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LEONI PER..AGNELLI – Alti e bassi della gestione Sarri, le delusioni a centrocampo e i sogni di mercato. Il “caso” Alex Sandro e quelle reazioni sbagliate che non vogliamo vedere più.

di Redazione TuttoJuve

Diciamo subito una cosa. Al di là della giusta analisi che va fatta sui “pro” e “contro” di questa prima parte di stagione targata Maurizio Sarri, la Juventus è campione d'inverno, ha superato con tranquillità il girone di Champions incappando nell'unica delusione di aver perso la Supercoppa contro la Lazio (peraltro un déjà vu). Aggiungiamoci però l'ottima partita per un'ora contro il Napoli (battuto), i 90' di superiorità totale contro l'Inter (battuta a casa sua) e le vittorie sui difficili campi dell'Atalanta e della Roma. Insomma, come dicono quelli bravi: keep calm.

Questa premessa, però, non può esimerci dal fare qualche lucida e costruttiva riflessione.

La prima sotto gli occhi di tutti è che questa non è ancora la Juventus di Sarri, almeno ci auguriamo che non lo sia, e siamo già a metà stagione. È una squadra che ha potenzialità importanti, si accende quando è stimolata ma con una durata limitata, è troppo fragile e troppo poco concreta lì davanti per spiegare (e permetterci di giustificare) la fragilità difensiva. Nessuno ha mai pensato di vedere una Juventus che fosse il remake del Napoli sarriano, ma qualcosa di diverso, a questo punto della stagione, sicuramente si. Proviamo a dare ancora fiducia a Sarri e al suo staff, e dare fiducia anche a quei giocatori che fino ad ora hanno tradito le attese, perché ogni tanto proviamo a convincerci che Rabiot stia migliorando, che Ramsey stia crescendo, ma in realtà, ognuno di noi nel proprio profondo si fa le stesse domande: questo centrocampo non è neanche lontanamente paragonabile a quello della finale di Berlino, e se in campionato può bastare in Champions assolutamente no; tutti pensiamo che in difesa senza Demiral adesso bisogna pregare che De Ligt non abbia più cali e che Chiellini torni almeno al 70% della forma il prima possibile e siamo anche tutti più o meno consapevoli che dal mercato di gennaio sarà difficile trovare un giocatore all'altezza che poi non possa risultare di troppo quando rientreranno tutti. Proviamo a dare fiducia anche a Paratici, accusato da tanti tifosi di non aver fatto un buon mercato e invece, sempre affidandoci ad una corretta e consapevole nonché imparziale analisi, siamo consapevoli che prendere Rabiot e Ramsey a parametro zero e sommarli a Khedira, Can, Pjanic, Bentancur e Matuidi era più che sufficiente, il problema è che chi è arrivato ha tradito maledettamente (ad oggi) le aspettative. Il vero “neo” del mercato bianconero è sui laterali se è vero come è vero che Sarri ha dovuto adattare Cuadrado a terzino e non ha un ricambio per Alex Sandro che può così giocare come gli pare senza mai rischiare il posto. E badate che non avere una concorrenza sana, mina le motivazioni e l'attenzione di giocatori di talento che sanno di avere il posto fisso garantito.

A gennaio non arriveranno rinforzi, ma Paratici e la Juventus devono lavorare necessariamente per il prossimo futuro, soprattutto a centrocampo dove manca sostanza e dove la qualità passa esclusivamente per i piedi di Pjanic che non può mai staccare la spina, anche perché a Bentancur manca sempre un euro per fare un milione, Emre Can deve ritrovare le motivazioni, Khedira la condizione e Matuidi dovrebbe smetterla di essere “guardia del corpo” di Ronaldo e poter fare quello che in realtà sa fare (4 gol e 2 assist al primo anno; 3 e 3 al secondo, soltanto un gol ad oggi nella stagione in corso) e cioè qualcosa di più.

Il sogno Pogba è lecito, la domanda è: a qualsiasi costo? Chi sareste disposti a sacrificare per riportare il francese all'ombra della Mole? Se il sacrificato fosse Dybala, io risponderei con un secco “no, cerchiamo altro”.

Per ora il campo dà ragione a Sarri e alla società: la Juve è prima ovunque, ma quello che conta è che lo sia a fine anno. Incrociamo le dita e... keep calm.

Vincenzo Marangio Radio Bianconera

Twitter @enzomarangio


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