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Gli eroi in bianconero: Lilian THURAM

di Stefano Bedeschi

Lascia a soli nove anni l’isola di Guadalupa per trasferirsi, con la famiglia, a Parigi. La sua prima squadra è il Fontainebleau, dove viene notato dai dirigenti del Monaco. Debutta nella massima divisione francese il 24 maggio 1991; l’anno successivo inizia la scalata che lo porterà a diventare uno dei migliori difensori del mondo. Un problema alla vista lo costringe a giocare con le lenti a contatto; un piccolo handicap che comunque non condiziona assolutamente le sue prestazioni. Anzi, per sei anni, offre un rendimento sorprendente ed il Monaco diventa una squadra rocciosa, difficile da battere.

Nel 1996 arriva in Italia, destinazione Parma; La società della famiglia Tanzi è il fiore all’occhiello di una Emilia che da troppo tempo vive sui ricordi del passato glorioso del Bologna. Con i gialloblu vince la Coppa Uefa, la Coppa Italia nel 1999 e la Supercoppa Italiana nel 2000, sfiorando più volte lo scudetto.

I grandi trionfi, però, li vive in Nazionale. Nel 1998 diventa campione del mondo. La squadra di Jacquet, che al fianco di Thuram ha piazzato un corazziere come Desailly, ex Milan, non fa passare nessuno: gli attaccanti avversari vanno inevitabilmente a sbattere il naso contro una massa di muscoli. Succede anche all’Italia, che viene eliminata ai rigori nei quarti.

Ma Thuram si scopre anche goleador; nella semifinale, contro la Croazia, è proprio lui, con un’incredibile doppietta, a completare la rimonta francese, dopo la rete iniziale di Suker. Poi i francesi fanno secco il Brasile (3-0) in finale.

Non è finita. La Francia si ripete nell’Europeo delle Nazioni. Il 2 luglio 2000, a Rotterdam, Thuram e compagni sconfiggono l’Italia per 2-1, in finale, con l’ormai storico goal di Trézéguet al 103’. Totalizza con “Les bleus” 110 presenze, arrivando a disputare anche il Mondiale del 2006.

A Parma, tra “Carletto” Ancelotti e Lilian Thuram nasce un ottimo rapporto, sia in campo che fuori; Lilion è uno dei giocatori più intelligenti del campionato ed il dialogo tecnico con l’allenatore è spontaneo. Quando Ancelotti passa alla Juventus, una delle richieste che fa a Moggi è proprio l’acquisto del difensore di Guadalupa. Tanzi riesce a resistere alle offerte juventine, fino all’estate del 2001 quando, con un assegno da 75 miliardi di Lire, Moggi riesce a convincere il presidente parmense, che sta per cedere Lilian alla Lazio. Per portare a Roma il giocatore, interviene persino l’onorevole Walter Veltroni, sindaco della capitale, che si è sempre dichiarato juventino; evidentemente ci sono favori politici che superano anche la fede calcistica. Comunque sia, Thuram lascia Parma e diventa bianconero, insieme a Buffon.

Lilian, quando arriva a Torino, trova una sgradevole sorpresa; infatti, Ancelotti è stato sostituito da Lippi e nemmeno Zidane fa più parte della compagine juventina. «Ancelotti ha insistito tanto perché io venissi a Torino», ha spiegato Lilian, «quando l’hanno mandato via era molto arrabbiato, ma mi ha suggerito di non cambiare idea. Anche Zidane mi aveva convinto ad accettare le proposte della Juventus. È una cosa strana sapere che “Zizou” è andato via. Ma cambiare fa parte della vita».

Questo ragazzo che va per i trenta anni ha tutto per fare benissimo, ma l’avvio di stagione sconta qualche problema di ambientamento ed anche qualche equivoco tattico. Lilian ha trascorsi polivalenti, da centrale nel Parma e da laterale destro nella Nazionale francese. Lippi cerca di convincerlo che, con le sue doti di progressione e con il palleggio che si ritrova, può diventare incontenibile sulla fascia destra, se lascia ad altri di presidiare il centro dell’area.

L’operazione, sul piano psicologico, non è semplicissima, anche perché la Juventus al primo approccio stecca qualche gara e si ritrova nel gruppo che insegue. Ma a Brescia, la vigilia di Natale, il meccanismo prende improvvisamente a funzionare al meglio; le sgroppate di Lilian ed i suoi cross diventano l’arma in più di una squadra che ormai ha imboccato la strada giusta.

Thuram, senza perdere nulla della grinta e del tempismo che lo hanno reso tra i difensori più forti del mondo, acquista la consapevolezza di essere devastante ogni volta che, palla al piede, percorre a passo di carica la corsia di destra, saltando come birilli gli avversari e dettando ai compagni l’appostamento giusto per finalizzare il proprio lavoro.

I risultati sono splendidi; lo scudetto 2001/02 passa anche attraverso la sua maturazione tattica, che nella stagione in corso lo porta a giocare a livelli ancora più alti. Negli occhi e nel cuore di tutti la fantastica notte di Juventus - Milan, in cui ha la gioia, rara per lui e quindi ancor più goduta, di segnare un goal a coronamento della galoppata più entusiasmante che si ricordi.

Con la maglia della Juventus, Thuram riesce a vincere quello scudetto che aveva sfiorato a Parma; anzi, di scudetti ne porta a casa ben quattro, diventando ben presto una delle colonne della difesa bianconera, in coppia con Cannavaro, arrivato anche lui dal Parma.

Nell’estate del 2006, si trasferisce al Barcellona, non volendo disputare il campionato di serie B; lascia la Juventus dopo aver totalizzato 205 presenze e segnato un solo goal.


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