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Gli eroi in bianconero: Filippo INZAGHI

di Stefano Bedeschi

«Il più forte giocatore scarso di tutti i tempi».
Potrebbe essere questo l'identikit di Filippo Inzaghi, detto "Pippo". Scarso tecnicamente, goffo nei dribbling, costantemente a testa bassa, egoista come pochi. Eppure, riesce a sopperire alle mancanze grazie ad un istinto e ad un fiuto del goal da autentico killer. Nessuno come lui sa giocare sul filo del fuorigioco, nessun avversario può dormire sonni tranquilli, perché "Pippo" è letale come un cobra, basta un istante di distrazione e la palla è in rete.

Parte dalla serie B, nel 1991, con il Piacenza, che due anni dopo lancerà anche il fratello Simone. Un mordi e fuggi da due presenze. Nel 1992 scende in C1 con il Leffe: ad Albino inizia la favola di “Superpippo” (21 partite, 13 goal). Risale in B con il trasferimento a Verona nel 1993: altri 13 goal in 36 partite. Nel 1994 rientra a Piacenza che, finalmente, gli assicura un posto da titolare: lui ricambia con 15 reti in 37 gare.

Nel 1995 viene ceduto al Parma, ma la stagione gli procura ben poche soddisfazioni: gioca solo 15 partite e mette a segno due goal che lo rispediscono nell’anonimato. Il salto di qualità e la completa maturità calcistica passano per Bergamo: nel 1996 l’Atalanta ne fa il bomber numero uno del campionato. La squadra sembra costruita su misura per “Pippo” che vince la classifica dei cannonieri con 24 goal.

«Paradossalmente, è più facile essere il re dei bomber in una squadra provinciale», spiega, «perché la squadra piccola gioca per chi finalizza l’azione. L’Atalanta non aveva tante risorse, oltre al sottoscritto, come uomini goal. A Bergamo, senza nulla togliere a nessuno, ero in stato di grazia ed i compagni non esitavano a servire chi, come me, la metteva dentro. È stata una soddisfazione immensa arrivare primo nella graduatoria dei tiratori scelti e guadagnarmi la stima e la fiducia della Juventus».

La Juventus di Lippi, che ha già vinto molto, decide di privarsi di un giovane molto promettente e atleticamente esplosivo come Christian Vieri per puntare su “Superpippo”. La decisione viene presa unicamente per motivi di bilancio. Luciano Moggi spiega che la Juventus ha ceduto Vieri all’Atletico Madrid, perché la società spagnola si è presentata nella sede di Piazza Crimea con una valigia piena di quattrini e che, nello stesso tempo, è stato ingaggiato il capocannoniere del campionato italiano, approfittando del fatto che l’Atalanta si è accontentata di una valigia più piccola.

La sua prima stagione in bianconero inizia tra lo scetticismo generale: si dice che lui e Del Piero formino una coppia d'attacco troppo leggera. I due campioni rispondono con i fatti: Inzaghi segna 18 goal in campionato e 6 in Champions League, Del Piero fa ancora meglio di lui, con 32 realizzazioni. La Juventus vince la Supercoppa italiana (3-0 al Vicenza, con una sua doppietta alla prima gara ufficiale in bianconero) e lo scudetto (grazie ad una sua tripletta nella decisiva partita contro il Bologna), al termine di un appassionante duello con l'Inter.

In Champions League, invece, dopo un cammino entusiasmante, la Juventus perde la finale ad Amsterdam contro il Real Madrid (0-1, rete decisiva di Mijatović, in netto fuorigioco). “Superpippo” segna a raffica: contro il Feyenoord, il Manchester United, in casa contro la Dinamo Kiev ed una tripletta in Ucraina, sempre contro la compagine di Andrij Ševčenko. Adalberto Bortolotti, sulle pagine del “Guerin Sportivo”, annuncia che questo Inzaghi appartiene al filone dei Paolo Rossi, magari con maggior potenza di tiro.

Anche in Nazionale si fa largo a suon di goal. Cesare Maldini lo fa debuttare a Lione l’8 giugno 1997 contro il Brasile di Ronaldo (3-3); entra in campo nella ripresa al posto di Vieri con il quale nascerà una amicizia notturna, illuminata dalle discoteche alla moda. È poi con lo stesso Vieri che fa coppia contro l’Inghilterra (0-0) in ottobre, quando il primo è già “spagnolo” e lui già juventino. Dopo Maldini arriva Zoff che, nonostante l’abbondanza di punte formidabili (l’astro nascente Totti, Chiesa, Del Vecchio e lo stesso Vieri), finisce per affidarsi sempre al solito “Superpippo”. E così fa anche Trapattoni, che ha persino un Montella in più.

La stagione 1998/99 è piuttosto negativa: Del Piero si fa male ad Udine e perde tutta la stagione. Lippi si dimette a febbraio e lo sostituisce Ancelotti. Inzaghi non fa, comunque, mancare il suo apporto di goal, ma i risultati sono deludenti. In Champions League, la Juventus è eliminata in semifinale dal Manchester United, nonostante la doppietta di “Pippo” nei minuti iniziali della partita. Nella massima competizione europea, Inzaghi realizza 6 goal, di cui uno meraviglioso, con una spettacolare rovesciata, contro i turchi del Galatasaray. In campionato, le cose vanno ancora peggio. La squadra bianconera finisce fuori dalla zona Champions League e perde la possibilità di accedere alla Coppa Uefa, perdendo lo spareggio con l'Udinese. Comunque sia, le realizzazioni del cecchino bianconero sono 19 in 42 partite.

La stagione 1999/2000 si apre con la vittoria della Coppa Intertoto, anche grazie ai numerosi goal di Inzaghi (7 in 4 partite). La Juventus disputa un ottimo campionato, rimanendo in testa per quasi tutto il torneo, poi perso nella “piscina di Perugia. Inzaghi segna 15 goal fino a marzo, poi si blocca dopo una doppietta al “suo” Piacenza. Ma il suo innato ed eccessivo egoismo, comincia a creare qualche problema, soprattutto con Del Piero. “Pinturicchio” è ritornato dopo il grave infortunio e stenta a trovare la via della rete su azione, mentre è infallibile dagli undici metri.

A Venezia la situazione precipita: la squadra bianconera è in vantaggio per 3-0, grazie al rigore di “Ale” ed alla doppietta di “Superpippo”. Manca una manciata di secondi alla fine: Inzaghi è lanciato solo davanti al portiere. Alza la testa e vede Del Piero; sarebbe facile appoggiare al compagno e permettergli di segnare la prima rete su azione della stagione. Invece, “Pippo” salta il portiere e mette la palla in rete. Negli spogliatoi succede di tutto. “Ale” è furioso con il bomber piacentino ed i due vengono anche alle mani. Ci vorrà tutta la capacità dei dirigenti bianconeri (Moggi in primis) per ristabilire la calma.

Ma qualcosa si è rotto. La società juventina acquista David Trézéguet, giovane bomber francese, ed Inzaghi comincia a capire che il suo tempo a Torino sta per finire. La Juventus comincia la stagione malissimo. Eliminata al primo turno di Champions League (anche grazie all’espulsioni di Davids e Zidane ed alle “papere” di Van der Sar), nonostante le cinque realizzazioni di “Superpippo” (di cui tre ad Amburgo). La Juventus esce anche dalla Coppa Italia, per mano del Brescia di “Darione” Hübner.

In campionato, la squadra bianconera segue a distanza la Roma, non riuscendo quasi mai ad avvicinarla. “Pippo” segna 11 goal, ma fallisce un rigore contro il Lecce, spegnendo quasi definitivamente le speranze di aggancio della compagine giallorossa. Dopo il pareggio per 2-2 contro la stessa Roma, Inzaghi vede il campo sempre più raramente. La società ha deciso di puntare su Trézéguet e “Pippo” deve accontentarsi di guardare le partite dalla panchina. Il suo bottino finale è di 16 reti in 34 partite.

Durante l’estate del 2001 l’alleanza politico – economica - calcistica fra Gianni Agnelli e Silvio Berlusconi porta Inzaghi al Milan, in cambio del via libera per Thuram. Il vecchio “Diavolo” che, per rifondare la squadra si è affidato al profeta Terim, punta decisamente sul ritorno al goal dell’ex bianconero. A fornirgli le munizioni ci penserà il portoghese Rui Costa. Quando ritrova Ancelotti, rinasce il vecchio feeling e saranno scudetto e Champions League.


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