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LEONI PER...AGNELLI – Certe notti restano indimenticabili, quella del Camp Nou può spianare la strada alla nuova Juve di Pirlo: la vera posizione di Ramsey, la crescita di McKennie e Ronaldo...

di Redazione TuttoJuve

Certe notti somigliano a un vizio che tu non vuoi smettere, smettere mai.

Mi perdonerà l'interista Luciano Ligabue se scelgo le sue parole che s'intonano alla perfezione con una notte che resterà indimenticabile per tutto il popolo della Juventus.

La notte dell'impresa impossibile, vincere con tre gol di scarto in casa di un Barcellona in calo, si, ma sempre vincente in Champions League e pur sempre il Barça.

La notte della riscossa di Cristiano Ronaldo, assente (insieme a De Ligt, non due giocatori a caso) nella gara di andata, quella in cui la Vecchia Signora si è fatta sorprendere senza trucco, un po' sfatta e abozzando un sorriso di circostanza e imbarazzo, nascondendosi per 90 minuti dalla vergogna.

La notte in cui Cr7, finalmente in campo, dopo aver sognato e meditato la vendetta perfetta, la mette in pratica. A casa di Messi, suo eterno rivale. Perché se vuoi urlare al mondo di essere il più forte, non hai altra strada che andare a battere il tuo nemico a casa sua. Perché così appari più forte, perché così è più bello.

La notte in cui Ronaldo non solo riesce nell'impresa di surclassare il grande Messi, ma lo fa segnando due reti decisive. E poco importa se arrivano dal dischetto, quello dal quale, peraltro, proprio la Pulce spesso è inciampato. Nelle notti più importanti, quelle che Ronaldo non fallisce quasi mai.

La notte di Weston McKennie, un 22 enne americano, guascone e rassegnato all'idea di sentirsi storpiare il cognome ma farsi pian piano sentire e riconoscere in campo. Con la fame, la spensieratezza e l'incoscenza che solo un ragazzino smaliziato di talento può far emergere.

La notte di Ramsey, che trova forse la sua posizione in campo, confermando quei continui ammiccamenti di mister Pirlo, unico a vedere qualcosa che sfuggiva a tutti noi. Il gallese parte esterno di sinistra ma, sfruttando i movimenti pendolari di Alex Sandro, si accomoda in posizione di mezzala trovando, finalmente, la mattonella giusta.

La notte di Morata, cavalier servente della Signora e di Ronaldo, pronto a sguainare la spada quando serve e a portare la croce per il bene comune. Con immutata eleganza.

La notte De Ligt e Bonucci, il “vecchio” e il ragazzino. Il bastone e la carota. La durezza e la classe. La precisione nella chiusura dell'olandese e l'innata bravura d'impostazione e ripartenza del bistrattato Leo.

La notte di Cuadrado, che ormai non ha più un piede ma un pennello che disegna arcobaleni colorati volgarmente definiti: assist.

La notte dei pendolini Danilo e Alex Sandro, sempre più sincronizzati e precisi.

La notte del Maestro Andrea Pirlo, al quale possiamo\potete dire quello che volete, ma con la sua flemma, calma, eleganza e le sue idee andrà avanti e, alla fine, magari, ci stupirà tutti.

La notte del grande, intramontabile vecchio: Gianluigi Buffon. Gigi, lo ammetto, stasera non ti avrei voluto vedere in campo perché il titolare ora è Tek che merita di vivere serate così, ora è il suo momento.

Ma mi sbagliavo, perché certe notti somigliano a un vizio che tu non vuoi smettere, smettere mai...

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera

Twitter - @enzomarangio


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