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IL SANTO DELLA DOMENICA - I punti interrogativi di questa prima parte di stagione. Adesso servono le risposte che Maurizio Sarri deve saper trovare

di Alessandro Santarelli

Finalmente si riparte, con alle spalle la prima delusione della stagione, ma all’orizzonte il primo obiettivo del nuovo anno solare, un titolo assolutamente platonico ma in questo specifico momento importante, quello di campione d’inverno. 

Alla fine del girone di andata mancano due gare, quella di domani con il Cagliari e la trasferta a Roma sponda giallorossa. Partite che dovranno farci capire se la squadra è guarita dopo la sconfitta in Supercoppa, oppure se dobbiamo iniziare a preoccuparci. Certo, la ripresa dopo due settimane di pausa non è mai semplice, ci sono le scorie dei viaggi per i sudamericani, dei panettoni e dei pandori per tutti gli altri ma stavolta fallire è davvero vietato.

Da Riad siamo tornati con alcuni punti interrogativi, che speriamo possano essere superati nel più breve tempo possibile. Innanzi tutto la tenuta del centrocampo e il suo assetto migliore. Dato Pjanic come elemento inamovibile, in questi primi mesi Sarri ha variato uomini e posizioni ai suoi lati, con risultati altalenanti ma mai del tutto convincenti. Chi sono le due mezz’ali titolari? Si era partiti con Matuidi Khedira restando di fatto al reparto mediano dello scorso anno, poi è stato il momento di Bentancur alternato con Rabiot, mai del tutto convincente e in rare occasioni da EmreCan. 

Urge trovare un assetto definitivo che garantisca copertura quando la palla è degli avversari, ma soprattutto maggiori verticalizzazioni quando il gioco lo imposta la Juve. In questo mese si potrebbe provare la carta Ramsey mezz’ala, sarebbe un giocatore perfetto soprattutto per caratteristiche, piedi buoni e per dare una mano a Pjanic in fase di impostazione, magari con Bentancur o Matuidi nel ruolo più di interdizione. 

Certo, si perde qualcosa in fase di non possesso, ma cosi la palla potrebbe girare molto più velocemente. Un centrocampo del genere può supportare il tridente? Si, dando per buono ovviamente lo spirito di sacrifico di Higuain e Dybala. Chiaro che a giugno il reparto mediano dovrà essere ripensato con un tassello come quello di Koulosevski già messo a segno.

Un altro punto interrogativo riguarda l’attacco. Ho sempre detto che la formula del tridente mi piace e che deve essere un elementodi forza, ma schierandoli tutti insieme, viene a mancare un centroavanti puro di ricambio. Inutile girarci attorno. In quel ruolo oggi la Juve ha soltanto Gonzalo Higuain. Vero, c’è Cristiano, che può fare ogni cosa là davanti, ma a lui piace partire più laterale, sia da sinistra ma anche da destra. Difficile che si convinca ad agire in una porzione di campo più limitata. Come ovviare? Escludendo il mercato è possibile che Sarri piano piano torni al 4 3 3 vista la grande abbondanza di esterni, con Douglas Costa e Ronaldo assieme ad uno tra Dybala e Higuain. Certo una  formulaper segnare di più deve essere trovata perché la squadra crea, 405 tiri complessivi , lo scorso anno dopo 24 partite erano stati 448, ma finalizza poco

Un ultimo punto lo spendo per la difesa. Detto che mi piace parlare di fase difensiva e non solo di “difesa” i gol presi sono troppi, 6 addirittura nel giro di 10 giorni dalla stessa squadra. Sarrinon derogherà mai sui 3 centrali, non fanno parte della sua concezione di calcio. Rientrerà Chiellini, ma prima serve recuperare De Ligt, improvvisamente scomparso dai radar, ed evitare clamorosi errori individuali che rappresentano ad oggi quasi la metà delle reti subite

Sarri ha da lavorare, sa di giocarsi moltissimo in campionato in questo mese, sa che sono attese risposte importanti. Se la prima metà della stagione è stata giustamente di assestamento, adesso devono cominciare ad arrivare le certezze. Le attendono i tifosi, le attendono i dirigenti, le attende il presidente Agnelli, del quale non possiamo dimenticare quel “ Solo il tempo ci dirà se abbiamo fatto la scelta giusta” che ogni tanto ci risuona nelle orecchie.


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