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Gli eroi in bianconero: Cesare NAY

di Stefano Bedeschi

Centromediano di poco stile, ma di immensa generosità e combattente di razza: Cesare Nay, studente di medicina, aveva anche classe e tanto, tanto mestiere. Aveva sempre con il sorriso sulle labbra, diventava serioso solo quando scendeva in campo; ricavava, infatti, il meglio delle sue prestazioni riuscendo a coordinare l’impeto e lo stile, disimpegnandosi al meglio sia nella distruzione che nella costruzione del gioco. Educato ed addestrato durante il periodo dell’adolescenza ai compiti tattici del mediano laterale, Cesare aveva, istintivamente, l’inclinazione verso il gioco di manovra. Non era raro, infatti che Nay superasse la propria metà campo, facendo in modo che la squadra partisse all’offensiva, appoggiando la manovra degli attaccanti.
Ma le cose migliori Nay le faceva come stopper grintoso e ruvido; quando difendeva era paragonabile ad un muro elastico, contro il quale andavano ad infrangersi le onde degli attacchi avversari. Forse non aveva l’esperienza del regista difensivo, l’uomo che potesse controllare le operazioni dei terzini a lui affiancati, ma tutti i suoi compagni lo hanno sempre ammirato come un importantissimo perno difensivo, centro di posizione e di rottura, di scatto e di battaglia, di coraggio e di resistenza.
Nay veste la maglia bianconera dal 1955 al 1957, totalizzando cinquantanove presenze.
 


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