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LA LANTERNA VERDE - ZERO PUNTI… NESSUNA SQUADRA… OBIETTIVO EUROPA LEAGUE?

di Fabrizio Ponciroli

Ora non è più una questione solo di qualità del gioco. L’allarme è scattato da tempo e, per il momento, nessuno ha trovato il modo di spegnere la sirena… La Juventus, dopo due gare di Champions League, ha zero punti in classifica. Siamo ben lontani dai 10 profetizzati da Allegri. Sempre al netto delle pesanti assenze, è chiaro che la Vecchia Signora ha diversi problemi oggettivi. La difesa non dà garanzie di solidità. Anche contro il Benfica, i tifosi all’Allianz Stadium (me compreso) si sono preoccupati troppe volte. Evidente come alcuni giocatori siano “fuori giri”. Cuadrado non è sereno. Lo si capisce da come cerca, incaponendosi, il dribbling a tutti i costi, quasi a voler gridare al mondo: “Ehi, io sono bravo”. Che sia bravo non è in discussione ma, in questo momento, non è il vero Cuadrado… Poi c’è il giovane Miretti. Lungi da me criticare un 2003. L’errore che vale il pari, dal dischetto, di Joao Mario è puerile. Infatti, parliamo di un ragazzo. L’importante è non fargli crollare il mondo addosso… Bremer sembra già aver perso le sicurezze iniziali e Bonucci, beh, Bonucci è sempre Bonucci ma con qualche anno in più.

E veniamo a Vlahovic. L’ho osservato con grande attenzione e resto convinto che sia ancora acerbo in tanti aspetti del gioco. Quando deve “tenere la palla”, fatica enormemente, soprattutto se ha un avversario che cerca l’anticipo a tutti i costi. Scatta spesso a vuoto e, quando un compagno non lo serve, non ha l’atteggiamento giusto. Applaude ma è evidente che vorrebbe sotterrare il compagno per la palla sbagliata e, questo, alla lunga, potrebbe diventare un problema. Come il fatto che, quando non entra nel mood del gioco, diventa inoffensivo. Non vederlo calciare in porta è deprimente. Certo, quando avrà Di Maria (ci ha provato contro la sua ex squadra ma predica nel deserto e non è al top) e Chiesa sarà una storia diversa… Lo dicono tutti ma, nel frattempo, soffre e fa soffrire chi lo guarda giocare. Uno così dovrebbe essere sempre nel vivo del gioco…
Invece, nel vivo del gioco (e nei cuori bianconeri) c’è Milik. Allora, chi l’ha criticato deve assolutamente porgere le sue scuse. Il polacco, costato briciole, è un attaccante vero, di quelli che sanno fare gol. Sa sfruttare le occasioni che gli capitano in maniera cinica, come dovrebbe fare un vero centravanti. E, come se non bastasse, è abilissimo anche a tenere la palla quando c’è bisogno di far respirare la squadra (in questo può dare lezioni private a Vlahovic). Aver preso Milik è stato un grandissimo colpo di mercato…
Applausi anche per Paredes. Dai, è evidente che è già il cervello della squadra. Ha solo bisogno di tempo per capire come servire Vlahovic nei tempi e modi giusti ma l’argentino sa cosa fare con la palla tra i piedi. Due note positive (non ci aggiungo Perin perché chi fa i miracoli è già santo).
Cosa ci lascia questa sfida con il Benfica? La consapevolezza che la Juventus non è una squadra. Anzi, è ben lontana dall’esserlo. Non c’è un reparto (portiere a parte) che abbia funzionato. Tutti vogliono fare gli eroi ma nessuno ha la personalità per esserlo davvero. Doveva essere la partita del rilancio, invece si è trasformata in un altro film horror con Allegri al centro della locandina. Che dire, avrei potuto scegliere una partita migliore per il mio esordio stagionale all’Allianz Stadium, no? Magari ci tornerò per l’Europa League…


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