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LEONI PER..AGNELLI – La comunicazione di Sarri da rivedere, l'atteggiamento della squadra pure. Dybala titolare. Il “Balon” della discordia: storia di Ronaldo passato da campione a brocco solo perché alla Juventus..

di Redazione TuttoJuve

Questa volta ho deciso di fare uno strappo alla regola e scrivere il “Leoni per Agnelli” non subito dopo la partita della Juventus, ma dopo l'assegnazione del Pallone d'Oro. Sapevo che mi sarei divertito a leggere i commenti entusiastici degli anti juventini esultare e accogliere come una vittoria il successo di Messi che supera Ronaldo. Sembrava ieri quando tutti esaltavano Cr7 come campione assoluto, giocatore straordinario che mai sarebbe venuto in Italia. Sembrava ieri quando le sue parole quasi di addio dopo la vittoria della Champions League a discapito del Liverpool, lasciavano presagire un futuro altrove. Sembrava ieri quando uscirono le prime indiscrezioni sul suo possibile interesse per la Juventus e lì tutti a ridere “si come no! Le solite cazzate di mercato... non ci andrà mai”. Sembrava ieri quando uscirono le prime foto col brindisi tra Ronaldo e Andrea Agnelli. Una delle operazioni più clamorose di mercato, un'operazione che raccontò dell'avvenuta crescita internazionale della Juventus ormai riconosciuta a livello mondiale, divenne, invece, il “rapido declino” di un campione. Tutti hanno “magicamente” cambiato idea, semplicemente perché Cr7 ha scelto la Juventus. Perché uno dei giocatori più forti al mondo ha scelto i bianconeri. Critiche e appunti al limite dell'infantilismo sfociati addirittura nel look, quella fascetta per i capelli che non è andata giù. E pazienza, la Juventus gliela perdonerà. Ovviamente, tifo a parte, pare che anche dalle parti di France Football abbiano cambiato idea su Ronaldo, preferendogli l'anno scorso Modric (!?) meritevole per aver vinto (chissà grazie ai gol di chi) la Champions League e aver raggiunto la finale del Mondiale con la Croazia. Quindi nel 2018 contavano i risultati personali ma soprattutto quelli di squadra con il club e la Nazionale. Quest'anno invece si aggiudica il premio Messi, che con questa edizione, colleziona il sesto Pallone d'oro superando i cinque di Ronaldo. Cosa si può mai dire a Messi? Nulla, come nulla si può dire a Ronaldo. Ma se i criteri sono le vittorie con le rispettive squadre di club e Nazionali, Cr7 rispetto all'argentino ha vinto anche una Nations League con il Portogallo, portando i suoi connazionali all'Europeo e toccando il record 700 gol. Meglio di loro hanno fatto Allison (Champions e Copa America) e Van Dijk (Champions), il portiere ha anche messo il record di clean sheet in Premier, mentre il difensore olandese non è mai stato dribblato nell'ultima edizione della Champions. Ma nel 2018, per magia, il Pallone d'Oro non viene più assegnato a chi ottiene migliori risultati con club e nazionali bensì a chi vince scarpa d'oro e classifica marcatori, quindi obiettivi personali. Che strano. Non credo alla ricostruzione (secondo me inopportuna soprattutto nella scelta dei termini) da parte di Chiellini, però in quanti hanno fatto lo stesso pensiero? Di certo questo prestigioso premio sta assomigliando sempre più ad una farsa. Ma il popoli degli “anti” non vedeva l'ora di scatenarsi e massacrare Chiellini, e poi Ronaldo reo di non essersi presentato lo stesso alla premiazione (concetto espresso distrattamente anche da Modric), peccato che nella stessa sera Cr7 aveva un premio da ritirare al Galà del Calcio, ma volete che gli “anti” glielo perdonino? Figuriamoci, lui è recidivo, bisogna crocifiggerlo. Sono certo che se non avesse avuto la “sciagurata” idea di vestire bianconero tutti avrebbero parlato di ingiustizia e non si sarebbero accorti neanche del cerchietto nei capelli.

Ma adesso parliamo di cose serie. Contro il Sassuolo è arrivata un pareggio che preoccupa, e non perché abbia permesso all'Inter il sorpasso (è ancora molto presto e un punto non significa nulla né se sei avanti né se sei dietro), ma per due motivi: la scarsa applicazione della squadra in campo e la sbagliata comunicazione di Sarri fuori. Più grave del secondo gol subito, che è stato un festival degli orrori individuali, è stato il primo gol: una squadra come la Juventus, in vantaggio a casa propria per 1-0 non può subire il pareggio in contropiede da un calcio d'angolo a favore. Chiellini ieri ha detto che bisogna trovare entusiasmo dal nuovo modo di interpretare il gioco (più offensivo anche difensivamente), io spero che l'entusiasmo ci sia sempre e comunque perché alla Juventus deve essere così. Secondo problema nella comunicazione di Sarri che, a fine gara, ha commentato il  pareggio con il Sassuolo così: “Facciamo più difficoltà in campionato a fare un certo tipo di calcio, forse la Champions ci dà stimoli maggiori ma questo è un errore, dobbiamo imparare a giocare questo calcio sempre”. È un errore anche comunicarla una cosa del genere, lo stimolo dovrebbe essere già con l'arrivo dell'allenatore nuovo, di un nuovo modo di interpretare le partite e, in generale, lo stimolo lo deve fornire sempre l'allenatore. In questo (e nella comunicazione), va detto, Allegri era avanti.

Intanto si cominci con le cose semplici: Dybala titolare senza insistere con un Bernardeschi evidentemente non al meglio e non a suo agio nel ruolo di trequartista. Ma quando un giocatore come la Joya è così al top, non si può mai rinunciare a lui.

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera

Twitter - @enzomarangio


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