Ricordate quel giorno? JUVENTUS-CAGLIARI
15 marzo 1970 – Stadio Comunale di Torino
JUVENTUS-CAGLIARI 2-2
Juventus: Anzolin; Salvadore e Furino; Roveta, Leoncini e Cuccureddu; Haller, Vieri, Anastasi, Del Sol e Zigoni (dal 55’ Leonardi). Portiere di riserva: Piloni. Allenatore: Rabitti.
Cagliari: Albertosi; Martiradonna e Mancin (dal 74’ Poli); Cera, Niccolai e Nenè; Domenghini, Brugnera, Gori, Greatti e Riva. Portiere di riserva: Reginato. Allenatore: Scopigno.
ARBITRO: Lo Bello di Siracusa.
MARCATORI: Niccolai autorete al 29’, Riva al 45’, Anastasi su rigore al 66’, Riva su rigore all’82’.
Stagione 1969-70. Il Sergente di ferro Heriberto Herrera, dopo l’ultima stagione un pochino grigia, non è confermato. Al suo posto, arriva un altro sudamericano, Luis Carniglia, oramai trapiantato in Europa.
Continua la campagna di rafforzamento della squadra: soprattutto due ragazzi entrano a far parte della rosa. I loro nomi sono Beppe Furino e Francesco Morini: ne risentiremo parlare. L’estroso Bob Vieri (anche lui neo arrivato) non ingrana, la Juve fatica tantissimo. Quattro sconfitte nelle prime otto giornate (fra le quali il derby) fanno decidere il presidente Catella, contro le sue abitudini, a esonerare il tecnico, prima che diventi problematico raddrizzare la situazione. La Juventus, con solamente sei punti in classifica, è già staccata di otto lunghezze dal Cagliari.
Carniglia è licenziato e i bianconeri sono affidati a Ercole Rabitti, un altro vecchio cuore juventino e responsabile del settore giovanile, che pian piano ricostruisce il morale della truppa. Nel frattempo, Giampiero Boniperti diventa Amministratore Delegato della società. Nel mercato di riparazione viene acquistato, dal Brescia, Antonello Cuccureddu che subito diventa un punto fermo della compagine guidata da Rabitti.
Inizia la riscossa: la Juve risale la classifica, fermandosi tuttavia al terzo posto finale, alle spalle del Cagliari di Gigi Riva e dell’Inter.
Il 15 marzo 1970, il Cagliari capolista si presenta al Comunale di Torino. La squadra isolana ha sempre camminato sicura, nel frattempo ma Rabitti e i suoi ragazzi, con 27 punti totalizzati in quindici giornate, sono oramai a ridosso dei rossoblu: 32 punti contro 34.
Arbitra Lo Bello di Siracusa, a Torino piove a dirotto, nella Juventus, assente l’arcigno Morini, tocca a Salvadore l’onere di contrastare un Riva nervoso e contratto.
Ma tutta la partita si disputerà sul filo dei nervi, grazie anche a due rigori (uno per parte) molto contestati. Con il risultato finale di 2-2, la Juventus vede svanire le ultime possibilità di agganciare gli isolani, che volano sicuri verso la conquista del loro primo tricolore.
“LA GAZZETTA DELLO SPORT”
Prima notazione assolutamente necessaria: il risultato è giusto. Seconda: nella ripresa si sono registrati due calci di rigore, trasformati da Anastasi e da Riva (ripetuto quello in favore degli juventini, calciato da Haller, ma parato da Albertosi mossosi anzitempo). Si è trattata di due falli secondo regolamento, che l’arbitro ha giustamente punito, ma dato che i falli non erano vistosi come vorrebbero coloro che vanno allo stadio prevenuti contro Lo Bello e che siedono a ogni cento metri dalle aree di rigore, adesso si dirà che si è trattato di due invenzioni.
Purtroppo uno sciopero improvviso in seno alla televisione, posto purtroppo in atto per impedire la più importante e seguita trasmissione dell’anno, ci ha privato della moviola e del rallentatore, ma per fortuna un servizio allestito alla svelta e condotto stupendamente da Martellini, attraverso il meticoloso reperimento di alcune fotografie ci ha fatto vedere come sul primo rigore Martiradonna abbia spinto di spalle Leonardi, quindi toccato il pallone con la mano; mentre sul secondo a Brugnera e Riva, in un mare di bianconeri; è stato fatto tutto quanto il regolamento non consente. Perciò risultato esatto e modalità impeccabili.
“TUTTOSPORT”
Nelle nostre note della vigilia avevamo sottolineato che la Juventus, perdendo Morini e rilanciando per necessità Vieri, avrebbe perso un poco della propria organicità difensiva e, di conseguenza, le sue chances di vittoria si riducevano. Dovendo attaccare per vincere, la Juve ha attaccato: ma bastava che la palla arrivasse a Riva, perché un senso di affanno si estendesse non solo nel settore interessato ma un poco a tutti. Vogliamo dire che la Juventus ha disputato una partita mirabile per fervore di iniziative e spirito agonistico, mancando tuttavia della determinazione e della lucidità che sarebbero state necessarie per concludere perentoriamente.
Singolarmente, salvo Zigoni che s’è smarrito dopo un promettente avvio, ogni bianconero merita più, elogi che rimbrotti. Arriviamo a dire che se i giocatori di Boniperti e Rabitti manterranno l’attuale condizione e immutato lo spirito, un filo di speranza possono nutrirlo ancora. Anzolin è stato battuto dal portentoso Riva più per una distrazione dei compagni che gli stavano davanti che per propria incertezza. Poi ha fatto cose notevoli, poiché il Cagliari in contropiede sa rendersi pericoloso: Gori è bravo e Riva da solo vale due grosse punte di statura internazionale.
Contro questo Riva possente, oramai anche ricco di mestiere, forte come una roccia e scattante come un purosangue, Salvadore ha dovuto tirar fuori astuzie e arrangiamenti, cavandosela bene anche con l’aiuto di un Roveta sempre più esperto. Una splendida prova l’ha offerta Leoncini quale stopper su Gori. Solo alla distanza il giovane attaccante è riuscito talvolta a guizzare oltre l’anziano difensore.
Naturalmente, la mancanza dello stopper titolare ha consigliato a Del Sol una posizione prudente; il che ha consentito a Greatti di avanzare di una decina di metri, con profitto, il proprio raggio di azione. L’esuberanza di Dal Sol lo ha portato anche a sganciamenti che peraltro avevano solo saltuariamente una rapida protezione in verticale.
Il centrocampo della Juventus, con un Cuccureddu mobile ma costretto a non perdere di vista Nené e con un Vieri felicissimo in alcuni lanci perfetti, ma portato... organicamente a un palleggio (talora a scapito della velocizzazione) che non era quello consueto, ma riceveva una spinta continua e formidabile dal piccolo Furino. La vitalità e il temperamento di Furino hanno letteralmente stroncato Domenghini.
“LA STAMPA”
Nei corridoi del Comunale c’è molta animazione. A uno a uno escono dagli spogliatoi i giocatori della Juventus. Delusione e stanchezza sono dipinte sui loro volti: si rendono conto di aver perso una grossa occasione (anche se non l’ultima) di agganciare il Cagliari al vertice della classifica. Si discute sulla gara, sul risultato com’è stato e come poteva essere e si polemizza sull’operato di Lo Bello. Sul rigore accordato al Cagliari, Salvadore dice: «Là dentro non si capiva più niente. Pensavo che l’arbitro avesse fischiato a nostro favore e mi accingevo a battere la punizione, invece Lo Bello ha indicato il dischetto motivando la decisione all’irregolarità commessa da due bianconeri che avrebbero impedito a un cagliaritano, forse Martiradonna, di saltare e raggiungere il pallone calciato da Domenghini». Lei non crede di avere frainteso Lo Bello? «Credo di no. Riva era accanto a me, a quattro metri dal punto in cui è accaduto il fatto. Io non c’entro, come non c’entro sul primo goal di Riva. Sul corner di Greatti siamo saltati in quattro. Riva si è trovata la sfera davanti alla porta e l’ha messa dentro. Che potevo farci? Era il primo pallone che il mio avversario conquistava in quarantacinque minuti di gioco».
Interviene Haller: «Il tempo era oramai scaduto quando il Cagliari ha pareggiato. Avevamo dato spettacolo e il goal di Riva ci ha innervositi. Meritavamo di vincere forse e con almeno una rete di scarto. Ho sbagliato il primo rigore, perché Albertosi si era mosso. Ho poi consolato il portiere che piangeva per la sua inutile prodezza. La ripetizione era sacrosanta. Anastasi non ha fallito». Sopraggiunge Albertosi. Haller e il portiere discutano sulla partita. A essi si uniscono Salvadore, Zigoni, Vieri e Leonardi. «L’arbitro ha detto che il fallo è stato commesso su Riva – precisa Leonardi – ho sentito benissimo. Non era un fallo grave. Rigore netto nei miei confronti quell’intervento di Martiradonna viziato anche da un “mani”». Haller è d’accordo con Leonardi e aggiunge: «Se Riva è stato trattenuto per la maglia, ad Anastasi l’hanno addirittura strappata». La parola ad Albertosi: «Ero troppo distante dall’azione per vederci chiaro». E Zigoni: «Neppure io ho potuto vedere i due rigori, mi trovavo già negli spogliatoi. Sull’autorete di Niccolai c’è poco da dire. Ero ad un passo da lui, probabilmente ha temuto che entrassi ed è saltato deviando il pallone in rete. Sulla mia sostituzione con Leonardi ero d’accordo con l’allenatore. Avevo ricevuto un colpo al ginocchio e mi sentivo affaticato».
Ecco Anzolin. Gli chiedono se si sente in colpa sul primo goal: «No. È stato un calcio d’angolo teso, Domenghini ha alzato la palla davanti alla porta. C’erano Salvadore e Leoncini, uno dei due è scivolato, Riva si è trovato solo ed ha segnato. Non avevo spazio per tuffarmi a valanga. La mia area era affollatissima». E il rigore di Riva? «Non è stato un tiro molto forte ma ho perso un attimo, perché sbilanciato dalla finta che avevo fatto per ingannare Riva. Ho toccato la sfera con il taglio della mano, per questo non l’ho trattenuta. Se avessi parato l’arbitro avrebbe fatto ripetere il rigore: oggi aveva il fischietto facile». Anastasi: «Ho segnato il mio primo rigore in Serie A, un altro l’avevo trasformato in B con il Varese. Niccolai è stato falloso e non lo ha ammesso. Questo non mi piace, non è onesto. Ritengo di aver giocato bene ma sarei più contento se avessimo vinto. Lo Bello? Un arbitro buono per gli ospiti. Riva ha segnato a tempo scaduto. La gara doveva finire 1-0 per noi. Pareggiando a Torino il Cagliari si è assicurato mezzo scudetto».
Il presidente Catella ribadisce che il torneo si deciderà nelle ultime due giornate e che per lo scudetto ci sono tre squadre in lizza: Cagliari, Juve e Inter. Quindi conclude: «Contro la capolista si poteva vincere. Nel complesso i bianconeri hanno giocato meglio neutralizzando la pericolosità di Riva». A proposito di Riva, Boniperti osserva: «Sarà un grosso attaccante ma commette molti falli e nessuno lo riprende, nemmeno un’ammonizione. Cosi è troppo facile giocare… Neppure io facevo complimenti, però… lui esagera. Il punto più regolare è stato l’autogoal. Sul rigore non si discute, questa è la norma del calcio e Lo Bello è un grande arbitro».
Risultato giusto per Rabitti che elogia i bianconeri. Il trainer incontra nel corridoio il vicepresidente rossoblu Arrica, gli stringe la mano e dice: «Tutto da ridere». A chi si riferiva?
Acquista il libro "28 maggio 1972: La Giovin Signora diventa grande" scritto da Stefano Bedeschi
Acquista il libro "Il pallone racconta" scritto da Stefano Bedeschi