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LEONI PER...AGNELLI – I “padroni” del calcio sono cambiati. Bisogna cambiare strategia per crescere restare a galla è già un segnale di forza. Messi via, Ronaldo resta, ma si piange per Demiral...

di Redazione TuttoJuve

Guadare in casa d'altri o semplicemente guardarsi attorno diventa esercizio necessario per riprendere contatto con la realtà, abituarsi a cambiare gli orizzonti, capire certe operazioni e non lasciarsi sopraffare da delusione e avvilimento.
Diciamocelo chiaramente senza parafrasi: i padroni del calcio sono cambiati. Una volta erano i club italiani a depredare i campioni di tutto il mondo, e la Serie A era la Lega più ambita e ambiziosa. Piano piano, con l'ingresso degli sceicchi nel calcio, lo scenario è totalmente cambiato. Ora a comandare, perché irirmediabilmente più ricchi, sono Psg e City, in mano a veri e propri Stati; un po' più indietro il Chelsea, qualche altro club inglese e il Bayern Monaco seguito da Dortmund e Lipsia (in mano al colosso Red Bull).
I “vecchi” dominatori del calcio, Real Madrid, Barcellona e Juventus, devono fare i conti con l'imposibilità di ridurre, con le proprie risorse, il gap contro i nuovi proprietari dell'azienda calcio. Senza guardare troppo indietro basta guardare al presente: il Real non ha rinnovato Segio Ramos finito al Psg; il Barcellona si è dovuto separare nientemeno che da Messi, che potrebbe finire, indovinate un po', al Psg. La Juventus, forte di una ennesima ricapitalizzazione, riesce a trattenere Ronaldo, ma indovinate qual è l'unico club che potrebbe portarlo via? Esatto, il Psg.

E tutto questo perché il City ha scelto di concentrarsi sui talenti inglesi ingaggiando Jack Grealish per la tiepida cifra di 117 milioni e, probabilmante, Harry Kane per una cifra vicino ai 175 milioni.

La battaglia, se la si mette sul piano econominco, diventa impraticabile.

Ecco spiegato il perché Real, Barca e Juventus, a rischio di precipitare le cose con una comunicazione affrettata e una formula discutibile, hanno dato vita alla SuperLega. Ed ecco perché non sono assolutamente intenzionate ad uscirne. Ecco perché Agnelli si oppose alla CvC per la vendita di una percentuale dei diritti tv della Serie A e perché la stessa cosa hanno fatto Madrid e Barcellona. Perché la CvC garantisce soldi (tanti) subito ma obbliga i club a non far parte di una Lega autonoma per i prossimi 40 anni (troppi). Una prigione dorata nella quale i tre club non ci pensano a farsi rinchiudere, favorevoli al dialogo ma non più disposti a far gestire da terze parti i propri soldi.
Anche qui, mettiamo il moralismo da parte: Real, Barca e Juve si trovano con i bilanci in pesante difficoltà si sono accollati un grande rischio d'impresa che il Covid ha enfatizzato rendendo la situazione ingestibile senza altri investitori. Senza avere più soldi. È giusto dare più soldi a chi non ha saputo gestire i propri soldi? Moralmente no, ma se i soldi li genero con il mio appeal allora voglio gestirli io e non farli gestire a chi mi lascia una percentuale che a me non basta più.

In attesa che la SuperLega possa nascere (perché nascerà, ma la guerra è ancora lunga), cosa si può fare? Tornare ad investire e credere nello scouting, andare a cercare campioni, formarli, consapevoli che poi te li porteranno via ma almeno te li pagheranno a peso d'oro. Arricchendoti. Nuovamente. Bisogna tornare ad usare la testa e le competenze. A patto che i tifosi cambino le loro prospettive e tornino a contatto con la realtà. Perché oggi il Barcellona ha perso Messi non potendolo più pagare. Chi lo avrebbe mai pensato? Capito perché da questa prospettiva ribellari per la cessione in prestito di Demiral significa non avere ancora la percezione della realtà?

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera

Twitter - @enzomarangio


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