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LEONI PER...AGNELLI – Due anni di errori reiterati: se prendi Ronaldo non puoi risparmiare su tutto il resto. Agnelli ha chiuso il ciclo nel peggiore dei modi eppure si può ancora rimediare...

di Redazione TuttoJuve

Difficile trovare da dove cominciare quando il disastro è totale. Quando il disastro è tecnico, è tattico, è organizzativo e comunicativo. Quando una macchina perfetta, costruita da una società modello diventa persino imbarazzante.

Come le scelte puntualmente, e quasi masochisticamente, sono state sbagliate negli ultimi anni, quanso agli errori non solo non si è posto rimedio ma si è fatto peggio.

Quando invece di ammettere gli errori e porvi rimedio, si fa spallucce, finta di nulla, riconoscendo le colpe ma anche (ancora) la validità del progetto. Eppure non smetterò mai di pormi la solita domanda: ma qual è il progetto? Ringiovanire la rosa e preparare un nuovo ciclo? Ok. Se è questa è fallita, perché l'età media si sarà anche abbassata, ma lo si è fatto abbassando anche, e di tanto, la qualità tecnica e strutturale della squadra.

Il progetto era prendere Ronaldo per vincere e crescere anche in Europa? Se era questo, è fallito anche questo progetto perché pensato e strutturato male: prendere il più forte di tutti ti rende più bello, più potente, ma se per puntare sul più forte devi rinunciare a rendere competitiva ed equilibrata tutta la rosa, allora la ciliegina sarà e resterà solo una magnifica e saporita decorazione senza torta. Ti può deliziare, ma ti resta la fame e alla lunga rimpiangi quelle torte senza ciliegina ma che in fondo ti saziavano anche di più. Sia chiaro, sono sempre un sostenitore di Ronaldo e di questo investimento, ma poterselo permettere non significa dover andare a risparmiare su tutto il resto, perché se spendi tutti i soldi per la Ferrari e non ti resta nulla per pagarci la benzina allora è inutile.

Come è accaduto anche per la scelta di Sarri. Un bravo allenatore, non c'è dubbio, ma assolutamente fuori dai parametri del mondo Juve e se non gli compri gli ingredienti dell'unico piatto che sa cucinare, ti può anche far mangiare ma non ti leccherai mai i baffi.

E allora decidi di cambiare chef, perchè sugli ingredienti non ci puoi fare più nulla, e ne scegli uno esordiente che magari ti stupisce rivelandosi un predestinato, ma quasi certamente sbaglia tutte le portate perchè non abituato ai ritmi e alle richieste del ristorante.

E nel frattempo sono passati due anni che piano piano hanno smantellato un ciclo straordinario. Smantellato ma non cancellato, ma visto che alla Juventus “la vittoria più importante è sempre la prossima”, allora tutto quello che è passato ha importanza relativa, e il futuro onestamente non sembre promettere, restando così, nulla di buono.

Ecco perché, già dopo il clamoroso ko interno contro il Benevento, Pirlo avrebbe dovuto dimettersi, perché se dici di amare una squadra e senti di non averla in mano e rischi di farle perdere Champions e faccia, allora fai un passo indietro. E quando non accade allora deve essere la società a rimediare, ma una cosa è certa: vedere che nessuno si prende responsabilità in una società come la Juventus è preoccupante.

E anche se non tutto è ancora compromesso, è chiaro che questa sconfitta, unita a tutte le altre, suona come una campana a morte più che campanello d'allarme. Inutile illudersi: se la Juventus centrerà la zona Champions, sarà  un miracolo, così come vincere una coppa Italia contro una squadra in salute come l'Atalanta. Agnelli, dopo 9 anni di successi si è infilato in un vicolo cieco e uscirne non sarà affatto facile, perché l'allenatore è soltanto l'ultimo tra i grandi problemi. Il reiterato silenzio dei vertici socierari sembra sempre più una lunga attesa prima del 27 maggio, ma nel frattempo non vincere al Mapei contro il Sassuolo potrebbe solo inesorabilmente sancire il fallimento di un progetto con l'aggravante di aver avuto il tempo di rimediare prima mentre, invece, ci si è fatti trovare spiazzati e impreparti.

E anche questo non è da Juventus.

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera

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