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L'IMBOSCATA - Cambio ruolo per Koop e Yildiz. Cialtroni contro Conceicao. Risveglio Chinè, ma la data è sospetta. Chi sostiene gli impuniti di Milano. Giraudo, la sentenza di Strasburgo e la posizione della Juventus. Relazione Dupont, è giallo

di Andrea Bosco

di Andrea Bosco 

Sono 199 i milioni di passivo certificati dalla dirigenza Juventus all'ultima assemblea degli azionisti. E, considerato che nelle stime di bilancio la Juventus sembra aver messo anche l'accesso alla prossima Champion's League e il superamento del girone in quella in essere, converrà stringere le chiappe e darsi una mossa. Perché le classifiche, oggi, recitano: Juventus sesta in campionato (fuori dalla Champion's) e undicesima in Europa con 7 punti. Ergo: niente qualificazione (si tirassero le somme oggi) diretta. Ma la Borsa ha creduto al piano della Juventus: E il suo titolo dopo l'assemblea degli azionisti si è apprezzato del 14,60%. Bene: anzi benissimo.

A Lille, una buona (non eccellente, come ho letto su alcuni giornali) Juve ha pareggiato una gara che avrebbe meritato di vincere. Ma gli errori si pagano. E Kalulu senza Bremer è decisamente un altro Kalulu. E Cabal, infilato sistematicamente dal suo diretto avversario, sembra acerbo per il palcoscenico continentale. Meglio Savona, ma Thiago Motta a lungo non l'ha pensata come il sottoscritto e la frittata è stata fatta: in rete David, il “futuro fratello grasso” (copy Gioanbrerafucarlo) che piace alla Juve, ma che non arriverà a gennaio. E magari neppure a giugno. Fermi ancora l'oggetto misterioso Douglas Luiz e il sistematico degente Nico Gonzales, a Koopmeiners hanno annullato due reti (giustamente) per fuorigioco altrui.

Resta nel mio palato, l'amarognolo di un giocatore che alla Juventus non riesce ad essere decisivo come accadeva a Bergamo. Mi dicono: “vedrai”. E io aspetto: aspetto Koop con pazienza, sperando che finalmente Thiago Motta lo retroceda a fare il regista, avanzando Yildiz sulla trequarti invece che confinarlo a sinistra. Perché, per come la vedo io: i giocatori di Gasperini con lui sono fenomeni. Senza di lui diventano normali. E quindi la vera decisione per una big sarebbe quella di prendere Gasperini, non i giocatori di Gasperini. Il quale fa giocare un calcio sempre aggiornato e che nessuno in Europa gioca. Sta facendo meraviglie la sua Atalanta... Va a Napoli e ne rifila tre a Conte. Va a Stoccarda (rammentate tifosi juventini, lo Stoccarda?) e ne rifila due giocando alla grandissima. Con lui resuscitano tutti, come Lazzaro dal suo sepolcro. Ultimo Zaniolo che sembrava anticipatamente (vista l'età) a fine percorso. Ora: non dirò che Gasperini sia una sorta di Nazareno. Ma certamente come moltiplica lui i pani e i pesci “calcistici” nessuno sa farlo. Gasperini è un genio del calcio: oggi la sua Atalanta difende come uno sciame di vespe. In cinque anni ha cambiato almeno tre volte lo stile di gioco alla squadra. Certo è uno che in allenamento sembra il sergente di “Full Metal Jacket”: paragonato a lui Conte Antonio sembra Madre Teresa di Calcutta. Non l'ho sentito dire da altri. L'ho visto io, di persona, al centro sportivo dell'Atalanta, quando faceva un mazzo così al Papu e a Muriel.

Cialtroni contro Conceicao.

Thiago Motta è certamente un allenatore preparato. E gli va concesso tempo. Non un tempo illimitato, tuttavia. E gli andrebbe rammentato che i punti in palio sono tre per ogni gara: se pareggi ne perdi due. Una quasi sconfitta. La “pareggite” che affligge la Juventus è una jattura da risolvere.

Juve che a Lille ha pareggiato grazie al rigore ottenuto da Conceicao e trasformato da Vlahovic. Portoghese tacciato di simulazione “da cialtroni” (copy Massimo Pavan) sempre pronti a diffamare la Juventus. Nei confronti di Conceicao è in atto una vera campagna di aggressione mediatica. Per colpa di un arbitro incapace, bollato persino (è tutto dire) da Rocchi, ma che non ha sentito il dovere di scusarsi per quel giallo (e conseguente espulsione) in Juventus – Cagliari. Conceicao non simula. Ma come accaduto a suo tempo con Cuadrado, fa comodo bollarlo come “cascatore”. Certe etichette ti sbattono alla manzoniana Colonna Infame. Rammento Luciano Chiarugi oggetto di una vera persecuzione.

La Juventus dovrebbe difendere con le unghie e con i denti i suoi tesserati. Ma non lo fa. La Juventus va all'assemblea della Figc e sui provvedimenti (al solito “non riforme”) di Gravina si astiene. Come se Gravina fosse un “amico”. Non lo è. Di tanti non lo è (pensare alla porcata fatta al Milan, privato di due giocatori contro il Napoli causa gara – col Bologna – rinviata per alluvione a febbraio: della Juventus in primis. E se all'assemblea degli azionisti chiedono conto ai vertici (Ferrero and company) della “Marotta League”, quei vertici, glissano. Dopo Inter – Arsenal si potrebbe parlare anche di Continental Marotta? Inspiegabile il rigore non concesso all'Arsenal. O forse no: la Gravina connection prevede, assieme ai sodali di cordata, rapporti stretti con Ceferin. La connessione è solidissima. E Marotta è tra i capicordata. Il sonnolento procuratore federale Chiné, dopo aver svernato in Papua Nuova Guinea deliziato dal locale folklore, si è improvvisamente svegliato, prima di Inter -Napoli in programma domenica prossima. Andando a rovistare sui casi Manolas e Osimeh. Meglio tardi che mai? Certo. Ma la data è sospetta.

Loro: impuniti

Resta la sensazione di una diffusa aura di impunità per quanto riguarda le vicende interiste: si è arrivati ai quotidiani che neppure hanno menzionato il cazzotto di Sommer in uscita su un arsenalotto, poi inspiegabilmente non sanzionato. Meglio evitare. Del resto “loro” hanno (dalla “loro”) le procure (ordinarie e federali), hanno i tribunali (quello di Milano dagli uscieri, agli avvocati, ai giudici è un covo interista). Hanno dalla loro parte i giornalisti, gli attori, i cantanti, i comici, gli scrittori, una marea di politici. Ma per loro vale sempre la vulgata farlocca che siano perseguitati dal “sistema”. Loro: che il sistema lo hanno inventato, fin dagli albori. I “pro-vercellesi”: chi erano costoro? Loro sui quali non si indaga mai. Loro che avrebbero sul gobbo Lionrock. Loro che hanno in bacheca un imballaggio. Loro che sculettavano accanto ai giudici del Processo di Napoli. Loro, che “invocavano” arbitri ad personam. Loro finiti magicamente in “prescrizione”. Loro che fornivano di passaporti e patenti false i loro tesserati. Loro che ai tempi di Helenio Herrera, per tre stagioni di fila non furono sanzionati con un calcio di rigore. Loro, per i quali (Venezia- Inter,arbitro Sbardella) fu coniata dal procuratore federale di allora, Bertotto, l'espressione “sudditanza psicologica”. Il Venezia: storicamente “loro” vittima designata.

Sorteggio: che sfiga

La Juve Next Gend nel girone del Sud? È stata sfortunata nel sorteggio. Parola dei dirigenti Juve. Palla calda o fredda? Ma per favore: la Juve “serviva” nel girone del Sud per ragioni mediatiche e televisive. Anche la composizione del calendario della serie A è notoriamente una casualità: per chi crede. In ogni caso: la Juventus ha in progetto di costruire uno stadio solo per la Next Gend e le Women. Sempre che la balbettante Juve di Montero non retroceda in serie D. Altro dall'assemblea degli azionisti: il J Medical va benissimo (come il Museum), il J Hotel pare meno (forse a causa dei prezzi). Lo sponsor arriverà, entro la fine del 2024: questione di un mese e rotti. La Juve ha disdetto la sua partecipazione alla Superlega (Ceferin e Gravina, hanno le carte in mano) ma finora non ha ottenuto risposte. La Juventus ha conteggiato con 0 a bilancio la querelle, ma chissà, magari Florentino (che non ha mai rinunciato) eccepirà. E potrebbe esserci una penale da pagare.

Io non sono azionista della Juventus. Ho avuto la tentazione di esserlo. Ma ho sempre evitato di impelagarmi in società nelle quali puoi incidere “nulla”. Dove emendamenti e suggerimenti non vengono considerati. La Juventus neppure è un feudo: è un regno dove le regole le stabilisce l'azionista di maggioranza John Elkann. Ma lo fossi, azionista, una domanda l'avrei posta, questa. “Se il tribunale di Strasburgo (che prima o dopo – magari di malavoglia - si dovrà esprimere) dovesse riconoscere le ragioni di Antonio Giraudo rispetto alla impossibilità di difendersi nel 2006 e dovesse mai riconoscergli un cospicuo risarcimento, quale sarebbe la posizione della Juventus? Ma visto che azionista non sono, la domanda resta su questa rubrica. E – fidatevi – resterà inevasa.


La “relazione” Dupont

Da anni sto chiedendo un confronto in diretta con Cobolli Gigli a proposito della relazione dell'avvocato Dupont, quando Cobolli era presidente. Mi sono sempre chiesto che fine abbia fatto quella relazione. Ma Cobolli finora non si è concesso. Lo invito ancora a confrontarsi sul tema con me. È vero o non è vero che Dupont aveva consigliato di ricorrere a Strasburgo foro mai interpellato dalla Juventus? Chi ha quella relazione? Dottor Cobolli: io sono una persona educata. Non sono uno che aggredisce le persone in trasmissione. Pongo domande. È il mio mestiere. Accetti il confronto: non parleremo solo della “carta” Dupont. Gli argomenti sono infiniti. Se lei volesse.

Dall'assemblea si è appreso che il “lodo Ronaldo” (per le serie: le cazzate furono sterminate) costerà al massimo una decina di milioni. Ma si sta trattando.


Gattopardo: un complimento

Nei giorni scorsi sono usciti alcuni articoli al curaro su Gravina. Segnalo “Il Fatto quotidiano” che con Lorenzo Vendemiale titola: “Diede 200.000 euro finiti a Gravina: Figc lo riempie di denaro”. Si parla di Gianni Prandi (ex Cgl e Ita) che con il gruppo Assist ha provveduto alla riorganizzazione della Federazione. Stesso tema toccato da “La Verità” con Alessandro Da Rold: “Gli incarichi opachi assegnati da Gravina al manager vicino al sindacato di Landini”.

Sempre Da Rold. “Faro della Gdf sulla casa di Gravina”. Più sulfureo l'occhiello: “Chi ha osato toccare il contratto Isg è stato allontanato”. E Da Rold fa i nomi di Marcel Vulpis, di Salvatore Calata, di Cosimo Sibilia, costretto a lasciare—secondo Da Rold—la presidenza della Lega Dilettanti (dopo che senza speranza si era candidato alle elezioni per la presidenza federale contro Gravina) negli uffici di Giancarlo Viglione, alla presenza (sempre secondo Da Rold) di Nicchi, Ulivieri, e Abete. Tradotto: arbitri, allenatori e l'arcinoto (ex) presidente federale che “decise di non decidere”. “Quel” Viglione. Quello che alla vittoria per la seconda stella (al netto del grisbi) dell'Inter, esultò smodatamente come un ultras. Normale per un tifoso. Peccato che Viglione, avvocato, sia il responsabile dell'Ufficio Legislativo della Federcalcio. Ma che sarà mai? Il procuratore capo di Milano, Marcello Viola va a pranzo con Ausilio e Marotta en plein air. Nel suo ufficio ha tutte le foto autografate degli eroi dell'Inter e su Lionrock e relativo flop da 150 milioni, con relativi misteriosissimi (?) investitori, non c'è verso che indaghi. Se con Chinè è in “ottimi rapporti”, con Marotta sembra sia culo e camicia. Perché va riconosciuto: Marotta è bravissimo. Lo è sempre stato. È un politico versatile. Di quelli che una volta aveva la Dc. Uno che sarebbe piaciuto ad Andreotti. Intanto Gravina con tax credit e percentuale da destinare alla Figc (leggasi a lui) delle società di scommesse, bussa al governo. Nonostante il relatore Mulè, abbia spiegato che la “riforma non riforma”, in pratica fa schifo. Che è ingiusto che la Lega abbia una miseria di consiglieri e conti zero rispetto a Lega Dilettanti (Abete detiene il 34%) e serie C: i bacini di voti di Gravina. Il ministro dello sport Abodi che dice? Non dice, ma ha un bravissimo parrucchiere. Magari il medesimo del presidente del Coni, Malagò.

Questo è il calcio in Italia: svegliatevi. Dite qualche cosa, per la miseria. Se non sapete informatevi, perché mica posso scrivere ogni settimana l'enciclopedia britannica. Gravina vi sta sottraendo il calcio. Lo vuole tutto suo. E si farà rieleggere, fregandosene del terzo mandato. Sono così: come Petrucci nel basket. Quando arrivano alla poltrona non li scolli. Gattopardo? Per Gravina, “gattopardo” è una medaglia da mettere sulla giacca.


Sala si sente la Pampanini

Non so cosa voglia mettere all'occhiello il sindaco di Milano, Beppe Sala. So che ha stabilito che il Meazza vale 175 milioni. E che se Inter e Milan ci vogliono mettere le mani per demolirlo, lui conta che la sopraintendenza non si opporrà. Del resto lui, (gauche au caviar), sul tema ha l'appoggio del presidente del Senato, l'interista, Ignazio La Russa. E conta di avere anche quello del leader (milanista) della Lega, Matteo Salvini. Via il Meazza: resti solo un troncone ridicolo quale testimonianza del passato. E largo al nuovo stadio che consentirà una bella speculazione edilizia. La torta è grande: ce n'è per tutti. Per le società e per il comune che potrà destinare parte di quelle risorse nell'edilizia popolare. Forse, magari: perché poi si sa come vadano le cose in Italia. Sarebbe grasso che cola se quelle risorse il Comune di Milano le destinasse a fare le vasche di scolo, (mai fatte) per evitare che Lambro e Seveso, periodicamente, esondino. I poveri residenti di San Siro: cacchi loro. Non hanno voluto abitare in una (ex) zona residenziale? Ora (come disse una esponente politica ai cittadini che si lagnavano per l'area C, tassati con balzello anche se avevano un posto auto in casa nel quale ricoverare la propria vettura: “radical chic del centro: dovete pagare”) devono soffrire. Sala è uno che ha un concetto bizzarro della democrazia: prima indice conferenze stampa sui singoli provvedimenti. E poi (eccezionalmente, capita a volte) va in consiglio comunale a riferire. A far fare ai consiglieri della sua maggioranza, la figura dei valletti. E a quelli dell'opposizione la figura degli “inutili”. A Sala si sente il Re Sole. Decide lui e solo lui. A volte mentre sta canticchiando in bicicletta: sui marciapiedi dove sarebbe proibito andare (sarebbe) o sulle pericolosissime ciclabili disegnate, da lui volute e dai cittadini contestate. “Ma dove vai, bellezza in bicicletta?” Voi non lo sapete ma Beppe Sala oltre che il re Sole si sente anche Silvana Pampanini.


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