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L'IMBOSCATA - Mezza Italia tifa Napoli, gufi su Vinovo. Cinque motivi per battere la Lazio. Ecco la lista della spesa di Marotta. Già bruciata la concorrenza per un talento italiano. Pirozzi sbugiardato. Ragazze super con un gran "cervello"

di Andrea Bosco

VENTURA COMPERI UNA PIPA

 

Si riprende dopo la pausa dedicata alla Nazionale. Che (bruttarella) ha fatto il minimo ma lo ha fatto. Non tutte le colpe sono di Ventura. Ma alcune sì. Era preventivabile: Ventura, buon allenatore in club di medio livello, non ha esperienza internazionale. Non ha mai gestito in carriera pressioni paragonabili a quelle di un selezionatore della nazionale . Ventura è lì perché costava poco.

Il ct ha un materiale umano a disposizione, migliore di quello di cui disponeva Conte, ma non paragonabile alla rosa che consentì a Berzot di vincere a sorpresa il mondiale. Che non era un grande tecnico. Ma un solido, pragmatico gestore di uomini. Serve questo a un selezionatore al quale il tempo esiguo impedisce di allenare. Il solo pensare di farlo è  follia. Se Ventura si spoglierà dall'idea di “allenare“, nonostante le difficoltà, potrebbe persino far meglio di quanto non si reputi. Se resterà umile, se si affiderà ai suoi senatori, se riuscirà a scrollarsi di dosso Tavecchio, se non si adonterà per le critiche della stampa, potrebbe infilarsi al Mondiale dalla porta di servizio ma uscirne non dico da quella principale ma da un dignitoso uscio laterale. E' l'Italia: si deve augurarle  il meglio. E' la Nazionale: uno dei pochi simboli di questo sfortunato,depredato Paese, per cui   valga la pena ancora di battersi. Anche se il meglio per l'Italia significa  (inevitabilmente) un Tavecchio rafforzato: una jattura. Ma è la Nazionale: se vederla rappresentare al meglio il movimento, significa anche ingoiare la pillola rappresentata dall'uomo che ha scelto (non da solo, va ricordato) Giuseppe Pecoraro, è un sacrificio da fare. La Nazionale è questa. Ma con Belotti, Verratti, chissà Marchisio, magari con un Caldara, un Bernardeschi, un Cutrone sopra le aspettative, non potrà che migliorare. E a Napoli hanno ragione: un pensatore come Jorginho la Nazionale non ce l'ha. Si munisca, infine Ventura di una pipa. La tenga spenta se non apprezza le mescole olandesi. Ma se la infili in bocca: ispira  autorevolezza e simpatia.

 

SI RICOMINCIA: CON LA LAZIO

 

Si ricomincia, con gli strascichi della Var, con le amnesie di Madama a Bergamo, con il Napoli capolista e con una Lazio alle porte. Motivi per fare i tre punti, tanti. Il primo:  mantenere il primato allo Stadium. Il secondo: gli sberloni della Lazio in Supercoppa sono recenti. E dovrebbero ancora bruciare. Terzo: la Lazio gioca un bel calcio, ha alcuni fantastici giocatori e un bravo  allenatore che sta studiando da Juventus. Allegri ha un contratto fino al 2021. Lo danno per la prossima stagione al Bayern. Bufale di redazione. Come quella di un ritorno a Torino di Conte a giugno. Lo sconsiglierei, in ogni caso, a Marotta : difficilmente le minestre riscaldate funzionano. E Conte, non mi pare, caratterialmente, né un Trapattoni, né un Lippi. La quarta: vincere con la Lazio sarebbe il modo migliore per preparare la gara di Champions contro lo Sporting Lisbona. La quinta: vincere sarebbe un segnale al Napoli, alla Roma e a tutto lo sterminato stormo di gufi volteggiante su Vinovo in servizio permanente. Allegri si rassegni: fa giocare la sua Juve peggio del Napoli. Visto che da tre anni vince (di fila) e che quelli che vincono suscitano invidie, dopo un certo tempo appaiono tiranni eccetera, eccetera, almeno si rassegni ammettendo di giocare peggio. Mezza Italia si augura una vittoria del Napoli. Per il titolo corre anche la Roma. Alla fine della fiera corrono in tre: le solite tre. Lo sa anche Spalletti che l'Inter (lui che a  Roma qualche cosa avrà pure imparato) “non je a fa“ . Montella è conscio di doversi preoccupare di altre situazioni: il quarto posto sarebbe grasso colante. Resta- ma questo lo penso io - l'incognita Lazio. Che gioca, segna e ha un allenatore che mi piace. Che  in conferenza stampa non vuole stupire, che non arringa la platea e mai si sognerebbe di zittirla o peggio di insolentirla. Dite che non sarà così? Ne riparliamo tra qualche mese.

Madama ricomincia con qualche recupero eccellente, si auspica. Detto senza perifrasi: la  Juventus  con Mandzukic e Pianjc è una cosa. Senza è un'altra. Con quei due funzionano meglio anche Higuain e Dybala. Soprattutto la squadra ha più equilibrio. Ma probabilmente nessuno dei due sarà della partita con la Lazio. In attesa di scoprire Howedes e di rivedere in campo Khedira, Marchisio, De Sciglio e  Pjaca per continuare a navigare  con il vento in poppa, serve che qualche altro limi la sua personalità e la presenti luccicata in gioielleria. 

 

PRENDETE IL LEONE

 

Si ricomincia. In realtà non si è mai terminato. Il calciomercato non si ferma mai. Dunque, Dybala va a Madrid (a Barcellona non più, la vicenda separatista pesa) e quindi blancos a tutto vapore. Fassone , Mirabelli, Montella: occhio che ci va anche Donnarumma. Il piatto da quelle parti non piange mai. Di Florentino ce n'è uno solo. E uniche sono anche le sue finanze. Ci sarebbe l'emiro di Parigi, ma quello ha già scucito per Neymar, Alves e Mbappè e quindi o vince la Coppa a questo giro, oppure, visto che per l'ex Monaco ha staccato un sontuoso pagherò, dovrà rinfoderare i sogni di gloria. Ammesso che fair play finanziario significhi davvero qualche cosa. A proposito: Forbes ha ipotizzato giorni neri per il Milan. Il patron cinese sarebbe nei guai finanziariamente parlando e quindi il Diavolo potrebbe finire tra gli artigli dell'Avvoltoio, Eliott. Che se ne farebbe, l'usuraio più celebre del mondo, del Milan? Lo quoterebbe in borsa per cominciare, in modo da far cassa. E poi forse lo venderebbe. Forse, perché il Milan ha una fortuna: la dea (bendata?) rossonera si chiama Scaroni, l'uomo adorato da Silvio Berlusconi. Lui ha trovato Eliott. Lui probabilmente impedirebbe che il Milan fosse nel giro di una sola stagione  venduto ad un emiro, a un russo o a qualche altro semisconosciuto cinese. In ogni caso, a settimane, il Milan dovrà presentare il piano per il nuovo fair play finanziario. Avendo staccato pagherò in mezza Italia e in mezza Europa, fidando in risorse che al momento sono solo teoriche e che potrebbero restare tali se il Milan non non dovesse entrare  tra le quattro qualificate alla prossima Champions, non si capisce come seriamente Fassone possa pensare di trattare un Aguero. Ma così scrivono i tabloid d'oltre Manica. Considerata l'età e la freschezza di Jesus al City la cosa potrebbe avere gambe. Già, ma con quali risorse? Lo vedremo, vivendo. Il piano di rientro per il rispetto del fair play finanziario (scollinato per regolamento e cavilli nella sessione di mercato appena conclusa), dirà molto sui programmi e sul futuro del Milan. Ad esempio su quanto conta di ricavare il Milan dalla “penetrazione“ in terra cinese del suo brand: nero su bianco.

Ovviamente si sta muovendo anche la Juventus. Millanta, al solito, i nomi. Evito di fare - siamo ad ottobre - l'elenco del telefono. Mi concentro su quattro. I primi sono quelli di Can e Goretzka, entrambi in scadenza di contratto nel 2018. Can sembra più forte fisicamente e più “centrale“ in mezzo al campo. Il gioiello dello Schalke 04 è più una mezz'ala che sa ricoprire anche altre posizioni. Da due anni scrivo di lui e ne seguo i progressi. In Nazionale ha confezionato un'altra doppietta. Il Leone teutonico vede la porta, ha piedi veloci e movimenti da attaccante quando la punta. Un 1.88, classe 96': un investimento sicuro. Interessano tutti e due. Can ha ammesso di essere stato contattato. Difficile possano arrivare entrambi. Ma fossi Marotta, io accelererei per Leon Goretzka. Andando a chiudere il più rapidamente possibile, visto che il giovanotto sarebbe intrigato ora più da una esperienza all'estero che in Germania al Bayern . Su Can c'è il respiro di Mourinho e di Guardiola. Sul Leone tante squadre. Ma Marotta potrebbe dare già a gennaio una buona uscita allo Schalke , oppure lusingare il giocatore con un contratto vicino a quello di Dybala e Higuain. Quelli per Goretzka sono soldi in banca:  messi in un fondo al tasso fruttifero annuo del 20%. Roba d'altri tempi. L'agente di Milinkovic Savic insiste: pronto per la Juventus. Il fatto è che Marotta non è altrettanto pronto a versare nelle casse dell'avido Lotito 80 milioni. Savic tra l'altro non li vale. Prezzo giusto? La metà. Se Savic spasimava per la maglia bianconera doveva evitare di rinnovare. Adesso è tutto più complicato. Perché? Perché  il prezzo- semplicemente-  non è giusto.

Il terzo nome è quello di Ghoulam con il quale il Napoli sta avendo difficoltà a rinnovare. Con Sarri è cresciuto molto. Dovesse arrivare, credo che la cessione di Alex Sandro non sarebbe più un'utopia. Ma io sconsiglierei a Marotta di accelerare sul giocatore. E' molto bravo, ma è del Napoli. E una nuova lamentazione di De Laurentis sull'arroganza della Juventus, una nuova crociata sul “core ingrato“ di Gholuam, ogni tifoso di Madama, reputo, vorrebbe risparmiarsela. Il quarto gioca a Cagliari, fa il mediano e si chiama Barella. Lo puntano le milanesi e un paio di società europee. Ma se le mie informazioni sono esatte, Marotta sul giovanotto dovrebbe aver anticipato ancora una volta la concorrenza. Vedremo. Infine Pellegri : Marotta ci sta lavorando. Preziosi chiede la luna, ma alla fine dovrà abbassare la quotazione. Dipenderà dall'annata del Genoa: dovesse salvarsi, la Juve potrebbe prenderlo e lasciarlo ancora una-due stagioni a Genova . Almeno, così mi dicono quelli che ne sanno, sul tema, più di me .

 

PIRLO: GRAZIE MAESTRO

 

Andrea Pirlo sta per lasciare il calcio giocato . Per chi ama l'eleganza e la classe nel gioco è una brutta notizia. Ma il tempo è impietoso anche per i grandissimi come Andrea. Al quale deve andare il saluto e l'applauso di tutti, ma proprio di tutti: i tifosi del Brescia, quelli del Milan, quelli della Juventus, quelli della Nazionale e nelle ultime due stagioni anche gli americani che hanno avuto il privilegio di vederlo all'opera.  Tutti: persino quelli dell'Inter, l'unica società dove Pirlo non fu compreso, scambiato per tale Guglieminpietro, milanista  non precisamente da rammentare. Maestro, vederti in campo è stata  una gioia. Anche da avversario.  Roba da cena da Alain Ducas a Parigi. Dovresti aprire una scuola calcio e insegnare: come si gestisce il pallone anche sotto pressing. Come si lancia col contagiri a quaranta metri. Come si imbucano le punizioni dal limite, calciando a tre dita anche là dove di spazio per passare teoricamente non ce n'è. Immenso: quanti anni passeranno prima che si affacci uno come te? Chi ti ha visto all'opera sa perché alla Juventus (ma forse già al Milan)  girasse nello spogliatoio, la famosa frase: “ Se proprio non sai cosa fare, passala a Pirlo“ . 

 

PIROZZI, TERREMOTATO

 

Il sindaco di Amatrice, Pirozzi,  paese devastato (come tanti altri, purtroppo) dal sisma, ha fatto sentire ancora la sua voce. Ma questa volta non per mettere i riflettori sui ritardi con i quali, il governo sta gestendo il dopo terremoto in quelle sfortunate zone d'Italia. Pirozzi  ha sparato a zero su Juventus e Inter, tacciate di insensibilità e di egoismo per mancata solidarietà (economica ) . Pirozzi che, in canonica felpa rossa ormai sta in televisione più di un ministro, semplicemente ha mentito. Non conosco la situazione dell'Inter. Ma per quanto riguarda la Juventus, ci ha pensato questo sito a sbugiardarlo, con cifre, date e dettagli. Ripeto: non conosco - sul terremoto e su Amatrice - gli interventi di solidarietà dell'Inter. Ma, stante l'evidenza, posso supporre che  Pirozzi, abbia “terremotato“, con quelli della Juventus, anche gli interventi della società milanese.

 

SPALLETTI: SASSO O CODA? 

 

Dunque a Luciano Spalletti, non sono piaciute le educate proteste di Max Allegri sulla Var. Non cita, Spalletti, non dice direttamente ma ammicca, fa intendere, insomma si toglie un sasso che più che sasso è sembrata una coda: del  proverbiale, arcinoto materiale. 

 

CHE RAGAZZE!

 

Ho visto giocare per la prima volta le ragazze della Juventus, contro la Roma. Accidenti, come giocano bene. E come gioca bene soprattutto il “cervello“ di questa squadra. Si chiama Galli, indossa il numero 4 ed è un mediano di corsa e geometrie come tanti maschi nelle proprie squadre non sanno fare. Ha fatto anche un gol dalla distanza. Ma quello che maggiormente mi ha impressionato è la gestione della palla e la personalità. Brava Galli e brave ragazze. Tornerò a guardarvi ( e invito tutti a farlo): lo meritate. 

 

CIAO, ALDO

 

E' morto Aldo Biscardi. E' stato un personaggio. E a suo modo un innovatore. Confesso che avevo riserve sul suo modo di fare giornalismo, un talk show che sovente finiva in rissa verbale. Più o meno pilotata. Ma l'idea del “ Processo del lunedì”, l'idea di portare al grande pubblico le tematiche sanguigne e popolari del Bar dello Sport fu una grande idea. Sulla quale ancora campano sbiaditi, improbabili imitatori. Biscardi aveva il senso dello spettacolo. Non si curava troppo della forma, ma era un animale televisivo, nel quale l'imperfezione pomposa, a volte, era troppo spudorata per non essere voluta .

 Il suo “Stormi di piranha solcano il cielo“ in prima pagina su “Paese Sera“, più che una vistosa  cazzata, a me è sempre sembrata una genialata alla Magritte, un incipit alla Italo Calvino.

 In ogni caso, non avesse avuto altri meriti, la sua battaglia per la tecnologia in campo, alla fine l'ha vinta. In una stagione nella quale, la “ moviola in campo” era una bestemmia, lui condusse una crociata onestamente visionaria. Come tutti gli innovatori era troppo avanti rispetto al suo tempo. Fu deriso, avversato, messo mille volte in croce. Ma aveva ragione lui. Ha avuto la soddisfazione di andarsene dopo aver visto realizzato il suo sogno. Con l'amarezza, ne sono certo, di un “protocollo“ approvato dal suo amico Nicchi, che mai avrebbe giudicato equo. Una moviola ( sulla Var credo sarebbe inciampato con gaffes più plateali di quelle di Tavecchio)  “ingiusta“, lo avrebbe visto in prima linea a difesa dei “penalizzati“ . Con il suo  Supermoviolone.

Uno solo, nel ricordo, si è distinto con un livido cinguettio: in-com-men-ta-bi-le.

Resta un interrogativo: non quello relativo al perché dopo essere stato a lungo in cima alla piramide, non trovasse più un network di prima fascia, disposto ad ospitare la sua trasmissione. Quel perché  è noto . 

Il dilemma è quello relativo allo sciame di persone che da anni non lo consideravano, ferocemente lo criticavano, lo additavano come espressione della peggior televisione e che in una sola notte sono saliti sul carro dei laudatores. Questo sarebbe il vero scoop: anzi per dirla alla maniera di Biscardi, il vero “sgub“ .

Uno scoop per confermare la validità di un sapido pensiero di Indro Montatelli: “Gli uomini sono buoni con i morti, quasi quanto sono cattivi coi vivi“ .

 Ciao, Aldo.   

 

 

 


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