.

Su Juve-Fiorentina hanno sbagliato tutti: è il fallimento culturale del VAR. Bentancur può essere il Khedira di Sarri?

di Ivan Cardia

È passata tanta acqua sotto i ponti, ma le durissime parole di Rocco Commisso dopo Juventus-Fiorentina tengono ancora banco. È una vicenda in cui ci sembra che abbiano sbagliato un po’ tutti. Forse l’errore meno rilevante è proprio quello dell’arbitro Pasqua, che comunque ne aveva già commesso uno, perché il contatto Igor-Ronaldo era da calcio di rigore. Per essere onesti, invece, da queste parti l’intervento di Ceccherini su Bentancur è sembrato più regolare che altro. Ma concedere quel penalty non è stato un abbaglio clamoroso: è semplicemente un caso al limite, che si poteva valutare in un modo o nell’altro, senza assurgere al rango di pietra dello scandalo.

È per questo che, prima di tutti, ha sbagliato il patron viola: forse dagli USA non seguirà tantissimo la Serie A, perché il disgusto sembra un sentimento francamente sproporzionato rispetto all’entità della decisione arbitrale. Opinabile, ma di porcherie se ne vedono ben altre. Nedved non ha smorzato i toni e ha difeso la sua Juventus, è vero però che l’ira di Commisso non era diretta ai bianconeri. E probabilmente ha ragione chi ha sottolineato come nella Juve ci siano altre figure più adatte a replicare sul tema arbitrale, rispetto a un ex calciatore che a noi sta molto simpatico, ma mezza Italia mal sopporta proprio per alcuni episodi relativi al rapporto con i direttori di gara. Da ultimo, e in maniera più grave per il ruolo istituzionale che ricopre, ha sbagliato il presidente dell’AIA, Nicchi: una figura di vertice che ha fatto il suo tempo e invece corre per la rielezione, in una stagione molto complicata per gli arbitri. Doveva calmare gli animi, non farsi parte in causa.

È il fallimento culturale del VAR, da molti punti di vista. È il fallimento di chi si aspettava che la tecnologia spegnesse qualsiasi polemica. In buona parte è colpa di un protocollo cervellotico e di uno strumento reso di anno in anno sempre più macchinoso da utilizzare: funzionava meglio nella sua stagione d’esordio, ed è tutto dire. Al di là degli aspetti tecnici, anche perché siamo fuori dall’ambito dell’errore grave e palese, del VAR discutiamo una domenica sì e l’altra pure. Ha soppresso la moviola? Forse. Di sicuro ha generato la moviola sulla moviola in campo: un abominio che nessuno si aspettava ma che forse si poteva prevedere. Non abbiamo fatto grossi passi in avanti, da questo punto di vista, e il VAR non ha cambiato il nostro modo litigioso di vedere il calcio. D’altra parte, non succede solo in Italia, ma per esempio anche in Inghilterra, dove di arbitri hanno parlato storicamente meno di noi e invece quest’anno lo fanno molto di più. Tornare indietro non si può, basta guardare cosa succede in Serie B e C per capire che sarebbe sbagliato. Però c’è tanto da rivedere, sul piano della tecnologia e a livello culturale, perché le polemiche non fanno parte del passato: sono tornate a essere il presente.

Guardiamo ad altri argomenti, e lasciamo per un momento sia le solite analisi dell’attacco (se Dybala fa bestemmiare Sarri perché non farlo giocare sempre?) o del mercato (c’era poco da riparare). Nel centrocampo della Juventus cresce di partita in partita un certo Rodrigo Bentancur. Che i numeri del potenziale campione li ha sempre avuti, ma è giocatore difficile da apprezzare: rende semplici le palle difficili, è una qualità che non si nota e invece fa la differenza. L’uruguaiano è la più bella sorpresa di questa stagione e gli manca soltanto una cosa per diventare più di un grande giocatore: il gol. Se riuscirà ad acquisire maggior familiarità coi tempi d’inserimento e più dimestichezza con la rete, potrà avere nella Juve di Sarri lo stesso ruolo che ha avuto Khedira in quella di Allegri: un insostituibile, con un contributo impareggiabile a entrambe le fasi di gioco. Aspettando, ovvio, Khedira quello vero: detto che Bentancur è destinato a essere sempre più un titolare fisso, il tedesco può ancora dire qualcosa in questa stagione. D’altronde, anche se non tutti se ne sono accorti, è stato uno dei 2-3 migliori centrocampisti visti in Serie A negli ultimi cinque anni. E per il canto del cigno, se a fine stagione sarà addio come molti indizi fanno pensare, ha tutto il tempo del mondo.


Altre notizie
PUBBLICITÀ