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LEONI PER...AGNELLI – La lezione del presidente (lui può parlare?), i progressi in campo della squadra e la fase due pronta a partire. Adesso ci sarà bisogno veramente di tutti, soprattutto di capitan Chiellini

di Redazione TuttoJuve

LEONI PER...AGNELLI – La lezione del presidente (lui può parlare?), i progressi in campo della squadra e la fase due pronta a partire. Adesso ci sarà bisogno veramente di tutti, soprattutto di capitan Chiellini

Con Allegri o con Sarri l'obiettivo non cambia: “chi vuol vincere non è allegriano ma juventino”.

Con la vecchia o con la nuova filosofia il mantra è sempre lo stesso “vincere è l'unica cosa che conta”. E Ronaldo non mai stato un problema, casomai una doppia risorsa.

Agnelli in una lunga, inedita e insolita, intervista radiofonica su Radio24 ha fugato ogni dubbio che aleggiava sulla Juventus come nuvoloni incerti che permettevano a chicchessia di raccontare la verità a modo suo.

Punto primo: l'allenatore. Si, Guardiola era stato naturalmente contattato, se hai il miglior giocatore al mondo in squadra è inevitabile cercare di avere anche il miglior allenatore, una volta constatato che il miglior allenatore sta bene dove sta (aggiungerei “per ora”..) si è puntato su Maurizio Sarri con il quale, dopo Conte e Allegri, è cominciato il terzo ciclo sotto la presidenza di Andrea Agnelli. La costante è la vittoria perché il primo semestre parla chiaro: Juve prima in classifica, agli ottavi di Champions e in semifinale di Coppa Italia.

Il presidente toglie anche qualche dubbio a chi parlava di Ronaldo come investimento sballato e rischioso. Perché prima di arrivare a Cr7 è stata fatta una valutazione anche con l'area ricavi della Juventus, perché il rischio era calcolato così come i benefici in campo (innegabili) ed economici (soprattutto nell'espansione social). Con Cristiano la Juventus ha impreziosito è internazionalizzato ancora di più il suo marchio e la sua area social, seguendo il passo dei tempi e ottenendo quello che voleva. Manca ancora la Champions, tempo al tempo. Nessun fallimento in vista, questo è poco ma sicuro.

E se la voce della società tranquillizza, anche il campo comincia a far sorridere. Contro la Spal non è arrivata soltanto la vittoria ma finalmente qualcosa di più. La squadra sembra più veloce, più in forma, più sul pezzo più cattiva. Adesso arriveranno due prove importanti: il ritorno in Champions e l'Inter in una casa vuota causa Coronavirus. Adesso la Juventus deve guardare in faccia le avversarie e dimostrare il suo valore e dove può arrivare. Serve un superamento sicuro del turno di Champions, magari passando già dalla gara di andata, e lo strappo in campionato, intanto staccando l'Inter e poi si penserà alla Lazio.

La carte in regola ci sono tutte, serve ritrovare alchimia tra tifoseria e società, serve ritrovare la voce dello Stadium, il miglior Pjanic un Higuain più concreto e, soprattutto, Chiellini al 100%. Sarà il difensore l'arma in più della Juventus, fin quando lui è in campo, sul terreno di gioco tornerà anche l'anima della Juve, quella famelica, battagliera, mai doma, con gli occhi della tigre e la forza del gorilla.

E ci saranno, rassegnatevi, anche le polemiche. Perché, nonostante alla Juve sia stato dato contro il primo rigore dell'epoca Var, nonostante sia stato dato contro anche il primo storico rigore con il Var non funzionante, nonostante sia la squadra che si è vista fischiare più rigori contro (nove), nonostante non potrà godere di uno stadio pieno nel big march (in teoria) casalingo contro l'Inter, sarà sempre considerata la squadra aiutata dagli arbitri, dal sistema, dalla Fiat, dalla fata turchina etc etc etc. Ma, come ha detto anche il presidente Agnelli, ci ha pensato Commisso a far scoprire a Maurizio Sarri cosa significa arrivare alla Juventus ed essere “usati” come alibi per gli insuccessi altrui. E se non è Commisso sarà De Laurentiis, poco importa perché anche oggi è stato riscritto chiaramente il mantra juventino: vincere è l'unica cosa che conta...

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera

Twitter @enzomarangio


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