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IL SANTO DELLA DOMENICA - I due volti della Juventus e tre punti che pesano

di Alessandro Santarelli

Non poteva che essere il terzo 3-0 del campionato a sbloccare la Juventus. L’incredibile sequela di risultati non tradisce neppure questa volta e dopo i 3 pareggi a reti inviolate ecco la vittoria con un perentorio 3-0, siglato dalla doppietta di Dusan Vlahovic e dal funambolo Conceição. Ma attenzione, non è stata una passeggiata di salute anzi, ci sono voluti 48 minuti e un episodio a indirizzare la gara. Motta conferma la formazione che aveva annunciato alla vigilia, ma anche questa volta qualcosa non funziona, perché non convincono il ritorno di Danilo, lento e impacciato nella prima frazione, e l’azzardo Rouhi, che ha pagato lo scotto del debutto dal primo minuto. Ma tutto il primo tempo ha messo in evidenza una Juventus a ritmi troppo blandi e con Vlahovic a predicare da solo, in un’area di rigore sempre più vuota.

E qui, c’è il primo aspetto da mettere in evidenza: la difficoltà della Juve a sbloccare le partite contro squadre che pensano solo a difendersi. Fraseggio lento, poche idee e soprattutto appena 2 tiri totali raccontano di 45 minuti negativi, forse i più brutti di questo avvio di campionato. Non solo, la sensazione è stata anche quella di una fragilità mentale. Non a caso, come raccontato dall’allenatore, nell’intervallo, oltre ad un paio di accorgimenti tattici, è stato utilissimo il confronto tra gli stessi calciatori.

Come accade poi in ogni partita è l’episodio a fare la differenza, con il calcio di rigore trasformato da Vlahovic che ha cambiato la storia della gara. Ed ecco il secondo aspetto da evidenziare: la facilità con la quale la Juve disegna calcio una volta passata in vantaggio, due facce della stessa medaglia ma diametralmente opposte. E fatecelo dire, bravo Dusan nel prendersi la responsabilità di un calcio di rigore con un pallone che pesava per lui più di una tonnellata. Bravo anche nel segnare da bomber di razza il secondo gol, ma molto meno bravo nella polemica esultanza. Siamo tutti con te, caro Dusan, e sappiamo che dietro il volto del calciatore c’è sempre un uomo, in questo caso un ragazzo, così come sappiamo che portare sulle spalle la maglia numero 9 della Juve è difficile e complicato, per le pressioni quotidiane, ma il campione, quale tu sei, deve anche saper accettare le critiche e lasciarsele scivolare addosso. La bella ripresa ha messo in evidenza anche la maggiore efficacia di Koopmeiners avvicinato alla porta, la classe sopraffina di Douglas Luiz, la forza fisica di Thuram e il genio di Conceição.

Adesso si riparte con l’obbiettivo già puntato su Lipsia mercoledì prossimo. Servirà una squadra continua e costante nell’arco del match, ma lo si sa, le vittorie aiutano a lavorare meglio e a mettere benzina nella testa e nelle gambe. Il cantiere è ancora aperto e i lavori sono in corso, ma che bello, seppur per una notte e in maniera evidentemente simbolica vedere il nome della nostra Juventus in testa alla classifica.