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LEONI PER...AGNELLI – Sarri riscopre il valore della vittoria e accantona il “sarrismo”. Basta con la sciocchezza dell'incompatibilità tra Ronaldo e Dybala. Bernardeschi equilibratore può funzionare...

di Redazione TuttoJuve

Io non credo nell'esistenza del “sarrismo”. Non credo nell'esistenza del “Sarri-ball”. Credo nel gioco del calcio che racconta storie, favole, ma che alla fine vive di risultati. Credo nei risultati e nel doverli raggiungere sempre, perché se arrivi secondo hai semplicemente perso. Credo nelle sconfitte quando sono costruttive, quando ti insegnano a rialzarti per seguire la strada giusta e inseguire la vittoria. Credo che, alla fine, vincere sia davvero l'unica cosa che conta. Credo nella Juventus. Il resto sono chiacchiere. Chiacchiere come l'insofferenza verso Allegri, che aveva la “colpa” di credere nel risultato che ha raggiunto con frequenza storica “Il terzo più vincente, il più longevo dopo Trapattoni, quello con la più alta percentuale di vittorie, i trofei, 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 2 Supercoppe, le 2 finali di Champions” (parole e sintesi a cura di Andrea Agnelli); chiacchiere come quelle su Ronaldo che sarebbe un peso, quando di pesante ci sono soltanto i suoi gol; chiacchiere come tutte le volte che alla prima partita senza magìe qualcuno scarica Dybala. Credo in Dybala, nella sua classe, sempre.

La domanda a questo punto è: a cosa crede Sarri? Nella bellezza narcisistica del suo decantato gioco, spesso privo di risultati? O comincia a credere anche lui nel risultato, magari aggiungendo qualcosa al passato senza stravolgere nulla dell'esigenza del mondo Juve?

Guardando la sfida contro il Bologna la prima cosa a cui ho pensato è stata che dopo la finale di Coppa Italia la squadra abbia avuto un lungo faccia a faccia con il tecnico e che il tema fosse quello di ripartire dal passato, fare un passettino indietro e aggiungere gradualmente qualcosa, per non perdere gli obiettivi rimasti ancora in piedi e, anzi, rincorrerli e portarli a casa.

Infatti in campo ho visto una squadra più equilibrata, attenta, solida dietro, ho rivisto persino difensori abbracciarsi e darsi il cinque per un salvataggio difensivo importante, poi li ho visti ripartire con ordine, sacrificarsi, arrivare in porta senza fare un estenuante, inutile ed energeticamente dispersivo giro palla. Ho visto qualche fraseggio interessate, questo alla Sarri, una difesa alta con De Ligt spesso a centrocampo magari anche pronto ad impostare la partenza del gioco, c'è stata qualche verticalizzazione in più e la sensazione di avere le spalle coperte (questo aspetto di natura allegriana). Tutto questo senza bisogno che ci sia per forza Higuain (o chi per esso) perché altrimenti “non ci sono uomini che possono dare profondità”; senza “uomini funzionali al gioco di Sarri” perché in fondo a questa squadra la qualità non manca, basta saper entrare nella testa dei giocatori e stabilire equilibrio tra reparti e, soprattutto, udite udite, senza doversi lamentare che è difficile far coesistere Ronaldo e Dybala, guarda caso i due che hanno deciso la gara, quei giocatori che è sempre meglio avere a favore che contro.

Contro il Bologna, dunque, ho visto una Juventus pratica, attenta e concreta come quella di Allegri, propositiva, alta e brillante come vuole Sarri, in attesa di un test più attendibile e del ritorno di qualche uomo (Higuain, Chiellini, Sandro e magari Khedira ma ci credo poco...) mi prendo questa bella sensazione.

Perché non credo che in fondo esista davvero il sarrismo, e se pure fosse non lo vedremo mai alla Juventus. Perché credo nel risultato, nel vincere che è l'unica cosa che conta. Credo nella Juventus. Ora l'obiettivo deve essere il risultato, raggiungerlo e proteggerlo. Tutto il resto viene dopo.

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera

Twitter - @enzomarangio


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