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LEONI PER...AGNELLI – Tutto il bello e il brutto di una stagione in una sola partita. Dybala accende la luce e lancia un messaggio tattico ad Allegri...

di Vincenzo Marangio
Vincenzo Marangio

Serviva esattamente una serata come questa alla Juventus.

Trovarsi di fronte ai demoni e capire come affrontarli. Perchè se è vero che per una volta non si è vinto di corto muso, è altrettanto vero che non sono mancati gli errori, le carenze e tutte le difficoltà che fino ad ora si sono manifestati nella stagione più nera che bianca della Juventus.

L'inizio è stato teso, come l'andamento di tante gare in questa stagione, a far scrollare di dosso la tensione e accendere la luce ci ha pensato Paulo Dybala che ha piano piano preso per mano la squadra, un po' come ha fatto anche nelle precedenti partite ma con maggiore incisività, cattiveria e continuità.

Poi l'autorete strana di Bonucci, a ricordare alla Signora che la fortuna non fa tanto il tifo per lei in questo momento e che quindi è sempre meglio non distrarsi, non concedere nulla altrimenti si rischia di buttare tutto.

La reazione, stavolta, è però quella giusta e, francamente, anche la formazione scelta, perché dietro, oramai, Bonucci, De Ligt, Danilo e Sandro si stanno abituando a giocare insieme, e soprattutto a centrocampo la grande presenza, fisicità, voglia e concentrazione di Bernardeschi ha permesso a McKennie di giocare tra le righe senza lasciare solo Locatelli e all'ex Sassuolo di giocare una partita alla Khedira: fisico, bravo a verticalizzare appena si creava l'opportunità e pronto all'inserimento all'occorrenza.

In attacco, gol inutile a parte, Morata ancora una volta non convince: poco reattivo, poco presente nell'area di rigore, troppo spesso spalle alla porta e poco concentrato come nella grande occasione confezionata dal sontuoso Dybala e sprecata malamente. La Joya invece ha preso per mano la squadra ispirando le sgasate di Chiesa che col passare dei minuti ha aumentato i giri proprio mentre i difensori russi li perdevano.

Poi nei minuti finali tornano in campo i demoni di questo inizio stagione: le disattenzioni difensive, gli errori, il calo di tensione, la squadra che si allunga, la paura di prendere gol che spesso arriva con sconfortante puntualità. Però la vinci perché, finalmente, riesci a fare un gol in più dell'avversario. Anzi due. Questa è una traccia, ribadita anche dalle parole di Dybala a fine gara “dobbiamo restare alti perché se difendiamo troppo bassi prima o poi il gol lo prendiamo”.

La miglior difesa, a volte, può essere l'attacco. E quando giochi contro rivali più deboli tecnicamente questa deve essere la regola.

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera


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