LEONI PER...AGNELLI – Ci pensa Sarri a “spegnere” la stella di Conte, quella dello Stadium deve restare perché la storia non si cancella e neanche gli scudetti. Higuain e Dybala non hanno ancora finito...
La Juventus torna a guardare tutti dall'alto. Tutti, compresa l'Inter di Antonio Conte che fino ad ora viaggiava a punteggio pieno. Fino alla Juventus. È esattamente qui che si infrangono i sogni di gloria di tutte le antagoniste da 8 anni. Perché se sognare è lecito, è pur vero che poi prima o poi ti devi svegliare e la sveglia la suonano sempre i bianconeri. E poco importa se era la Juventus di Allegri e adesso è quella di Sarri, è stato scelto di cambiare la narrazione delle vittorie ma il risultato finale resta l'unica cosa che conta. E per i bianconeri sarà sempre così. Qualcuno si arrabbierà pensando che bisogna uscire dalla cultura tutta italiana dei “risultatisti” altra favoletta: chi partecipa ad una corsa con la macchina più forte lo fa soltanto per vincere e se non ci riesce deve interrogarsi sul perché. Una sconfitta non è un fallimento, ma la vittoria è il fine di chiunque partecipa ad una competizione. Altrimenti che si gioca a fare? Ma la teoria dei “risultatisti” ve la sentirete raccontare, guarda caso, da chi non vince da un po' ed è stanco di veder gioire sempre gli stessi. Come quando con l'avvento della Var in molti si fregavano le mani dicendo “adesso la storia cambierà”. Si, come no. E invece la Juventus corre per vincere, e lo fa con una continuità impressionante. In più adesso si diverte anche. E l'avvento della Var è servito soltanto a togliere alibi facili a chi, anche su questa vittoria netta e inequivocabile della Juventus contro l'Inter, avrebbe costruito le solite stucchevoli teorie di cospirazione. Ma alla fine “episodi a parte vince sempre la squadra più forte” come ha detto qualche giorno fa proprio Antonio Conte. E lui lo sa bene. Come sa bene che la sua stella allo Stadium non va toccata, perché i successi del passato fanno parte della storia della Juventus, come tutti gli scudetti conquistati sul campo. La storia è storia e non la si può cancellare, soprattutto non la può cancellare la stessa mano che l'ha scritta. In campo, invece, ci ha pensato Sarri a spegnere la stella di Conte lo fa in due modi: con il lavoro e sfruttando al meglio il potenziale che si ritrova a disposizione. Questa squadra, causa polmonite del suo allenatore, viaggia con un mese di ritardo nella preparazione rispetto agli altri, ma il fraseggio e l'aggressività, marchio del gioco di Sarri, comincia a vedersi. E poi ci sono i giocatori. Higuain e Dybala che hanno rifiutato il mondo, giurando amore eterno alla Juventus, come fidanzati innamorati che chiedono alla loro dolce metà un'altra possibilità, per vincere ancora insieme. Cristiano Ronaldo che mortifica ogni coraggioso tentativo di chi vuole farlo passare per giocatore finito, che non contribuisce e che rappresenta soltanto un costo per la Juventus. Senza dimenticare le geometrie di Pjanic, l'esplosività di Matuidi eccetera, eccetera, eccetera. Senza nominare chi era in panchina ed entrando avrebbe fatto ulteriormente la differenza. Si, Conte ha ragione: la Juventus è un grattacielo, altro che andare con 10 euro a mangiare in un ristorante da 100. Bisognava avere tempo e fiducia, e non abbandonare la squadra in ritiro. Ma alla Juventus i protagonisti passano, restano la società e le vittorie. E restano anche la storia e le stelle, soprattutto quelle che ti ricordano le scelte sbagliate...
Vincenzo Marangio – Radio Bianconera
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