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QUI CHIEVO - Corini e il suo passato bianconero: "Chi firma per la Juve gioca per vincere. L'Avvocato mi disse..."

di Redazione TuttoJuve

Il tecnico del Chievo Eugenio Corini, ha rivisitato il suo passato bianconero. Ecco le sue parole, riportate dal sito del quotidiano veronese, "L'Arena":

Corini, ce la racconta la sua Juve da ragazzino?
“È stato il sogno di un ragazzo di vent'anni che approdava in un grande club. E dico sempre che raccogliere 47 partite in due anni, quando allora c'erano solo due cambi, per me è stata un'esperienza importante. Poi a 22 anni, con un ruolo importante come il mio e con Trapattoni che giocava con un trequartista e due punte, era diventato un pochino complicato trovare spazio. E decisi di fare delle scelte diverse. Sono stati comunque due anni fantastici. Una grande esperienza umana e professionale”.

La prima fotografia del suo arrivo alla Juve?
“Ma, quando sono arrivato in sede a fine marzo per firmare. Avevo diciannove anni, vestito per la prima volta con la giacca e con la cravatta, visto che entravo nella sede di un club importante come la Juve. E ricordo di avere percepito da subito cosa vuol dire arrivare alla Juventus”.

E cioè?
“Chi firma gioca per vincere. Chi entra nella Juve pensa solo al successo. Lo respiri dal primo momento in cui entri nella sede”.

Le prime parole del Trap rivolte a Corini?
“Io arrivai l'anno prima quando era in atto il grande cambiamento con Montezemolo e Maifredi. Poi il Trap arrivò l'anno dopo con Boniperti. Comunque, ho conosciuto la Juve della rivoluzione e poi quella della restaurazione. Due momenti diversi, ma ho capito strada facendo cosa significava lavorare ed essere uomo Juventus”.

Troppo giovane, forse, per essere pronto per la Juve?
“Le cose nella vita non si può mai sapere se sono giuste o meno. C'è un percorso da fare. A volte gli incastri sono quelli giusti. A volte no. A volte c'è il progetto tecnico che va bene per te. Ma può anche non essere così. E rimane una grande esperienza. Nella vita non sempre le cose vanno come tu vorresti. Tengo sempre a precisare che 47 partite in due anni sono tante per un ragazzo di 20 anni alla Juventus”.

Lei e l'Avvocato. C'è un'immagine? Una cosa tutta vostra?
“L'Avvocato mi fece un bellissimo complimento quando mi disse che ero metà Falcao e metà Giannini. Il brasiliano era il mio idolo giovanile. E poi quella frase detta dall'Avvocato assumeva un grande valore. E questo è un ricordo che custodisco gelosamente”.


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