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LEONI PER...AGNELLI – Il vero “male” di Dybala. La potenza di fuoco di Ronaldo, il leader De Ligt e l'imprescindibile Morata. Tra dubbi e certezze la buona notizia è che la Juve è già agli Ottavi

di Redazione TuttoJuve

Prima di lanciarci nella solita altalena di complimenti e critiche, concentriamoci sull'imprescindibile dato di fatto assolutamente non trascurabile: la Juventus è agli Ottavi di Champions League con due turni di anticipo. E non è poco. Si, è vero, il girone era più che agevole, ma anche la partita di questa sera in teoria lo era, poi non lo è stata. Quindi, soprattutto in Champions, tutto va conquistato e non passi il turno solo perché sei la più forte, alla fine i valori devi sempre dimostrarli. Sul campo. E qui veniamo alla gara contro il Ferencvárosi. Si, all'andata è finita 1-4, ma grazie a due autentici regali dello sciagurato Dibusz che anche nella gara di Torino, quando sembrava essersi riscattato, commette un solo errore, ma decisivo, quello che regala la vittoria alla Juventus al 92'. Quindi, in definitiva, sono sempre gli episodi a decidere e la tua superiorità tecnica la devi sempre necessariamente dimostrare in campo. Questa era la partita della maturità e della rinascita di Dybala, e invece è stata la vittoria della paura e la conferma che la Joya si è spenta. Il numero dieci bianconero, per l'occasione responsabilizzato e insignito anche della fascia da capitano, non è riuscito a riscattarsi, a ritrovarsi, a brillare. Per la condizione fisica carente a causa dell'infezione urinaria che si porta dietro da un po'? Si, certo, ma comincio a credere che non sia soltanto per questo. Più la guardo e più mi sembra una Juventus costruita per vivere senza Dybala, una squadra nella quale, anzi, deve essere la Joya a sapersi reinventare. Due mediani, un gioco che si appoggia molto sulle ali, due punte centrali (una delle quali deve adattarsi e leggere i movimenti di Ronaldo) e spirito di sacrificio. Identikit ideale di Morata, non di Dybala. Addirittura di Ramsey, non di Dybala. E lasciamo stare i due gol di Paulo in Ungheria, quelli sono stati due regali, in questa idea di squadra, il numero dieci deve trovare il suo spazio. E lo dice e lo scrive un suo grande ammiratore, basti leggere il mio precedente “Leoni per Agnelli”, ma anche nel ritorno contro gli ungheresi i numeri parlano chiaro: 62' di Dybala hanno prodotto un tiro e mezzo in porta; 30 minuti di Morata (entrato al suo posto) hanno prodotto un meraviglioso assist per Ronaldo, un palo e un gol decisivo. Parlano i numeri, e non li si può smentire. Poco da dire su Cr7, anche nelle serate storte in cui gli arrivano pochi palloni, state pur certi che il gol lo trova. Lo fa con una continuità che paradossalmente non fa più notizia ma è essa stessa notizia. Una considerazione\domanda, però, ve la pongo: è la Juventus ad essere Ronaldo-dipendente o per valorizzare Cr7 la Juventus ha smesso di essere se stessa scegliendo di dipendere dal suo fuoriclasse? Credo che questa sia La domanda. Una buona notizia è che nel momento in cui la difesa perde i pezzi, è tornato il Ministro della difesa, quel De Ligt che molti “conoscitori” etichettarono come bidone e che invece si sta dimostrando il miglior difensore al mondo. Avete presente gli elogi che hanno fatto a Koulibaly e i fantamilioni che voleva l' “ostricaio matto” per lui? Bene, qui stiamo parlando di un livello immensamente più alto. Da non trascurare l'impegno con il quale l'olandese ha imparato alla svelta l'italiano, lui che nell'Ajax era leader indiscusso dialogando sempre con i compagni e con la curva. Bene, in attesa che riaprano gli stadi, già ha cominciato a comandare anche a voce la difesa bianconera. Bentornato signor Ministro.

E poi c'è Alvaro Morata. La miglior versione di se stesso. Arrivato nello scetticismo generale (compreso il sottoscritto), come rincalzo dopo i sogni proibiti Suarez e Dzeko. Arrivato con la fama di chi non ha troppo feeling con il gol, e invece, dopo 10 partite ha già messo a segno 7 reti (più quelle annullate per fuorigioco di un'unghia); pronto a sacrificare la sua straordinaria vena realizzativa per il bene dell'attacco, per il bene di Ronaldo con il quale duetta benissimo. Ecco perché mi pongo sempre, ostinastamente, la stessa inquietante domanda: per Dybala è davvero solo un problema fisico? O Paulo ha perso entusiasmo perché non si sente al centro del progetto tattico? E se così fosse, gli interrogativi che si aprirebbero sarebbero molti altri. Ma per ora fermiamoci qui e godiamoci la qualificazione agli Ottavi con due turni d'anticipo. Una roba non da poco di questi tempi...

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera

Twitter - @enzomarangio


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