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Gli eroi in bianconero: Ferenc HIRZER

di Stefano Bedeschi

Classe 1902, cresciuto nella squadra ungherese del Torekves e poi ceduto in Cecoslovacchia al Makkabi Brno, è uno degli attaccanti più promettenti dell'Est europeo. Gli osservatori bianconeri e, in particolare, l’allenatore Jeno Karoly, ungherese pure lui, sono molto impressionati dalla sua velocità, dal suo scatto e dalla capacità di andare a segno con straordinaria continuità.

Edoardo Agnelli è entusiasta del rapporto sul giocatore e tenta l’acquisto, cosa non facile a quei tempi, ma lo stesso Karoly si propone come mediatore e, nonostante tante difficoltà, l'affare va finalmente in porto e Férénc può vestire la maglia bianconera.

L’arrivo di Hirzer scatena tra i tifosi consensi clamorosi, che si trasformano in vera adorazione quando lo vedono in azione in allenamento; tanto basta, infatti, per capire che si tratta di un fuoriclasse, velocissimo, fortissimo nel dribbling e dotato di un tiro micidiale. Tra i tifosi che assistono ai suoi allenamenti c'è anche un bambino, figlio del presidente: Gianni Agnelli. Il futuro Avvocato si innamora all’istante di Férénc, che rimarrà sempre uno dei suoi giocatori preferiti.

Si devono superare le ultime difficoltà burocratiche, legate alle proteste della federazione ungherese che vorrebbe annullare il trasferimento per poterlo schierare in Nazionale, per vederlo in campo. Hirzer debutta in campionato il 4 ottobre 1925 in corso Marsiglia contro il Parma: 6-1 per i bianconeri, tre goal del magiaro, uno più bello dell'altro. Tra i suoi compagni di squadra ci sono autentici campioni come Combi, Rosetta, Allemandi, Bigatto e Munerati, ma è Férénc quello che fa la differenza e, dopo la goleada sul Parma, ne arriva un'altra a spese del Milan (6-0), che è battuto due volte dall' ungherese.

Quando la Juventus gioca sul campo della Pro Vercelli, Hirzer è già temutissimo e gli è riservata una sorveglianza davvero particolare. L'ungherese non si scompone ed anche in quest’occasione dimostra di essere un vero fuoriclasse: salta in velocità tre giocatori vercellesi e serve una palla d’oro a Pastore per il goal che risolve la partita. Proprio per la sua velocità, Férénc viene soprannominato la Gazzella.

Il resto della stagione è una cavalcata trionfale, conclusa dalla vittoria nelle finali Nord a spese del Bologna e dalla finalissima con l'Alba Roma, battuta sia in casa che fuori con punteggi (7-1 e 5-0) che non lasciano dubbi. Alla fine del campionato, Hirzer, capocannoniere della squadra, ha segnato trentacinque goal in ventisei partite: una media spaventosa!

Purtroppo le nuove norme federali penalizzano il campione ungherese: per l'anno successivo, oriundi a parte, possono essere tesserati solamente due stranieri e ne può essere schierato solo uno. Hirzer subisce anche qualche infortunio ed è costretto a ridurre il suo apporto alla squadra: giocherà solamente diciassette partite segnando quindici goal.

La stagione successiva nuove norme permettono l'utilizzazione dei soli oriundi e Hirzer è costretto, a soli venticinque anni, a lasciare l'Italia per tornare in Ungheria.

Se ne va dopo aver giocato quarantadue partite e segnato cinquanta goal. Erano altri tempi, siamo d’accordo, ma nessuno riuscirà a segnare a questi ritmi, nel nostro campionato.
 


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