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Gli eroi in bianconero: Ugo AMORETTI

di Stefano Bedeschi

Il dopo Combi, alla Juventus, prende le sembianze e gli slanci tardo romantici di Ugo Amoretti da Sampierdarena, classe 1909. Un metro e settantacinque di coraggio che si manifesta in tuffi da ogni parte, l’acrobazia fatta persona, un idolo per i tifosi, un po’ meno per gli esperti che prediligono il portiere innanzitutto forte nel piazzamento. Amoretti sta comunque nella galleria dei grandi bianconeri del ruolo, intanto perché attinge, sia pure in una sola occasione, la maglia della Nazionale di Pozzo (accade il 25 ottobre del 1936, giusto a metà del cammino tra il primo e il secondo titolo mondiale, a Milano contro la Svizzera), e poi perché il dopo Combi significa comunque uno scudetto, sofferto e perciò ancor più glorioso, strappato all’Ambrosiana nel 1935.
«Fu il portiere paracadutista – racconta Caminiti – maglione rinforzato, cappelluccio a visiera, calzamaglia di lana chiara, ginocchiera e rinforza gomiti, poca grinta ma stile impeccabile».

 


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