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L'IMBOSCATA - 50 minuti decenti non cancellano una stagione orrenda. Allegri, la grande responsabilità e le balle sui giovani. Rocchi, Massa, la "gabina" di Lissone e il silenzio della società. Solidarietà ad Alex Sandro

di Andrea Bosco

di Andrea Bosco  

Spero che nessuno alla Juventus pretenda  peana per la vittoria contro la Lazio.  50 minuti di partita decente, sia pure con due splendidi gol e due altrettanto splendidi assist  non cancellano una stagione  che da promettente è diventata orrenda. E senza avere l'aggravio di una coppa  europea. Quindi non è vero che se Allegri dovesse mai (condizionale)  vincere la Coppa Italia e dovesse qualificarsi per la Champion's avrebbe fatto il suo. La Juventus aveva il secondo posto in mano, e conseguentemente una posizione privilegiata in Champion's per la prossima stagione.  Oggi non è certa di qualificarsi: dovrà sputare sangue per farlo. E andare in Champion's da terza, quarta o magari quinta (hai visto mai) qualificata fa tutta la differenza del mondo.

Allegri ha millantato responsabilità. Non far giocare Yildiz è una decisione surreale. L'uomo è così: irritante  nelle sue convinzioni. E le sue convinzioni sono che i giovani per poter giocare debbano prima “soffrire“. Ma Allegri non è il solo responsabile. Tutti  hanno una porzione di responsabilità. Anche il sottoscritto ce l'ha. Per aver creduto che questa Juventus, non dico potesse vincere il titolo, ma almeno potesse restare a competere fino alla fine. Non dimentico di averla (improvvidamente) paragonata alla Juve di Heriberto. Paragone infelice: quelli erano di ferro. Questi non lo sono. Allegri è responsabile di non aver fatto crescere questa Juventus rispetto alla qualità del gioco. Ha valorizzato i giovani? Balle. Li ha impiegati quando non poteva farne a meno, per mancanza di alternative.  

State vicini alla squadra, invocano ogni giorno. Ma  se non ti fai prendere solo dal “tifo“, devi pretendere  di capire il programma. Perché se il programma prevede la conferma di questo team dirigenziale e di questo allenatore, di gran parte di questa rosa, allora  non siamo neppure all'anno zero. Cosa vorrei io? Un progetto. Una idea di costruzione societaria. Una idea di valorizzazione. Io lo so che la Juventus starà a pane ed acqua per almeno un quinquennio, forse di più. E personalmente non pretendo l'impossibile. Vorrei  chiarezza. Vorrei  una linea di conduzione, economica, sportiva, tecnica. Vorrei  sapere “prima“ che tipo di  nave sarà  chiamato  a navigare:  un brigantino, una goletta?  Un galeone? Una fregata?

Allegri è infastidito e lo capisco. Ma in questo “casino“ ci si è messo da solo. Il suo pedigree, non basta  più. E non, perché – come ritiene  lui – il pueblo pretenda il “bel giuoco“. No: il pueblo  pretende una squadra da poter amare. Che ogni giorno si migliori. Che magari perda, ma che lasci le budella sul campo. Può dire Allegri che questo è accaduto  al Meazza con l'Inter? O a Roma con la Lazio?  O con altre squadre alla portata della Juventus e risultate viceversa invalicabili?  Onestamente, Allegri può dirlo? Ecco, cosa vorrei.

E vorrei che la società facesse la società. Che non significa polemizzare e  far rissa con tutti. Significa far valere i propri diritti. Rocchi che ti invia un arbitro in difficoltà da mesi come Massa  ad arbitrare a Torino fa una provocazione. Poi che questo calcio malato  vada riformato  fin dalle fondamenta è noto. Ma per farlo i tifosi, che sono i clienti del calcio e senza i quali il calcio non potrebbe esistere, devono cominciare a farsi sentire: massicciamente e  in tutte le sedi deputate. Giornali e televisioni, radio e  social compresi . Scrivete al  politico della vostra regione. Pretendete di “contare“. Chi ha detto che  il “protocollo“  Var lo devono scrivere a  “palazzo“?  Chi ha detto che gli arbitri in quanto tali, hanno la scienza infusa? Chi di noi sano di mente avrebbe potuto concepire una emerita puttanata come  il fuorigioco sanzionato a Cambiaso in Juve – Lazio? Ora il Var  è esperto pure in “divinazioni”? Cosa ne sa il varista se un  giocatore  “rinvia“ deliberatamente o accidentalmente?  Il calcio è dei tifosi. E regole deliberate senza il consenso dei tifosi sono antidemocratiche. Sono settarie, sono faziose. Sono illiberali. 

Sto provocando? Ma: certo che sto provocando.  Detesto i rivoluzionari da strapazzo: le  rivoluzioni, tra l'altro, finiscono sempre  in restaurazioni. Quelli che prendono il Palazzo d' Inverno, diventano alla fine peggiori di quelli che sono stati, dal Palazzo, sloggiati nel sangue.  Dico solo che per ottenere dei cambiamenti  bisogna volerli. E bisogna lottare per ottenerli. Fatevi sentire: scrivetelo anche  sui muri che questo calcio, così come è, non lo volete più. Altrimenti sarete complici  e conniventi.  Non sperate nelle riforme. Non sperate nelle istituzioni . Non sperate nel governo. I politici solo quando l'acqua gli arriva al culo si muovono: quando temono di perdere il consenso. Vi siete mai chiesti perché il Palazzo sia ferocemente contrario alla possibilità di “chiamate  Var“  contingentate da capitani o allenatori come capita in  moltissimi altri sport?  Non ci vuole molto a capirlo: per non perdere il controllo del sistema. Fino a quando decidono loro dalla “gabina“ di Lissone , possono fare e disfare a piacimento. Anche cambiando il regolamento in corsa. Come è accaduto. E come  continuerà  ad accadere se nessuno non dirà “basta“ . 

Ho ancora una cosa da dire: io avrei preso a pedate Allegri per aver consentito il rinnovo automatico del contratto di Alex Sandro. Ma i fischi elargiti  contro il brasiliano sono stati una cosa indecente. Non mi piace chi si trincera dietro l'anonimato della moltitudine in modo vigliacco. La mia solidarietà ad Alex Sandro. Senza mezzi termini. Al posto di Allegri, lo manderei in campo  contro la Fiorentina, sfidando il becerume. Ci sono i beceri e ci sono i razzisti. E poi c' la giustizia sportiva. Che spesso  è peggiore dei beceri e dei razzisti  visto che  risulta ingiusta.  Dice il proverbio: “fatta la legge, trovato l'inganno“  Ma questo è un altro discorso.


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