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L'IMBOSCATA - Allegri furioso, ma se la prenda anche con se stesso. Dybala, gabbia inventata da Zidane: la chiave per liberarlo. A gennaio belle notizie. Inter e Milan abbonate alla Var. Tosel e l'ingiuria fecale. Pecoraro come Willy Coyote?

di Andrea Bosco

MADAMA: ANDAMENTO LENTO

 

A parte il risultato, benino non benissimo. Va bene per la classifica che sgancia l'Inter beneficata a Bologna, così come lo era stata a Roma contro Dzeko e compagni. Resta Madama in coppia con il Napoli. Che in quattro minuti ribalta la Lazio (sfortunatissima causa infortuni). Oggi il Napoli fa paura. Gestisce come vuole, non si scompone se va sotto, i nani del suo attacco sono giganti in fase realizzativa.  Chapeau: per il risultato e per il gioco.

Niente scappellate viceversa per la Juve. Lenta, irretita dal catenaccio di Pioli: 4-1-4-1 lo schema che i benpensanti si ostinano a chiamare fase difensiva. La Fiorentina si apriva sulle fasce mantenendo il possesso palla anche quando è rimasta in dieci. Ma non ha mai tirato in porta, non non è mai stata pericolosa dalle parti del polacco. Intendiamoci: la Fiorentina ha fatto la gara che doveva. Anche venendo meno alla tradizione che a Torino l'ha sempre vista propositiva , decisa a giocarsela alla pari. Ma se Chiesa fa il terzino alla pari non giochi. La rivalità che esiste tra le due società avrebbe meritato ben altro contorno. Madama lenta di pensiero: Allegri alla fine era giustamente infuriato per come la Juventus non aveva saputo creare palle gol nonostante la superiorità numerica . La più grossa occasione capita a Cuadrado nel finale con il campo spalancato e Higuain più solo di un frate trappista nel deserto. Ma  la giocata del sudamericano sulla gamba di un difensore è da calci nel sedere. Va tuttavia detto: Cuadrado è stato uno dei migliori tra i campioni d'Italia. Dicevo di Allegri: dovrebbe incavolarsi anche con se stesso. Ormai è evidente che la contromisura per Dybala è la “gabbia“ inventata a Cardiff da Zidane. Chi non la fa paga dazio. Chi la fa riesce a limitarlo. E allora resta una soluzione: mandarlo a giocare di punta. Allegri prenda i vecchi filmati con la Juve di Platini: se la marcatura era ossessiva, spesso si rammentava di essere stato in Francia, anche punta, e allora andava a giocare davanti, in linea con Paolo Rossi  facendo scalare Bettega. Serata no di Dybala a parte, le brutte notizie continuano ad arrivare da Higuain. Cosa dire? Passerà. E' uno che ha sempre fatto gol. Agli attaccanti capitano periodi di vacche magre. Poi quando si sbloccano ecco l'effetto “salsa“. Sarà così anche per il Pipita. Oggi, senza mancargli di rispetto, qualche inizio dalla panchina non sarebbe scandaloso. Una Juventus col croato (e chi se no poteva sbloccare una gara tanto ostica?) in mezzo e due ali vere sarebbe cosa inedita ma, perché no, da provare .

A beneficio di chi non capisce o non vuol capire : non discuto Higuain. Dico che una pausa potrebbe per lui essere di stimolo e rivelarsi salutare. Poi lo sa anche lui che Allegri sarebbe un folle a scaricare il suo miglior goleador .

Veniamo alle buone notizie. Non giudicabile il polacco, voglioso Asamoah, preciso Barzagli,  sbavature da Rugani, la sorpresa  piacevole viene da Sturaro esterno basso. Il mio amico Paolaccio, fisico nucleare all'Enea (con il quale ho litigato per colpa di Dybala che lui avrebbe voluto  decisivo anche  al Camp Nou e che dopo la gara con la Fiorentina vedrà confermati i suoi timori sulla crescita del ragazzo) auspicava questa soluzione da almeno due anni. Accontentato. Bella intuizione: se  Sturaro lavorerà duramente sul ruolo, potrebbe soffiare il posto allo svizzero e a De Sciglio .Ma la bellissima sorpresa viene dalla personalità e dalla sicurezza mostrate da Bentancur anche impiegato a due col cagnaccio Matuidi.

 Bentancur non è Pirlo, ma è un regista: un signor regista che non disdegna incursioni (bella botta al volo casualmente deviata) in avanti, che imposta, recupera, ha geometrie , soprattutto non perde palloni. La mia sensazione è che si esprima meglio in un centrocampo a tre. Con questo Bentancur non è detto (con un 4-3-3 o al limite con un 3-5-2 ) che Allegri non possa verificarlo in un assetto diverso. In attesa di vedere Howedes (problema ai flessori, niente derby), io reclamo per Bernardeschi un minutaggio superiore alla miseria finora riservatagli da Allegri. La concorrenza nel ruolo con Cuadrado e Douglas Costa è forte. Da gennaio con il rientro di Pjaca lo sarà anche di più. Ma stiamo parlando di un giocatore di qualità superiore che io vorrei vedere in campo, per una volta, per 90 minuti. Vediamo cosa combina, vediamo come se la cava. Certo, Allegri lo vede in allenamento e saprà lui: in fondo con Bentancur non ha avuto dubbi. Ma io temo che con Bernardeschi non abbia ancora deciso: esterno, trequartista o  futuribile mezz'ala? Io dico che Allegri le risposte le potrà ottenere dal campo. Per me, la terza che ho ipotizzato. Un rischio, ma anche la più affascinante se anche il giocatore crede in questa possibilità.

Registro la buona forma della Roma, ma il test di Benevento non è attendibile. Registro un Toro  corsaro ad Udine, registro una Atalanta maramalda con un Crotone al quale difficilmente Nicola potrà nuovamente chiedere di “alzarsi e camminare“: i miracoli, se capitano, capitano una sola volta. E il Crotone sembra aver esaurito i bonus. In basso vanno piano, ma il Chievo va alla  consueta andatura da salvezza. In testa, due hanno preso il comando: è presto per parlare di fuga. Specie nell'anno della Var. Sarà derby (con un Toro in fiducia e un Ljaic brillante) nel prossimo turno per Madama: rientreranno Buffon, Chiellini, Alex Sandro. Ci saranno certamente Mandzukic e Matuidi: quale allenatore farebbe mai  la scempiaggine di rinunciare a due così?  Non Allegri. 

 

VOLA IL TITOLO JUVE

 

Fatturato oltre i 550 milioni, vola in Borsa  il titolo Juve. Non male per una società gestita  secondo alcuni (molti sono juventini) da “incapaci“ . Reputo che la tifoseria potrebbe avere belle notizie già a gennaio. Sono molti i giocatori - anche eccellenti - che hanno il contratto in scadenza nel 2018 e che non hanno intenzione di rinnovare. Sarà un mercato delle “occasioni“. Attenzione al Psg dove aumenta ogni giorno la schiera degli scontenti. Sul fronte giovani la Juve ha messo gli occhi sull'atalantino Melegoni, centrocampista della Primavera e prossimo al debutto in prima squadra.  Marotta ha confermato che su Pellegri classe 2000 e bomber rivelazione del Genoa sta lavorando da due anni. A gennaio - nonostante la concorrenza di Milan e Inter - la situazione potrebbe sbloccarsi.

 

ABBONAMENTO ALLA VAR

 

Ormai è certificato. Inter e Milan hanno fatto un abbonamento alla Var. Il rigore di Bologna lo certifica. Intendiamoci: a termine di regolamento il rigore ci sta. Danno involontario procurato o qualche cosa del genere. Ma il rigore di Bologna grida vendetta perché è un rigore contro il buon senso (lo ha scritto anche Casarin) contro lo spirito del gioco, contro le stesse immagini visionate per volte millanta. Eder viene sfiorato, la palla è lontana, in-gio-ca-bi-le. Non c'è intenzionalità nell'intervento del difensore bolognese. E' solo sfortunato. Ma Eder ci mette del suo : prima sta in piedi, poi frana come preso da scarica elettrica . Da regolamento, il giudizio Var è ineccepibile. Ma la Var non ha la percezione della forza dell'intervento e neppure della velocità. Solo un arbitro mediocre e una Var disumana possono assegnare un simile rigore. Sapete come la penso sulla Var: va rivista radicalmente nell'impostazione. Per ora mi limito a constatare l'evidenza : l'anno scorso i rigori a favore piovevano sulla Roma. Quest'anno sull'Inter e sul Milan. Non commento il rigore su Kessie. Dice: in due lo stringono e lo strizzano. Vedere la faccia di Kessie, please: è il primo a sorprendersi per il rigoronzolo. 

 

CHE GRANDINATE

 

Grandina su alcune squadre. Ogni giornata di campionato, un calvario. Non  faccio nomi: li conoscete. Ma la verità va detta: che ci fanno in serie A ? Solo il sinedrio federale può continuare a concepire una serie A a 20 squadre . Siamo al ridicolo. Perché si può perdere. Ma quando si viene presi a schiaffoni come in un film di Bud Spencer e Terence Hill, allora siamo al western comico. Un campionato così non è credibile. Un campionato così, al netto del petto gonfio di Tavecchio non può essere appetibile. La differenza tra squadre di vertice e piccole società è abissale. Non è che all'estero vada meglio: goleade mostruose in Spagna, in Francia e in Germania. Va meglio in Premier. Ma in Italia, anche in questo ultimo turno abbiamo assistito alle comiche di Ridolini. Faranno le riforme? Con Tavecchio? No, non le faranno. Dice: è prigioniero in casa. Certo: è un re Travicello. Soluzione? O accettate le riforme o mi dimetto. Le avevo promesse le riforme, e voi gattopardi del cavolo, non me le fate fare. Il problema è squisitamente italico: troppa gente che si reputa indispensabile. E quindi, quella parola, “dimissioni” , vade retro, non sia mai. Io lavoro per il bene del calcio italiano. Concesso: ma il campionato a 20 squadre è una patetica cosa . Da anni, lo è. Da anni, prima di cominciare si possono già ipotizzare le società che retrocederanno . Con tutto il rispetto per quelle squadre, quelle società, quei tifosi, quelle comunità. Non puoi partecipare al Grand Prix con una Panda.  In Formula Uno non lo permetterebbero. Nel campionato italiano di calcio lo fanno. Da anni lo fanno. Vero presidente del Coni, Giovanni Malagò ? E' vero lei non può interferire. Vero, allora, signor ministro dello Sport, Lotti?  Ah è vero: neppure il governo può interferire. La cosa insopportabile è che alla fine a queste cazzate finite per crederci. Non è vero: potreste intervenire. Dovreste intervenire. Sarebbe vostro dovere intervenire. Ma non lo fate. Sapete perché non lo fanno? Perché in questo Paese, tutto è politica. Anche un calcio di rigore assegnato dalla Var. Tutto. E' la grande malattia italiana : la politica che ha invaso ogni centimetro della vita civile. La politica nel nome della quale tutto viene sacrificato. Sempre più spesso- e non sapete quanto dolore provi nel dirlo visto che si tratta del mio mestiere - anche una corretta informazione . 

 

 

L'INGIURIA FECALE DI TOSEL

 

Ospite a Telelombardia , intervistato da Fabio Ravezzani, l'ex giudice sportivo Tosel (ormai in pensione) ha spiegato che lui - i 5000 euro di multa alla Juventus per colpa dei bambini che allo Stadium gridavano “merda”  ad ogni rinvio del portiere avversario - li ha a suo tempo comminati perché nel referto delle Procura Federale si parlava esplicitamente di “ingiuria fecale“. E che lui, da buon notaio, aveva, nella fattispecie, solo applicato il regolamento .

Non c'è misura da parte della giustizia sportiva federale nel coprirsi di ridicolo. Segnalo al giudice Tosel (e  al Procuratore Federale) che “merda“ è parola italiana. Sdoganata fin dal 1956  dal mio vocabolario “ F. Palazzi – Editore Ceschina). Merda : dal latino merda, vale a dire escremento . Possibile etimologia, dallo slavo antico.

Ora sulla tipologia di un eventuale insulto bisogna mettersi d'accordo. Dal Settecento in poi (tradizione viva tutt'oggi ) la gente di teatro prima di andare in scena, si riunisce dietro le quinte e grida “ merda “ a squarciagola. Nel Settecento si arrivava a teatro in carrozza, ovviamente trainata da cavalli. Tanta merda di cavallo fuori dal teatro, significava che la commedia aveva incontrato il favore del pubblico facendo il tutto esaurito .

Quindi nel mondo teatrale, merda, è un augurio, una scaramanzia di buon auspicio .

Plauto, mandava in scena i suoi attori con secchi di merda. I protagonisti delle sue sapide commedie  la tiravano agli spettatori in prima fila in segno di sfida. Le commedie di Plauto sovente trattavano di mariti cornuti, di ladri e lenoni, di avide cortigiane, di politici corrotti. Quelli che potendo spendere si sedevano nei posti in prima fila. Ben contenti di prendersi anche qualche grumo di escremento pur di attestare la propria posizione sociale privilegiata.

Prima di lui, Aristofane. Dopo di lui Rabelais, Swift, Sastre.

Dante per due volte scrive merda nell'Inferno.

Dario Fo, ispirandosi al Ruzante  ne ha fatto largo uso nello spettacolo “ La fame dello Zanni “.

Ma anche Roberto Benigni e il compianto Paolo Villaggio si sono, sul tema, abbondantemente esercitati.

Daniele Luttazzi ritiene la merda “ la pietra filosofale della vita “ . Mentre Marco Paolini in un suo spettacolo ha spiegato come “ il mangiare merda “ , cosa in uso nelle antiche comunità tribali, fosse per un adolescente , un sorta di prova del coraggio.

Merda tiravano in scena e verso gli spettatori anche gli Alequin della Commedia dell'Arte. Gli avi dell'Arlecchino goldoniano erano meno tonti della maschera bergamasca, ma egualmente avidi ( “ Francia o Spagna basta che se magna “ fa dire Goldoni al suo “ Arlecchino servo di due padroni “ ), sconci, spregiudicati, maleducati.

In una cittadina della Lombardia hanno inaugurato da un paio d'anni un Museo sulla “ Storia della Merda “ .

La quale ha avuto il suo apice nei 90 barattoli , griffati nel 1961  dal genio Piero Manzoni, come “ Merda d'artista “ . Una provocazione contro la deificazione ( negli anni Sessanta  ) degli artisti quali   guru dell'espressione e del pensiero. La denuncia di Manzoni era esplicita. Tutto a quel punto poteva essere arte : anche la merda d'artista, messa sotto vuoto spinto in barattoli ed etichettata per quello che era . Per una sorta di nemesi, recentemente i barattoli di Manzoni sono stati “replicati“ in modo seriale . Uno dei tanti effetti della massificazione e della globalizzazione . Gli originali di Manzoni stanno nei musei e alle aste londinesi vengono battuti per cifre record. Oggi puoi trovare le riproduzioni,  in una premiata libreria in Galleria a Milano, a 50 euro . 

La società borghese, influenzata dal puritanesimo  che non è una esclusiva del mondo anglosassone) ha sempre bollato il termine come una parolaccia.

Il tempo ci ha affrancato dai bigotti. Un presidente della Repubblica, schiaffeggiò in pubblico negli anni Cinquanta (prima di diventare Presidente) una bella signora seduta in un caffè, “colpevole“  di indossare un abito con scollatura alla Marylin che evidenziava le sue forme generose. Il senso del pudore  (di allora) di quel deputato Dc (si chiamava Scalfaro) ne era rimasto turbato.

Dopo tanti anni, il senso del pudore della Giustizia Sportiva è rimasto intatto: fermo agli anni Cinquanta. In curva magari, impuniti si spaccia, ma non si può gridare merda.

Nell'uso comune, oltre che in senso dispregiativo, il termine “merda“ è quasi un avverbio. Una sospensione, una interruzione per un avvenimento imprevisto. Merda: punto esclamativo . 

Forse esausto per le troppe querele prese e per i troppi risarcimenti concessi da giudici che evidentemente hanno gran tempo da perdere, anche Vittorio Sgarbi imbattibile nell'invettiva “Sei una merda“, l'ha sostituita nel tempo con un più sobrio (ma in realtà molto più offensivo) “Sei una capra“.

C'è un aspetto liricamente liberatorio nel defecare. Il poeta Ernesto Ragazzoni l'ha celebrato nei versi che parlano dei “ Culi d'Orta “ , furtivi tra le ortiche della cittadina appollaiata sull'omonimo lago.

 Ma ci sono anche i “film di merda“, le “situazioni di merda“, i capoufficio definiti nella pausa caffè dai sottoposti come “uomini di merda“ . In dialetto napoletano l'espressione “omm' e merda “raggiunge, nella sonorità, vette di impareggiabile poesia.

Ma non ditelo a quelli che pedestramente applicano le regole. O a quelli che  proprio non riescono ad evitarle “ le figure di merda  “ .  Mi correggo : fecali .

 

 PECORARO:  MATAMORO  WILLY 

 

L'Uefa ha conferito ad Andrea Agnelli un altro incarico di prestigio: componente del consiglio continentale. Insomma in Europa non ritengono Agnelli un colluso con i malavitosi. Ma in Italia sì: l'ineffabile Giuseppe Pecoraro (e con lui l'Italia calcistica intera) sta attendendo le decisioni del collegio giudicante. Che se si atterrà al dispositivo probatorio non potrà che assolvere Agnelli, nonché revocare le sanzioni (gare a porte chiuse, multe salatissime) pretese da Pecoraro. Nel processo penale di Torino gli uomini della Juventus non figurano come indagati: solo come testimoni. Ma la giustizia sportiva  si avvale di quella norma da Inquisizione (“Non poteva non sapere“) che ha  distrutto nel tempo intere carriere. Come quella del portiere Fontana, fatto a pezzi da  Palazzi, sulla base delle rivelazioni (false ) dei pentiti in Scommessopoli, salvo poi a distanza di oltre un anno scoprire che Fontana era innocente . Peccato che Fontana avesse dovuto chiudere a causa di quella condanna, anzitempo la carriera. In Procura Federale li chiamano “danni collaterali“ .

Ma in questo caso, questo della Juve, neppure la responsabilità oggettiva può funzionare. Agnelli “non poteva non sapere che agli ultras era stato dato un numero eccessivo di biglietti“? No: la Juve ha ammesso l'irregolarità. Inutile che Pecoraro faccia della Juventus  la sua foglia di fico: tutte le società calcistiche d'Italia fanno a questo modo per evitare grane con gli ultras.  In attesa che il Palazzo politico vari una legge severa contro le tifoserie e i loro relativi commerci (compreso il bagarinaggio) non ci sono altre soluzioni. Ma Agnelli certamente non sapeva che uno di quegli ultras fosse un camorrista, indagato ed imputato di vari reati. E Agnelli gli ultras, compreso quello inquisito, li ha sempre incontrati come prevede la legge alla presenza della Digos. La quale evidentemente - come Agnelli - era all'oscuro delle attività di quel signore .

Se il collegio giudicante sarà “equo“ come ha promesso il suo presidente e non si lascerà cogliere dall' emotività di Pecoraro (la chiamano emotività, ma  le “emozioni“ di Pecoraro andrebbero definite in altro modo ), Agnelli verrà assolto .

La verità è che Pecoraro con le sue spropositate richieste da Matamoro arrischia di fare la fine di Willy Coyote, lo sfigato cartoon sempre soccombente di fronte al road runner Bip Bip. Se giustizia verrà fatta (come dovrebbe) Pecoraro farà la fine di Willy: un volo senza fine verso la sabbia rossa, dalle guglie più impervie del Gran Canyon. Mica si possono taroccare le intercettazioni, omettere di darle (sia pure taroccate) alla difesa, parlare di “interpretazioni” della Procura di Torino, venire sbugiardato da quella Procura e poi pensare di passarla liscia. Certamente il compagno di merende di Pecoraro, presidente della Federazione Carlo Tavecchio, non farà come suo costume - nel caso - un plisset. Ma la Juventus non credo: si chiama danno di immagine. E nel mondo attuale, l'immagine è tutto. Non si può sputtanare il prossimo e poi pensare di non subirne le conseguenze. Lei avrebbe dovuto avere il senso etico di dimettersi prima che il processo cominciasse. Ma che glielo ridico a fare ? Lei ha la Supercolla dell'odioso, corrotto, giudice Morton,  cartone di “ Chi ha incastrato Roger Rabbit? “. Quella che viene data in dotazione, prima dell'insediamento ad ogni Procuratore Sportivo Federale. Cercherà di restare. Ma se il processo andrà in un modo giusto ed equo ,  ci riuscirà?  Guardi che c'è anche un altro “ sentire popolare “ : quello bianco e nero . E da qualche parte nei testi sacri, se non ricordo male nell'Apocalisse, si parla della “collera dei mansueti“. Tradotto : di quelli che non vanno a fare le proprie rivendicazioni violentemente in piazza o davanti alla Figc. La maggioranza silenziosa che tifa Juventus. Se la sente di testarne la pazienza? Il giudice Morton, finisce nella micidiale salamoia - che distrugge i cartoni animati - da lui inventata .

 La salamoia: perché no? 


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