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Gli eroi in bianconero: Ciro FERRARA

di Stefano Bedeschi

«Ciro Ferrara, c’è solo un Ciro Ferrara», cantavano i tifosi della Juventus. Personaggio straordinario, dotato di una notevole simpatia e di un’umanità fuori dal normale. Sicuramente, uno dei più forti difensori italiani di ogni epoca.

Nato a Napoli l’11 febbraio 1967, a quattordici anni è costretto momentaneamente in carrozzella dalla Sindrome di Osgood-Schlatter, ma si riprende prontamente ed esordisce in serie A, con la maglia azzurra del Napoli, il 5 maggio 1985, al San Paolo, proprio contro la Juventus. Nella città partenopea, Ferrara gioca durante tutta l’era di Maradona: vince il primo scudetto e la Coppa Italia nella stagione 1986/87, poi due secondi posti consecutivi in Serie A ed ancora uno scudetto, nel 1989/90.

Nella stagione 1988/89 il Napoli vince anche il suo primo trofeo europeo, la Coppa Uefa, battendo in finale lo Stoccarda grazie anche ad un goal di destro al volo di Ferrara, servito da Maradona con uno spettacolare assist, sempre di testa. Nei ricordi dei tifosi napoletani, rimangono le immagini di Maradona che, abbracciando un Ciro Ferrara in lacrime per la commozione, ne sottolinea i grandi meriti della vittoria.

«Sicuramente, uno dei ricordi più belli è legato alla finale di ritorno della Coppa Uefa 1988/89. Giocavamo», ricorda Ciro, «a Stoccarda, in casa di una squadra fortissima e davanti a tanti emigrati. Pareggiammo 3-3 ed io segnai anche un goal; vincemmo la Coppa e regalammo una grande gioia ai nostri connazionali. Ma non posso dimenticare lo scudetto vinto con il Napoli nel 1987, un’emozione forse irripetibile, perché è stato il primo e perché l’ho conquistato nella mia città».

In dieci stagioni totalizza 247 presenze in serie A segnando 12 goal, 5 in Coppa dei Campioni, 20 in Coppa Uefa segnando un goal.

Nel 1994 il suo allenatore, Marcello Lippi, lascia Napoli per trasferirsi alla Juventus e Ferrara lo segue; inizia così una nuova vita per Ciro. Il primo anno è subito scudetto, accompagnato da una Coppa Italia. Sarà solo l’antipasto. Nel 1995/96, la Juventus conquista la Coppa dei Campioni, contro l’Ajax; è di Ciro uno dei rigori realizzati dalla squadra bianconera.

La stagione successiva, viene affiancato da Paolo Montero; per tanti anni, il napoletano e l’uruguagio comporranno la coppia di difensori più forti del campionato italiano e, probabilmente, non solo. Nuovo scudetto, così come nel campionato successivo, caratterizzato, però, da un grave infortunio, Infatti, in uno sconto con il leccese Conticchio, Ferrara si rompe una gamba; fine della stagione e, soprattutto, addio alla maglia azzurra ed alla possibilità di disputare il Mondiale francese.

Ciro, il guerriero, ritorna dall’infortunio più forte che mai; la Juventus non ingrana, Lippi deve dare le dimissioni, ma Ferrara è sempre un baluardo fondamentale della difesa bianconera. Arriva Ancelotti, ma la musica non cambia; la Juventus non è più capace di vincere, ma Ciro rimane un giocatore insostituibile.

Nell’estate del 2001, ritorna Lippi a guidare la truppa bianconera ed è nuovamente scudetto; Ferrara è uno dei protagonisti indiscussi, c’è chi lo vorrebbe titolare nella Nazionale che sta per affrontare i Mondiali coreani. Trapattoni non è d’accordo, per lui Ferrara è troppo vecchio; tutti sanno come va a finire, la Nazionale gioca male e viene eliminata dai padroni di casa.

Ancora uno scudetto con Lippi, uno con Capello e fanno otto; Ciro eguaglia il record di Giovanni Ferrari e Giuseppe Furino. Nella stagione 2004/05, contro il Parma nel finale di campionato, gioca la sua cinquecentesima partita in serie A e decide di appendere gli scarpini al chiodo, dopo venti stagioni consecutive; è il decimo giocatore italiano di tutti i tempi per presenze.

Con la maglia bianconera gioca 358 partite e segna 20 goal. A Torino vince sei scudetti, la Champions League 1996, una Supercoppa Europea, una Coppa Intercontinentale, una Coppa Italia e quattro Supercoppe Italiane.

Ferrara esordisce in nazionale in Italia - Argentina 3-1 del 10 giugno 1987. In azzurro gioca quarantanove partite, facendo parte anche della squadra che ha partecipato alla XXIV° Olimpiade nel 1988 classificandosi al quarto posto, dopo essere stata sconfitta per ben 4-0 dall’esordiente Zambia.

Su espressa richiesta di Lippi,  fa parte dello staff della Nazionale italiana di calcio campione del mondo come vice dello stesso Lippi, durante il Mondiale tedesco del 2006; ancora una volta, sarà un nuovo trionfo e la Coppa del Mondo passa anche fra le sue mani. Dopo l’esperienza con la Nazionale, ritorna alla Juventus, come responsabile del settore giovanile. Nel maggio del 2009, si siede sulla panchina della prima squadra, causa l’esonero di Ranieri. Guida la Juventus nelle ultime due giornate di campionato, conquistando due vittorie nette ed il secondo posto in classifica; grazie a questi risultati, ottiene la conferma anche per l’anno successivo.

Ma la stagione 2009/10, nonostante un buon inizio, si rivela presto disastrosa per il sodalizio bianconero. Eliminata al primo turno nella Champions League, nonostante un girone per niente impossibile (Bayern München, Bordeaux e Maccabi Haifa le avversarie), la Juventus è presto staccata dalla capolista Inter, nonostante la vittoria nello scontro diretto. A cavallo fra la fine e l’inizio dell’anno, a causa di una interminabile serie di sconfitte (fra la quali Catania, Milan e Roma fra le mure amiche), la Juventus precipita al sesto posto della classifica, a ben 16 punti dall’Inter.

Il 28 gennaio 2010, la squadra bianconera è eliminata in Coppa Italia dalla stessa compagine nerazzurra e la società decide di esonerare Ciro, sostituendolo con Alberto Zaccheroni.

 


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