ESCLUSIVA TJ - Roberto Baronio: "Supercoppa, ecco i rischi della trasferta pechinese. El Kaddouri potenziale campione, Verratti ha la personalità giusta"
In esclusiva per TuttoJuve Roberto Baronio ci racconta la sua esperienza in Supercoppa italiana a Pechino, sottolineando gli aspetti più difficili per una squadra e un calciatore della trasferta cinese. L'ex centrocampista della Lazio, cresciuto nel florido vivaio del Brescia ci parla inoltre dei due gioielli delle rondinelle Nicola Leali e Omar El Kaddouri, ufficialmente o quasi della Juventus e dell'altro gioiello esploso in Serie B Marco Verratti, anch'egli vicino ai colori bianconeri.
Roberto Baronio, l’11 agosto a Pechino si giocherà la Supercoppa italiana. L’hai giocata nel 2009, vincendola, con la maglia della Lazio. Come valuti questo incontro e questa trasferta? Può condizionare la stagione di una squadra?
“A prescindere dalla vittoria è un’esperienza che va valutata nel migliore dei modi, Juve e Napoli dovranno valutare benissimo il fatto di partire un po’ prima perché ti devi ambientare al calcio afoso e soffocante che ci sarà in Cina. Noi eravamo partiti una settimana prima proprio perché il problema vero è quello ambientale, dal fuso orario al caldo che ti toglie il respiro. Quindi il fatto di potersi allenare un po’ di giorni prima per capire come funziona sarà importante”.
La tua Lazio pagò quell’anno con una stagione che ha fatto vedere gli spettri della retrocessione, mentre Milan e Inter, che hanno disputato l’ultima Supercoppa hanno accusato la preparazione anticipata per la manifestazione
“Secondo me non è tanto la preparazione che fai ma la rosa a disposizione. Ad esempio, il nostro problema era quello di non avere la rosa adeguata. Dovevamo affrontare 3 competizioni e l’abbiamo pagata. Però se guardiamo che il nostro avversario dell’epoca, ossia l’Inter, a fine anno centrò il triplete allora il discorso della preparazione anticipata decade. Certo, non puoi fare una preparazione base come tutti gli altri anni, perché la fai in funzione della Supercoppa, ma alla fin fine si tratta di partire solo un po’ prima”.
Da prodotto del vivaio bresciano come giudichi gli ultimi talenti usciti fuori? Leali è già ufficiale
“Leali lo conosco poco perché quando sono stato a Brescia ultimamente lui era un ragazzino. Di lui ne parlano molto bene ma va valutato perché ha giocato l’inizio di quest’anno e ha fatto vedere qualcosa di buono e qualcosa meno. Sicuramente ha qualità e quando si muove la Juve su un giocatore non è un caso”.
Cosa mi dici di El Kaddouri?
“Lo conosco abbastanza bene perché tre-quattro anni fa si allenava già con noi della Prima squadra. È un potenziale campione e un bravo ragazzo e alla fine questo conta tanto. Io dico che nel caso lo prendesse la Juve lo lascerei ancora un anno a Brescia per maturare perché forse è ancora acerbo. Può fare meglio ma, ribadisco, deve giocare con continuità e restare ancora un anno a Brescia, oppure provare in A in una piazza come Pescara potrebbe essere l’ideale”.
Proprio Pescara dove c’è l’obiettivo Verratti, regista come te. Ti piace questo giocatore?
“Mi piace molto, ha tanta personalità e lo si vede dal fatto che spesso cerca la giocata difficile mandando in porta il compagno o uscendo palla al piede in situazioni difficili. Dovesse prendere anche lui la Juve farebbe davvero un gran colpo. L’unico dubbio è che un conto è la pressione che può avere a Pescara, dove lo coccolano e se fa una serie di errori consecutivi glieli perdonano, un altro conto averle a Torino dove si gioca sempre per vincere”.