.

LEONI PER..AGNELLI – Matuidi e l'HD il prezzo per..Ronaldo. I numeri di CR7, i sacrifici eccessivi per Dybala e lo scandalo del mancato minuto di silenzio per Petruzzo Anastasi.

di Redazione TuttoJuve

Non posso non partire con un pensiero per Pietro Anastasi. Un campione venuto dal sud che ha conquistato la Torino bianconera e l'Italia del calcio. Un uomo splendido che non faceva mai mancare il suo sorriso. Una persona per bene (rarità assoluta di questi tempi) che sapeva ascoltare, sdrammatizzare con quel suo sorriso rassicurante. Un Uomo vero, essenziale, genuino, vero. Io sono sempre solito pensare che ciascuno di noi è il risultato dell'educazione ricevuta dai genitori e dalle origini, ecco perché all'indomani della scomparsa di Pietruzzo, su Twitter ho voluto ricordarlo con una frase che rilasciò tempo fa in un'intervista nella quale disse una cosa semplice ma profondamente vera che racconta chi era Anastasi e quali erano i suoi valori, quei valori che spesso perdiamo tristemente di vista: “La mia era una famiglia di operai, si aveva un po' meno rispetto ad oggi, ma si era più felici. Non vivevamo nell'oro, ma non per questo non vivevamo bene”. Questo era Pietro Anastasi: 205 presenze con la maglia della Juventus e 78 gol; 25 presenze con la maglia della nazionale e 8 gol, uno dei quali particolarmente decisivo perché ci regalò con un suo gol il primo e unico campionato d'Europa di calcio. Era il 1968. Indovinate chi lo ha ricordato prima di scendere in campo e chi invece non ha avuto il tempo (da venerdì a sabato pomeriggio\domenica) di  organizzare neanche un minuto di silenzio su tutti i campi? La risposta, purtroppo la conosciamo tutti. Una vergogna senza fine quella di una Figc incapace di organizzarsi per tempo e onorare come era giusto fare un grande uomo e un grande campione. Uno scivolone imperdonabile e inspiegabile, e non raccontate cazzate con la storia dei “tempi burocratici”, rischiate solo di peggiorare la figura indecorosa fatta. Ammettete l'errore e ponete rimedio nel modo più giusto. Io sarò orgoglioso, con i miei compagni di Radio Bianconera, di raccontarvi chi era Pietro Anastasi, di raccontarlo a chi non lo conosceva. Sarà il nostro modo per sentirlo ancora vicino, ancora nella nostra famiglia. Perché gli abbiamo sempre voluto bene.

Difficile passare dal sacro al profano, ma la cronaca lo impone.

Ricordate quando nel girone d'andata la Juventus inciampò in un 1-1 a Lecce e la sera l'Inter aveva, in casa con il Parma, la possibilità di scappare via? Ricordate bene che non ci riuscì. La divinità del calcio, quella Eupalla di breriana memoria, si è divertita a riproporre al stessa trama a parti invertite: l'Inter pareggia 1-1 contro il Lecce e la sera la Juventus all'Allianz ospita il Parma. Ma la Juventus queste partite non le fallisce, non è nel suo Dna non sfruttare un assist così prezioso, giocando bene o affidandosi ad una giocata, soffrendo o chiedendo aiuto ad un suo campione: la Juventus questa vittoria l'avrebbe portata a casa e lo ha fatto. Ed è questo che la rende così profondamente diversa da chi insegue. Non è stata una bella Juventus, questo è vero, è stata una squadra essenziale che ha cercato di limitare al massimo i rischi e capitalizzare al meglio ciò che ha creato e stavolta ci si è appoggiati a Ronaldo, quello che chi ce lo invidia non vede l'ora di metterlo in discussione, e allora CR7 come risponde? Sul campo e con i numeri, come ama fare lui: 16 gol in 17 partite di campionato; 2 assist; 18 gol e 3 assist in stagione fino ad ora. Non male per un giocatore in crisi da pensionare. È vero che qualcuno ha negli occhi le giocate e lo spettacolo che sciorinano Higuain e Dybala quando sono insieme, ma è chiaro che quando c'è Ronaldo bisogna fidarsi di lui e affidarsi a lui (e ci sta dando ragione), soprattutto in Champions, anche al costo di sacrificare l'HD e chiedere gli straordinari in copertura a Matuidi. A proposito del francese campione del mondo, prima di criticarlo cercate di vedere quanta “legna” è costretto a fare per consentire a Ronaldo di agire in libertà sulla sinistra, da dove ama partire prima di inserirsi e trovare il gol, cosa che ha fatto nelle ultime 7 partite di campionato. Il vero problema è nell'incostanza di Rabiot e nella mancata esplosione di Ramsey, anche che se per quanto riguarda il gallese, sarebbe interessante vederlo nel suo ruolo, quello di mezz'ala, visto che quello di trequartista ha già “bruciato” anche Bernardeschi. L'ultima riflessione è su Dybala. Le due premesse da fare sono: 1) è quello più in forma al momento, e dovrebbe giocarle tutte per tutti i 90 minuti; 2) deve imparare a mantenere calmi i bollenti spiriti e, quando esce anzitempo dal terreno di gioco, evitare di borbottare nel rispetto della Juventus e dei compagni di squadra. Ma fatte queste premesse non condivido le scelte di Sarri: Dybala non lo avrei fatto uscire contro la Roma e non lo avrei fatto uscire contro il Parma, e soprattutto non gli avrei imputato che doveva sacrificarsi sull'out di testa per limitare le discese di Gagliolo, se anche di questo se ne deve occupare la Joya, mi spiegate allora Rabiot cosa deve fare? Ai posteri l'ardua sentenza...

Ma intanto godiamoci questo primo importante allungo in classifica.

Unus pro omnibus, omnes pro uno....

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera

Twitter @enzomarangio


Altre notizie
PUBBLICITÀ