marino, e i suoi ragazzi), che non ospiterà mai più nessun programma di successo, come il mio, su Rai Uno, fino ad oggi. Tutto a Roma, Milano e Napoli. E Torino è il Centro di Produzione, nato prima degli altri. Un primato... inutile!".


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