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LEONI PER...AGNELLI – Max Allegri 2: il ritorno dell'allenatore “aziendalista”. Messaggi per Ronaldo, Dybala e soprattutto per Bonucci.....

di Redazione TuttoJuve

Come un bambino davanti al giocattolo tanto desiderato, in attesa di avere il permesso per poterci giocare. Guardi negli occhi Allegri alla sua prima conferenza, dopo il ritorno alla Juventus, e hai questa sensazione netta. Emozionato, felice, smanioso e a tratti quasi incredulo. Tanto che lui stesso si lascia andare ad un “devo rompere il ghiaccio perché dopo due anni non sono più abituato”.

Ma quelli come lui, maestri della comunicazione, ci mettono poco a rimettersi in carreggiata e tornare a correre. Tanto che, nel rispondere alle domande di rito da parte di una stampa quasi più emozionata di lui, non si lascia mai andare ad ovvietà e frasi di circostanza ma lancia segnali a tutti: ambiente, squadra, singoli giocatori, stampa.

Prima di lasciare parola ad Allegri, il presidente Agnelli fa una giusta puntualizzazione che non tutti colgono ma che va assolutamente rimarcata: “Max non è qui per una questione di amicizia, c'è anche amicizia, ma non è qui per questo. Non è qui neanche per il passato, ma perché ha la credibilità per scrivere un capitolo nuovo, e crede nel nuovo gruppo dirigente”.

Non è, dunque, una questione di cuore, ma di convinzione: Allegri torna perché dopo due anni si sentiva il bisogno di rimettere le cose nel giusto ordine per tornare ai vecchi e atavici obiettivi: vincere. Non interessa più la forma ma la sostanza. Finalmente.

E Allegri sa molto bene di essersi preso un grande rischio, ma stabilisce subito gli obiettivi con naturalezza, senza girarci attorno: “Il passato non conta più, sono contento che la Juventus mi abbia voluto di nuovo e che i tifosi mi abbiano accolto con entusiasmo, ma la cosa più importante è cominciare a fare punti dal 22 agosto”.

Cominciare a fare punti. No, non è una frase banale e di circostanza, Allegri ha già fissato in 87-88 la quota scudetto, ha già in mente quali saranno le rivali più complicate, ha già digerito il calendario asimmetrico sempre perché alla fine “i punti sempre quelli sono”, deve soltanto mettersi alla prova con le cinque sostituzioni “spero di non far casino...”, anche se ha già capito la cosa più importante: “tanto non è che si devono usare per forza tutte e cinque, posso anche farne solo una o tre, il vantaggio è che se vedo che la partita è andata male allora alla fine del primo tempo ne posso cambiare anche subito quattro...”. Il senso del cambiamento nelle regole è esattamente questo: un vantaggio va saputo sfruttare non deve essere sfruttato per forza.

Caro Max, ne hai capito già molto più di tanti altri...

Poi arriva il momento di parlare della squadra e mettere in chiaro due tre cosette che sembravano complicate da sistemare e che, invece, Allegri tratta come se fossero (e in realtà lo sono) ovvie.

Capitolo Ronaldo: “è un grandissimo campione e un ragazzo intelligente, ieri abbiamo parlato e gli ho detto che, a differenza del suo primo anno in cui trovò tanti campioni con grande esperienza, stavolta ha una grande responsabilità: perché la squadra è giovane e lui deve aiutare chi ha meno esperienza a crescere. Poi è chiaro che anche lui rientrerà nelle turnazioni perché non si possono mica giocarle tutte...”. Chiaro no? Eppure sembrava complicato...

Su Dybala: “L'ho lasciato ragazzo e l'ho ritrovato uomo e si rende conto che questo è un anno importante per lui. Ha una grandissima tecnica e soprattutto lui sa fare gol. Per me è il nostro vice capitano, punto molto su di lui ma pretendo anche tanto da lui”.

Sui calci di punizione è tutto molto semplice: “Ci sono tanti calcianti: Ronaldo le deve tirare da lontano, Dybala da vicino e da destra, poi se arriva qualcuno bravo a batterle anche di destro da destra... (Pjanic?)”.

La battuta che più ha fatto discutere è quella su Bonucci: “Non può essere il vice capitano perché anche se ha più presenze dopo Chiellini, era andato al Milan e poi è tornato facendo ripartire il conteggio da zero, se vuole la fascia la compra a e va a giocare in piazza...”. Ma era giusto mettere in chiaro chi comanda da ora nello spogliatoio...

Le somme, con queste premesse sono facili da tirare: “Il mio obiettivo è creare valore e miglioramento su tutti i giocatori. E sono contento di definirmi aziendalista se questo significa portare risultati e valore in sintonia con la Società”.

Niente fronzoli, niente parole al miele, niente carezze per tutti. Solo indicazioni, anche delicate, fatte con estrema chiarezza, semplicità ed ironia. 

La Juventus, dopo due anni, ha di nuovo un allenatore. Ora chi sbaglia è fuori.

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera

Twitter - @enzomarangio


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