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Gli eroi in bianconero: Fabio PECCHIA

di Stefano Bedeschi

Nasce a Formia, in provincia di Latina, il 24 agosto 1973; dopo due ottime stagioni all’Avellino, è ceduto, nell’estate del 1993, al Napoli dove disputa quattro stagioni ad altissimo livello, tanto da guadagnarsi le attenzioni della Juventus: «A sei anni mio padre mi ha iscritto presso la scuola di calcio di Lenola, il mio paese. A dodici anni, il talent-scout Gino Corrado, mi ha portato ad Avellino, lontano dalla famiglia e dagli amici; è iniziata, per me, una vita di responsabilità, senza certezze. Solo uno su mille riesce a diventare qualcuno; io sono stato molto fortunato».
Lippi, che ha avuto Fabio a Napoli, ritiene che sia un giocatore fondamentale per far rifiatare Zidane e, così, Pecchia approda in riva al Po, nell’estate del 1997. Purtroppo per lui, però, la stagione non è fortunata: Zizou è in pratica sempre presente in campo e la società bianconera acquista Edgar Davids, chiudendo, in sostanza, le porte del campo all’ex giocatore del Napoli.
Peccato, perché Fabio è un ottimo giocatore abile a giostrare su entrambe le fasce, nonostante sia il destro il suo piede preferito. Molto abile nelle verticalizzazioni, è molto veloce con la palla al piede e questo gli consente di ribaltare efficacemente il gioco, rendendosi molto pericoloso in fase offensiva.
Pecchia scende in campo solamente trentasette volte, ma ha la fortuna e la bravura di realizzare un goal a Empoli, che risulterà fondamentale per la conquista dello scudetto.
Al termine di quella stagione, è ceduto alla Sampdoria e inizia un lungo girovagare per l’Italia: Torino, Napoli, Bologna, Como, ancora Bologna, Siena e di nuovo nel capoluogo emiliano, sempre disputando campionati da protagonista.

 


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