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LEONI PER...AGNELLI – “Siamo fuori di testa, ma diversi da loro...” Nella notte di Sanremo, la Juventus lancia un grido di battaglia. Trentalange spieghi immediatamente perché Massa e Var non hanno visto un rigore solare

di Redazione TuttoJuve

Puntualmente, quando la credono morta, le si rialza, graffia, e ricomincia a correre. Come se nulla fosse successo. La Juventus è così, immortale anche durante il cambio di pelle, anche nelle stagioni più complicate, perché sotto la pelle, nel sangue, nel dna c'è scritto che vincere è l'unica cosa che conta e lo sarà per sempre. E chi indossa questa maglia sarà disposto a morire sempre e solo sul campo. Se proprio deve morire....

Come al solito, nell'altalena dei giudizi, bisogna mantenere il giusto equilibrio. Non era cominciata bene la serata: solita manovra involuta, poche idee, troppi personalismi, solito clamoroso regalo difensivo a mettere la strada in salita. 

Poi accade qualcosa.

Chiesa entra in area dopo aver vinto il duello con Acerbi, il pallone viene schiaffeggiato volutamente in maniera ingenua da Hoedt in piena area della Lazio, con Massa perfettamente sulla traiettoria ma, incredibilmente, il rigore non viene concesso. Ti aspetti che il Var richiami subito l'arbitro, e invece niente. Un'ingiustizia sotto gli occhi di tutti, difficile da spiegare che, tuttavia, dovrà essere spiegata visto che ora gli arbitri sono autorizzati a parlare. 

Quello che succede dopo rappresenta tutta la diversità che c'è tra la Juventus e tutte le altre squadre. 

Altrove si sarebbero adagiati su questo episodio considerandolo l'alibi su cui costruire processi alleggerendo le proprie responsabilità, la Juventus si sente invece ferita nell'orgoglio e si prende sul campo quello che l'è dovuto.

Quasi come se si fosse acceso, d'un tratto, il tasto “On”, la Juventus assalta la Lazio, a volte anche in maniera disordinata ma, col passare dei minuti, in maniera sempre più ordinata e lineare: con Danilo totalmente a suo agio nella posizione di centrale individuatagli da Pirlo, Rabiot in crescita costante così come Bernardeschi, Chiesa e Morata letteralmente scatenati e indiavolati. All 39' il pareggio è servito e meritato con la sciabolata del Duca Rabiot. 

Nel secondo tempo la vera sorpresa incoraggiante è l'approccio: deciso, cattivo, ordinato, voglioso. La Juventus, ferita, si prende con i colpi di Morata e le accelerazioni di Chiesa e la solidità di squadra ciò che le appartiene: la vittoria. Senza alibi, senza lamentele, probabilmente senza un'identità precisa ma anche senza Ronaldo, De Ligt, Dybala e altri 5 titolari. Quante squadre avrebbero dimostrato in queste condizioni una forza d'urto e un orgoglio così solido? Poche, fidatevi. 

Ora pop corn e bibita, e restiamo a guardare prima di andarci a prendere i Quarti di Champions League, perché se si gioca con questa testa e qualche recupero importante, la qualificazione è più che alla portata dei bianconeri.

Il tutto sempre restando sulla bilancia dell'equilibrio, anche se la Juventus non è mai stata volubile e indecifrabile come quest'anno.

Ma non parlate di pazzia, quella lasciamola all'Inter, noi siamo “fuori di testa, ma diversi da loro...”.

Un grido di battaglia nella notte della finale di Sanremo...

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera

Twitter - @enzomarangio


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