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IL SANTO DELLA DOMENICA - UNA NOTTE DA INCUBO PER UNA SQUADRA E UN ALLENATORE IN CRISI. E LA SOCIETA' RESTA IN SILENZIO ANCHE DAVANTI AI FISCHI E AL CASO VLAHOVIC

di Alessandro Santarelli

Doveva essere una serata di continuità dopo la  vittoria ( illusoria) contro il City. Si è invece trasformata in una delle serate peggiori vissute allo Stadium, con una squadra imbarazzante incapace di battere l’ultima della classe, addirittura salvata da un rigore al 90esimo, e con la spaccatura tra Vlahovic e la curva che non promette nulla di buono. Un disastro insomma sotto tutti i punti di vista, con l’ennesimo pareggio che vale però una sconfitta, ed un ciclo con Lecce Bologna e Venezia che ha portato la miseria di tre punti. Inaccettabile, cosi come è inaccettabile il silenzio della società, che almeno di fronte ad una contestazione nei confronti della squadra che non si vedeva da anni, aveva il dovere di parlare, quantomeno di chiedere scusa per queste prestazioni indecenti.

E invece niente, si continua a sentire le parole di Motta, a volte oggettivamente incomprensibili dopo talune prestazioni, mentre nessuno dai piani alti ci mette la faccia, quantomeno per placare la giusta delusione della tifoseria. Perché, e lo sottolineiamo con forza, nessuno qui pretendeva al primo anno di una ricostruzione lo scudetto, o chissà che, ma almeno, cari Motta e Giuntoli, battere in casa Cagliari, Parma e Venezia ( e teniamo fuori il Bologna) questo si. Invece la vittoria pare essere una chimera, alcuni giocatori, Koopmainers su tutti, sembrano ancora oggetti estranei alla squadra, altri giocano con leggerezza e poca convinzione, ci dispiace dirlo, ma questa tutto sembra meno che la Juventus. Eppure direte, appena due tre giorni fa si era consumata l’impresa con il City. Ancora più grave, perché vuol dire che questo è un gruppo che non sa gestire le emozioni, che vola solo sull’onda di una prestazione e non riesce a dare alcune continuità.

Il percorso in campionato è preoccupante, la contestazione alla squadra rischia di aprire una breccia pericolosa, ma soprattutto ci auguriamo che non si apra un caso Vlahovic. Dusan ha sbagliato, perché nei “ doveri “ dei giocatori cè anche quello di accettare le critiche, e qualche volta, anche se non si dovrebbe mai trascendere, le offese, sempre e comunque da condannare. Ma dopo una prova come quella con il Venezia, dove peraltro Vlahovic è stato uno dei meno peggio, sempre isolato e sempre senza alcun appoggio dei compagni, non si deve rispondere ai tifosi, piuttosto non si va verso la curva e ci si infila nello spogliatoio. E anche qui la società avrebbe dovuto fare qualcosa, magari mandare proprio Dusan a parlare per provare a stemperare subito gli animi.

Qui tutti si devono fare un esame di coscienza profondo, dal direttore sportivo, all’allenatore fino alla squadra. Appena qualche mese fa sembrava, secondo alcune narrazioni, che cambiato il manico sarebbe cambiata la storia. Oggi la triste realtà dice che la Juve è in crisi, con un pubblico in contestazione e una società in silenzio. Mala tempora currunt….


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