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LEONI PER..AGNELLI – Dybala-Hyguain: una staffetta che sarà l'arma in più per la Juventus. Il tifo contro non riesce? E allora ora tutti faranno il tifo per Messi pallone d'oro..Succede quando lasci le briciole.

di Redazione TuttoJuve

Dybala illumina. De Ligt chiude. Sarri indica la strada. Simeone ancora anti-sportivo (sarà anche questo il Cholismo?). Uno stadio ritrovato. La vetta della classifica blindata. Ronaldo non al meglio, ma al servizio della squadra. L'Atalanta segna, l'Allianz applaude mentre il resto dell'Italia calcistica (compreso qualche “giornalista”) si consola con l'indiscrezione di Mundo Deportivo “Tanto il pallone d'oro lo vince Messi”. 

Serate così sono da incorniciare, e non per lo spettacolo, per l'exploit, ma per l'esatto opposto. Perché la Juve è presente in tutti i frame della serata di Champions contro l'Atletico. È presente nella qualità e classe dei suoi uomini, in quel sinistro bello, folle e coraggioso di Dybala. Il numero 10. È presente nella metamorfosi di Maurizio Sarri “prima mi dicevano che ero un talebano e non cambiavo mai e ora mi criticano perché mi adatto”. Quindici vittorie, tre pareggi e zero sconfitte fino ad ora sulla panchina della Juventus, accantonando quel famoso “sarrismo” che a Torino può interessare ma non serve, puntando prima di tutto a vincere e poi a lavorare sul come farlo. La Juventus è presente nel calore di uno stadio ritrovato, dopo una necessaria “pulizia” operata da Agnelli e che avrebbe potuto privare i bianconeri del loro dodicesimo uomo e, invece, tutto piano piano si ristabilisce. Meglio di prima. È presente nella crescita di De Ligt, il grande investimento di questa estate operato dalla Juventus, quello che aveva necessariamente bisogno di un periodo di adattamento e che invece è stato gettato nella mischia per via dell'infortunio a Chiellini, esposto alle critiche di quelli che aprono bocca per dare fiato, etichettandolo come un bidone. E invece questo ragazzo di appena vent'anni sarà non soltanto un grande presente ma anche un prezioso futuro per la Juventus. È presente in quella grande voglia di Champions che impone di chiudere il prima possibile e nel modo migliore la fase a gironi, senza guardare in faccia a nessuno, senza più paura ma con profondo coraggio, quel coraggio che ha trasmesso Cristiano Ronaldo, anche solo con la sua presenza in campo. Inutile preoccuparsi del perché non sia il miglior CR7, chi ha un minimo di memoria storica sa benissimo che questo è il momento in cui si gestisce, per farsi trovare pronto nella fase due della Champions, la più delicata, quella dove l'anno scorso, ad esempio, fu determinante con la sua tripletta all'Atletico.

La Juve ieri era presente anche in quell'applauso dell'Allianz ad ogni gol dell'Atalanta, rivale onesta, battuta soltanto qualche giorno fa ma meritevole di applauso, stima ed elogi, all'insegna dei valori della sportività che non devono mai essere accantonati. Una lezione per Simeone che imponendo ai suoi giocatori di non restituire palla alla Juventus (Bonucci la mette fuori per far soccorrere Ronaldo), dimostra tutta la sua anti sportività già ampiamente palesata con quella pittoresca e a dir poco rozza esultanza nella gara d'andata dell'anno scorso al Wanda Metropolitano.

La Juventus è persino nel tifo incomprensibile di chi spinge perché Messi vinca il pallone d'oro. Incredibile, ma vero. Visto che per qualcuno gufare la Juventus non serve, allora si gioisce se CR7 non dovesse vincere il pallone d'oro, colpevole di aver scelto la Juventus, colpevole di averla ritenuta una delle squadre più importanti e affascinanti al mondo, colpevole di essere stato conquistato anche dalla sportività dell'Allianz che applaudì persino lui, quando era rivale, e quando ferì a morte l'allora squadra di Allegri. 

La verità è che a Torino, sponda bianconera, albergano organizzazione, crescita, prospettiva, vittorie e sportività. A tutti gli altri sono rimaste le briciole, le briciole portano alla fame, la fame alla disperazione e al degrado di ogni valore. Meno male che ci sono realtà come l'Atalanta, da applaudire e stimare. Meno male che ci sta pensando anche il Cagliari di Giulini e Maran a dimostrare che il fatturato non c'entra nulla. E meno male persino che ci sia Conte sulla panchina dell'Inter, così vincere quest'anno potrebbe essere per la Juventus ancora più bello.  


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