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TASTIERA VELENOSA - UNA NUOVA CALCIOPOLI, MA FORSE PURE PEGGIO NEI MODI

di Massimo Pavan

Parliamo a caldo dopo una sentenza di penalizzazione di 15 punti che chiaramente destabilizza il mondo Juve perché si tratta di qualcosa di incredibile e pure oltre quello che aveva chiesto la procura. Il giudice e' andato oltre ed ha colpito dove poteva colpire affondando il coltello nella piaga e colpendo solo la Juventus per qualcosa che non esiste perché le plusvalenze della Juventus sono reali e frutto di valutazioni economiche della società. 

Con questa decisione che non capiamo, non è più possibile per una società vendere o acquistare un calciatore al valore che vuole, ma la cosa più interssante e' che questo provvedimento vede solo la Juventus colpita mentre tutti gli altri no, in pratica la Juventus le plusvalenze le faceva da sola.
Ne abbiamo viste tante ma questa cosa che preferiamo non definire e' sicuramente com calciopoli a livello di ingiustizia. I motivi? Semplice qui non che partita o evento truccato e se aggiungiamo qualcosa, non c'è nemmeno l'intenzione di iscriversi al campionato truccando qualcosa. 

Fondamentale il botta e risposta, di fronte alla Corte federale, sull'uso delle plusvalenze tra il procuratore della Figc, Giuseppe Chiné, e la difesa della Juve. Il capo della procura federale ha sottolineato che secondo la sua accusa quelle contestate servivano a coprire le perdite; i difensori del club bianconero hanno ribattuto che le plusvalenze in oggetto, per 60 milioni, rappresentano solo il 3,6% dei ricavi. In particolare, hanno sottolineato, negli anni ai quali la procura fa riferimento la società ha chiamato 700 milioni di aumenti di capitale, su tre anni ha avuto ricavi di 1675 milioni e su un totale di 323 milioni di plusvalenze i 60 contestati da Chiné sono il 18% del totale e, appunto, il 3,6% dei ricavi."

Per non parlare delle parole del procuratore: "La pena deve essere afflittiva, la Juventus in classifica deve finire ora dietro la Roma, fuori dalla zona delle Coppe Europee".

La difesa della Juventus probabilmente non ha convinto o forse la sentenza era già scritta. Nessuno degli elementi valorizzati dalla procura Federale" nell'ambito delle operazioni di mercato "dimostra l'esistenza di una artificiosa sopra-valutazione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori alle predette operazioni, con ciò rendendosi piena infondatezza dell'odierno ricorso". Lo sostiene la difesa Juventus. Circa la "sussistenza di documenti interni e budget riportanti l'indicazione di plusvalenze come obiettivo strategico", "non costituiscono affatto - scrivono i legali - un elemento che possa fondare la natura fraudolenta e artificiosa delle operazioni concluse e dei valori ad esse assegnati".

Durante l'esposizione della propria linea difensiva, il legale della Juventus Nicola Apa ha chiesto che il procedimento di revocazione fosse rigettato per una questione formale. La Procura avrebbe infatti ecceduto i termini per presentare la richiesta. Come emerso da articoli di stampa, la Procura aveva contattato i pm torinesi il 26 ottobre e il 27 ottobre si era diffusa la notizia di una visita a Torino di un inviato della Procura. Quindi i primi fatti nuovi sarebbero entrati in possesso della procura a fine ottobre. E il codice di giustizia sportive prescrive il termine di 30 giorni per presentare la richiesta di revocazione, arrivata, invece, solo il 22 dicembre, ossia 56 giorni più tardi.

A questo punto rimane solamente il grado di giudizio del CONI che probabilmente confermerà visto l'andamento delle cose la sentenza. In questa giustizia ormai non ci crediamo più.

Alla Juventus rimane solo il compito gravoso di vincere tutte le partite che restano per dare qualche soddisfazione ai tifosi.


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